Il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vlucanologia spiega che, comunque, un'eventuale eruzione non deve preoccupare
-E’ da un pò di tempo che stiamo osservando questa attività sismica sull’Etna e sostanzialmente il vulcano è pronto a fare un’eruzione, anche se non sarà niente di preoccupante-. Così Enzo Boschi, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha commentato l’ennesima scossa di terremoto registrata stamane tra l’Etna e i monti Peloritani, che segue le altre due scosse di ieri e quelle di lunedì.
-L’ultimo episodio – conferma Marco Neri, primo ricercatore della sezione di Catania dell’Ingv – è stato lo sciame sismico che ha colpito ai primi di aprile la faglia della Pernicana, che di solito, quando si mette in moto con quei rilasci energetici, in passato ha fatto poi registrare nell’arco di alcuni mesi una graduale ripresa dell’attività eruttiva, che infatti si è già verificata pochi giorni dopo. Quell’attività non si verificava da mesi e quindi, che le due cose fossero collegate è più di un sospetto-.
Con i cieli europei ancora in parte bloccati dalle polveri del vulcano islandese Eyjafjallajokull, bisogna aspettarsi un’eruzione con esplosioni e rilascio di cenere, come nel 2002, quando gli aeroporti di Catania e Reggio Calabria dovettero chiudere?
-Da una ventina di anni – prosegue Neri – sono aumentate queste eruzioni, che noi definiamo eccentriche, come quelle gemelle del 2001 e 2002, con il magma che non sale da un canale già formato e quindi rilascia tutti i materiali gassosi quando arriva alla sommità, con esplosioni. Ma questo non significa necessariamente che anche questa possibile prossima eruzione sarà di questo tipo; potrebbe anche essere un’eruzione soltanto lavica-.
