Pericoli per salute e ambiente: scatta l'ordinanza del Sindaco. Ma ci sono voluti 14 mesi

Pericoli per salute e ambiente: scatta l’ordinanza del Sindaco. Ma ci sono voluti 14 mesi

Francesca Stornante

Pericoli per salute e ambiente: scatta l’ordinanza del Sindaco. Ma ci sono voluti 14 mesi

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sabato 31 Gennaio 2015 - 00:16

A novembre 2013 il Corpo forestale comunicava al Comune la presenza di rifiuti nell'area del forte che fino al 2010 ospitava il canile abusivo. Poi anche l'Asp dichiarò la zona pericolosa per la salute e l'incolumità. Nel frattempo a Palazzo Zanca ci sono voluti 14 mesi per decidere a chi toccano gli interventi. Ci penserà Messinambiente.

Più di un anno di tempo per riuscire a capire chi dovrà occuparsi della pulizia di Forte Schiaffino. A Palazzo Zanca sono trascorsi esattamente 14 mesi per arrivare al provvedimento che ordina a Messinambiente di avviare con la massima urgenza tutte le procedure per il diserbo e la raccolta dei rifiuti che tengono sotto scacco ormai da anni sia l’interno che le aree esterne del forte umbertino che sorge a S. Lucia sopra Contesse. A firmare l’ordinanza contingibile e urgente è stato il Sindaco Renato Accorinti che, insieme al Dirigente del Dipartimento Ambiente Domenico Signorelli, nel documento parla senza mezzi termini di pericolo per la salute, per la pubblica e privata incolumità e per l’ambiente per lo stato in cui versa Forte Schiaffino.

Di certo non è una novità che tutta l’intera area, di alto pregio storico ma totalmente abbandonata al suo destino, sia ridotta in condizioni pessime. Tantissime nel tempo sono state le segnalazioni, le richieste di intervento, soprattutto da parte della II Circoscrizione, ma poco si era riuscito a muovere dopo il trasferimento dei cani che a Forte Schiaffino avevano trovato una casa. Fino al 2010 infatti tutta la struttura era stata trasformata in un canile comunale ma abusivo. Poi arrivo l’inaugurazione del Millemusi di Castanea, il trasferimento dei cani, si iniziò a parlare di progetti di recupero e valorizzazione di quello che è sicuramente un pezzo di patrimonio storico della città. Oggi però siamo ancora al punto di partenza. E non si può più attendere perché nel frattempo Forte Schiaffino è diventato una discarica a cielo aperto, è terra di nessuno e, stando all’ordinanza sindacale, è anche pericoloso per la salute e l’ambiente.

Ma proviamo a ripercorrere questo lungo anno scandito dalle solite lungaggini burocratiche e da qualche rimpallo di responsabilità. Era il 4 novembre 2013 quando la Sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato accertava la presenza di rifiuti vari abbandonati nell’area comunicandolo ovviamente al Comune, proprietario della struttura. Immediatamente si attivò l’ex Dipartimento Sanità che appena dieci giorni dopo chiese a Messiambiente e all’Ato3 di effetturare gli interventi di rimozione e smaltimento dei rifiuti. Un mese dopo scese in campo pure l’Asp che il 10 dicembre 2013 dichiarava il pericolo per la salute e la pubblica incolumità. Nel frattempo a Palazzo Zanca il Dipartimento Sanità chiedeva al Dipartimento Manutenzioni Immobili Comunali e al Dipartimento Cimiteri e Verde Pubblico di effettuare, tra gli altri interventi nell’area di Forte Schiaffino, anche la rimozione dei rifiuti e la bonifica dell’area, mentre Messinambiente comunicava che l’intervento richiesto doveva essere contabilizzato a parte. I giorni passavano e si arrivò così al 3 aprile 2014, giorno in cui il Dipartimento Sanità chiese a Messinambiente di trasmettere una perizia con i relativi costi per la bonifica del forte, evidenziando che gli altri due dipartimenti comunali avevano dichiarato la propria non competenza a quelle operazioni. Poi sembrano esserci alcuni mesi di buio totale, fino ad arrivare allo scorso 5 dicembre, quando l’Ato quantifica il costo presunto per il servizio di pulizia. Il Comune accetta, ma passa un altro mese prima che si possa scrivere la parola “fine” su un iter così lungo e tortuoso.

L’ordinanza del Sindaco Accorinti è stata indirizzata al liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci e al Direttore tecnico Natale Cucè, adesso toccherà a loro predisporre uomini e mezzi da inviare a S.Lucia sopra Contesse per restituire un volto nuovo all’ex canile oggi abbandonato. A meno che non salteranno fuori nuovi intoppi che faranno perdere altro tempo prezioso per la riqualificazione di un bene storico e artistico.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. FORTE SCHIAFFINO e poi FORTE CAVALLI,FORTE PETRAZZA,FORTE OGLIASTRI,FORTE SAN JACHIDDU,FORTE PUNTAL FERRARO,FORTE CAMPONE,FORTE MONTE DEI CENTRI, FORTE CRISPI, BATTERIA SERRO LA CROCE, in alcuni di questi forti la mia generazione, quella del secondo dopoguerra, giocò alla guerra. Messina per la sua posizione strategica è ricca di fortificazioni ancora integre, ascrivibili a tanti periodi storici, quelli cosiddetti umbertini sono i più numerosi. I FORTI sono un patrimonio dei messinesi, alcuni sono trascurati come la vicenda SCHIAFFINO dimostra, ma quasi tutti sono pronti e disponibili a produrre ricchezza e occupazione, ma la classe politica, imprenditoriale e accademica non pensa minimamente di utilizzarli,questi sono per l’OVU BUGGHIUTU.

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  2. FORTE SCHIAFFINO e poi FORTE CAVALLI,FORTE PETRAZZA,FORTE OGLIASTRI,FORTE SAN JACHIDDU,FORTE PUNTAL FERRARO,FORTE CAMPONE,FORTE MONTE DEI CENTRI, FORTE CRISPI, BATTERIA SERRO LA CROCE, in alcuni di questi forti la mia generazione, quella del secondo dopoguerra, giocò alla guerra. Messina per la sua posizione strategica è ricca di fortificazioni ancora integre, ascrivibili a tanti periodi storici, quelli cosiddetti umbertini sono i più numerosi. I FORTI sono un patrimonio dei messinesi, alcuni sono trascurati come la vicenda SCHIAFFINO dimostra, ma quasi tutti sono pronti e disponibili a produrre ricchezza e occupazione, ma la classe politica, imprenditoriale e accademica non pensa minimamente di utilizzarli,questi sono per l’OVU BUGGHIUTU.

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