Restano in carcere tutti e tre. La famiglia conosceva i propositi omicidari del 19enne? La madre: "Chiedono perdono per mio figlio"
Enna – Restano in carcere Giacomo, il fratello Mario e il padre Antonino Filaro. Ha deciso così la giudice per le indagini preliminari Zelia Futura Maimone, dopo l’udienza di convalida sull’omicidio del 16enne Giuseppe Di Dio, morto sabato scorso a Capizzi per uno dei tre colpi sparati dal 19enne Giacomo in mezzo alla folla. Accompagnati dal difensore, l’avvocato Felice Lo Furno, Giacomo ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio vero e proprio. Non ha quindi chiarito la dinamica della sparatoria né quel che era accaduto poco prima, limitandosi a rendere brevi dichiarazioni spontanee per scagionare dalle responsabilità i familiari.
Giacomo tace, il fratello e il padre rispondono
Il padre e il fratello, ha detto il 19enne, non conoscevano i suoi propositi di “vendetta”, quando lo hanno fatto scendere dall’auto che avrebbe dovuto condurlo a casa e lo hanno lasciato davanti al bar pieno di ragazzino dove qualche minuto dopo lui ha aperto il fuoco. Due i colpi andati a segno, quello che ha ferito di striscio un altro giovane e quello che, sembra di rimbalzo, ha ucciso Giuseppe ferendolo mortalmente al collo.
Hanno invece risposto padre e fratello, confermando la versione del figlio: non lo hanno accompagnato sul luogo di una strage premeditata né di un agguato, volevano riportarlo a casa dopo la lite nel bar col bersaglio mancato, l’uomo con cui aveva discusso poco prima in un altro locale.
La madre: “Mi dissocio da mio figlio e chiedo perdono”
“Mio marito secondo lei portava un figlio a fare una strage? – ha detto al Tg1 la madre di Giacomo due giorni fa – Che padre è uno che accompagna un figlio a farsi trent’anni di carcere?”. “Voglio dire che io mi dissocio da questa cosa che ha fatto mio figlio. Non è una cosa spiegabile. Quello che ha fatto è inspiegabile. Sono addolorata. Chiedo perdono da parte di mio figlio. Solo questo. Non doveva succedere. Assolutamente”, ha detto la donna alle telecamere della trasmissione Dentro La Notizia.
Una tesi che al momento non convince gli investigatori, intenzionati a fare piena luce sulle eventuali complicità del 19enne nella sparatoria di Capizzi. La giudice ha convalidato il fermo e mantenuto in carcere tutti e tre per le accuse in concorso di omicidio, lesioni e porto d’armi. Il difensore non ha avanzato, almeno per il momento, alcuna istanza di scarcerazione.
