Il saluto su Facebook del direttore generale Archivi riaccende la polemica. Bonaccorso: "Comune e Università facciano sentire la loro voce"
MESSINA – La vicenda dell’Archivio di Stato senza sede a Messina continua a essere una ferita aperta. E un messaggio su Facebook ha riacceso la polemica. “Un saluto speciale dal direttore generale Archivi Antonio Tarasco in visita all’Archivio di Stato di Messina, custode di un patrimonio documentario fondamentale per la storia della Sicilia e del Mediterraneo, dalle vicende istituzionali e mercantili alle grandi trasformazioni del territorio e delle comunità che lo hanno abitato. Buone feste a tutta la comunità degli archivi”.
Da qui la risposta in particolare dell’artista Lelio Bonaccorso: “Mentre i documenti dall’Archivio di Stato di Messina giacciono in un magazzino a Riposto, avviene una cosa quantomeno grottesca se non fosse ahimè reale. Il direttore generale degli Archivi di Stato viene a Messina, in quella stessa città che ha protestato pubblicamente e con forza per lo “scippo” subito, e si scatta un selfie sorrridente con gli impiegati facendoci gli auguri (ma auguri de che?). Questo mentre nel frattempo il ministero preferisce pagare due affitti (uno per l’ufficio dedicato solo ai dipendenti, uno per la ditta che tiene i documenti), anziché impegnarsi per trovare una soluzione unitaria e pure logica, visto che un archivio senza materiali non si può definire tale. Ma evidentemente la cosa è voluta, eccome, e il rispetto per i messinesi non esiste”.
“Comune e Università facciano sentire la loro voce”
Continua Bonaccorso: “Per correttezza bisogna dire che il Comune non ha competenza in materia ma davanti a questi fatti oltraggiosi, una protesta ufficiale, una lettera rivolta a cittadini giustamente indignati e alle istituzioni coinvolte andava fatta. E parlo pure per l’Università che è stata muta in maniera imbarazzante (e continua ad esserlo). Cosa ci resta da fare davanti a episodi che diffamano sempre di più la nostra storia e il patrimonio? Di istituzioni che si si lanciano in evidenti provocazioni? Avendo già fatto tutti i passi necessari per rivolgersi alle autorità, non ci resta che la protesta di piazza. Aggiornamento: la pagina della Direzione generale archivi ha bloccato i commenti, che ovviamente non erano di felicità, rendendo invisibili gli stessi a chi ha commentato e ai suoi amici Fb. Una censura”.
La sede a Messina in via Dogali per gli uffici ma si cerca ancora la “casa” per i volumi
In via Dogali 50, nel 2026, ci saranno gli uffici dell’Archivio di Stato. La sede di “240 metri quadri” non riuscirà a contenere il materiale. E per far ritornare da Riposto tutto l’archivio bisognerà continuare a cercare una struttura più idonea. Non a caso la ricerca riguarda una sede di 2.000/2.500 metri quadri, mentre 240 metri quadri sono solo il 10 per cento rispetto alle esigenze. Dunque la ricerca continua.
La necessità è quella di tutelare e valorizzare un patrimonio di circa 8.000 metri lineari di documentazione, 720 pergamene corredate da 1.463 immagini, datate tra il 1184 e il 1832, e una biblioteca di circa 10.000 volumi con edizioni del Cinquecento e del Seicento. “Una raccolta che continua a crescere tramite versamenti degli uffici statali, acquisti e donazioni”, ha ricordato il ministero della Cultura.

IL DIRETTORE AVREBBE DOVUTO USARE I SOCIAL SE PROPRIO VOLEVA USARLI A FIN DI BENE,NON PER GLI AUGURI MA PER “DENUNCIARE” CIÒ CHE STAVA ACCADENDO ALL’ ARCHIVIO DI STATO PERCHE NON C È NIENTE DA BRINDARE VISTA LA SITUAZIONE IN CUI SI TROVANO…..NON CI DOVEVA ESSERE NESSUN TRASFERIMENTO MA SPOSTAMENTO DI SEDE PIÙ IDONEA VISTO CHE QUESTA NON ANDAVA PIÙ BENE…..MA COME AL SOLITO NON SI PENSA MAI PRIMA PER EVITARE IL DOPO 😤