Sit-in e fiaccolata anche a Messina contro i tagli sul diritto allo studio
Tagli disumani e illogici. CIP, GILDA e S.F.I.D.A. bocciano senza appello la riforma della scuola. Hanno spiegato le loro ragioni in conferenza stampa mercoledì pomeriggio nel Salone degli Specchi della Provincia di Messina. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per illustrare l’iniziativa “Accendi una luce per la scuola-, organizzata dalla GILDA degli insegnanti di Messina, dal CIP (Comitato Insegnanti Precari) e dal Sindacato S.F.I.D.A. (Sindacato Famiglie Italiane DiversAbili), che si articolerà in un sit-in ed in una fiaccolata a Piazza Cairoli, sabato 18 ottobre, alle ore 18,30.
“Abbiamo promosso tale iniziativa anche a Messina- – ha illustrato Mariella Russo, rappresentante della GILDA degli insegnanti della nostra città – per protestare fermamente contro il decreto Tremonti-Gelmini, che opera tagli disumani seguendo la logica del taglio ma non certo quella della riforma più razionale. Calcoliamo che tra il 2009 ed il 2010 circa 36mila persone, perderanno il posto, e fino a 150mila negli anni successivi, non ricevendo di fatto più un incarico né una supplenza: una cifra spaventosa ed un licenziamento mai verificatosi nella nostra storia in tale misura. La manifestazione da noi promossa, si propone di allertare l’opinione pubblica e la società civile in merito al fatto che il taglio avviene soprattutto nei confronti dell’educazione e della formazione dei nostri stessi figli! A chi sostiene che è indispensabile operare tali tagli, rispondiamo provocatoriamente: allora perché non operare piuttosto dei tagli sui costi della politica? Oltre alla diminuzione delle ore modulari da dedicare all’educazione dei nostri figli, che dovrebbe avere un ruolo prioritario in ogni consesso civile, rappresentando i giovani il nostro stesso futuro, crescerà anche il numero degli alunni per classe e per il cosiddetto ‘insegnante unico’, alla classe assegnato e che dovremmo meglio definire ‘insegnante abbandonato’. In una classe di una trentina di alunni, tra i quali, poniamo il caso, siano presenti alcuni giovani non parlanti perfettamente la lingua italiana da integrare e alcuni portatori di handicap, magari anche portatori di gravi patologie, come potremmo infatti definirlo se non in tal senso?-
“C’è da ridefinire proprio il ruolo che vogliamo assegnare alla formazione, all’educazione nella nostra società- – ha spiegato Giovanna Messina, rappresentante del Sindacato S.F.I.D.A. – ed è in ballo proprio il diritto allo studio, messo terribilmente in discussione dai provvedimenti di questo Governo. Riguardo ai problemi specifici delle famiglie dei diversabili, che rappresento qui in questo momento, ad esempio, quest’anno si stabilisce, col decreto al quale vogliamo opporci, un rapporto di 1 insegnante per 4 diversabili, rispetto al rapporto di un insegnante per ogni soggetto svantaggiato! Considerando che laddove siano presenti patologie gravi, una tale involuzione diventa particolarmente pesante, quanto difficile lavorare. Viene di fatto leso il diritto allo studio del figlio diversabile, diritto che una lungimirante legge, la n.104 del 1992, aveva previsto e difeso, favorendo l’integrazione nelle classi dei soggetti diversabili. Torniamo alle vecchie logiche delle classi esclusivamente composte da ‘diversi’, componendo in realtà delle scuole di serie A per alcuni soggetti più fortunati e delle scuole di serie B per altri soggetti meno fortunati. Si rincorre una logica pazzesca ed… illogica, che non vedrà più l’alunno al centro della nostra educazione. Pensiamo ad esempio ai luoghi più svantaggiati, dove ciò sarebbe stato non solo utile ma direi proprio opportuno. Le famiglie ad ogni modo ricorreranno al Tar e financo in sede giudiziaria per non vedere leso un proprio diritto!-
La rappresentante del CIP (Comitato Insegnanti Precari) di Messina, Katia Santacroce, ha rincarato la dose: “La Finanziaria del 2007, che prevedeva l’assunzione in 3 anni per eliminare graduatorie ad esaurimento, è stata totalmente disattesa dalla Gelmini! Noi ci siamo costituiti dal Luglio di quest’anno in Comitato proprio per fare sentire meglio la nostra voce e protestare contro il blocco del ‘turn over’, considerando anche che tra i molti precari ci sono persone che lo sono da poco tempo ma anche persone che lo sono da vent’anni, tra i quali persino parecchi vincitori di concorso e che nel frattempo stanno servendo la scuola con contratti a tempo determinato. Intendiamo anche protestare contro la ‘caccia a punti’ a cui siamo costretti per arricchire i nostri curriculum e contro il divieto imposto dal ministro Umberto Bossi, il quale ha di fatto impedito lo spostamento delle graduatorie da sud a nord, impedendo gl’inserimenti a pettine e per merito acquisito sul campo.
Vogliamo anche richiamare l’attenzione sui rischi che troppi accorpamenti di classi determineranno, specialmente a carico di piccoli centri ed isole e ci poniamo anche molto critici nei confronti della riassegnazione ai dirigenti scolastici del compito di effettuare le graduatorie, cosa che temiamo possa determinare inevitabili favoritismi, mentre oggi risulta assolutamente strumentale la confusione ed il terrorismo che si fa nei confronti della scuola medesima, contrapponendo i lavoratori precari a quelli di ruolo o effettuando delle polemiche sulle assenze per malattia nel lavoro pubblico.-