“Dice m’ama ma non m’ama” lo slogan del corteo. L’idea della studentessa del Basile ha sfilato per le vie di Messina
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Hanno sfilato sotto la pioggia. Dalla Prefettura a piazza Duomo. Erano donne, uomini, studenti e bambini. In testa al corteo la Prefetta Cosima Di Stani, gli assessori Alessandra Calafiore e Massimo Minutoli, accanto a loro alcuni consiglieri comunali e della IV Municipalità. Più di 500 persone che hanno marciato contro la violenza sulle donne a Messina, nella giornata del 25 novembre scelta come simbolo della lotta alla violenza di genere appunto.
Dice m’ama ma non m’ama

Tutti indossavano la maglia simbolo di questa giornata messinese, disegnata dalla studentessa del liceo artistico “E. Basile” Lucrezia Auditore: “Ho rappresentato una margherita, un fiore molto comune e molto bello, che accomuna tutte. Da questo fiore bianco e perfetto può cadere un petalo rosso sangue, che rappresenta la violenza”. Gli occhi le brillano dall’emozione nel vedere che tutti i partecipanti alla manifestazione, comprese le autorità, abbiano indossato la sua maglia simbolo. Il corteo si è fermato davanti alla Cattedrale, dove sotto la pioggia battente sono intervenuti la rappresentante del Governo e il sindaco Federico Basile.
Le donne non sono sole
“Le donne non sono sole, ci sono le leggi che ci tutelano”, dice Cosima Di Stani. La Prefetta si rivolge alle donne, alle ragazze e alle bambine che affollano la piazza: “Il fenomeno della violenza sulle donne c’è ma sta cambiando la sensibilità è l’attenzione verso questa tematica. Gli strumenti normativi sono importanti così come la rete sul territorio fatta di associazioni, centri antiviolenza, case ad indirizzo segreto. Non siamo veramente sole, a volte però manca il nostro coraggio. Dobbiamo imparare a riconoscere i segnali di un amore o di una relazione tossica. È importante confidarsi, dirlo a persone che possano dare un giusto consiglio, meglio ancora se le forze dell’ordine, che hanno la competenza indispensabile per dare aiuto alle donne”.
Il protocollo Zeus
Prima di concludere la Prefetta Di Stani lancia un messaggio anche al mondo maschile che ha bisogno di essere aiutato. È stato firmato il protocollo Zeus in Questura, che consente agli uomini maltrattanti di seguire dei corsi per uscire dalla spirale della violenza.








La morte di un’innocente non autorizza tuttavia ad ofendere milioni di uomini di grande corettezza e moralità. Da un sincero dolore sta nascendo un’avversione veterofemminista indistinta contro gli uomini tutti, che non porterà a nulla se non ad un accrescimento del risentimento sociale. Da persona corretta mi sento offesa da questo stillicidio.
Se fosse solo una morte, caro Lillo Arena.
Purtroppo sono centinaia le morti e gli stupri solo in Italia.
Per lo stesso meccanismo i siciliani, tutti, vengono associati alla mafia: migliaia sono i veri criminali ma molti di più sono quelli che per convenienza, ignavia e codardia foraggiano il fenomeno.
C’è solo da vergognarsi, prima, e poi agire. Basta chiacchiere
Una manifestazione giusta dovrebbe tenersi ogni anno invece dei perdi tempo no ponte sono inutili