1 maggio nel segno di lavoro e Costituzione, Uil: "Una giornata di mobilitazione"

1 maggio nel segno di lavoro e Costituzione, Uil: “Una giornata di mobilitazione”

Redazione

1 maggio nel segno di lavoro e Costituzione, Uil: “Una giornata di mobilitazione”

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domenica 30 Aprile 2023 - 12:08

La riflessione di Ivan Tripodi, segretario generale: "Il valore della Costituzione, nella ricorrenza del suo 75mo anniversario, è il tema deciso da Cgil, Cisl e Uil"

A Potenza nel segno dei valori costituizionali e del lavoro. Sottolinea Ivan Tripodi (nella foto), segretario generale della Uil Messina, in occasione della celebrazione del Primo maggio: “Il valore della Costituzione, nella ricorrenza del suo 75mo anniversario, è il tema deciso da Cgil, Cisl e Uil per la Festa dei lavoratori. Si tratta una scelta felice e non casuale che, partendo dai principi e dai valori incarnati dalla Carta costituzionale e da quanto scolpito nell’art. 1 “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”, intende rilanciare come questioni nazionali le enormi ed irrisolte emergenze sociali che investono e impattano sulla carne viva dei lavoratori e delle persone del nostro Paese. Pertanto, lo ribadiamo ancora una volta, il Primo Maggio di quest’anno non può certamente essere considerato un giorno di festa e di giubilo per il lavoro e i lavoratori, ma deve essere ritenuta una giornata di forte mobilitazione che, per molti versi, fotografando la realtà, sfiora l’indignazione per quello che in questa complicata e difficile fase storica vive, specie alle nostre latitudini, il mondo del lavoro e del non-lavoro”.

Continua il segretario: “Oltre che i numeri e i dati impietosi diffusi dalle istituzioni e dalle agenzie preposte, ci basta fare quello che per noi è la normale prassi ed azione quotidiana: assemblee nei luoghi di lavoro nelle quali si respira aria di pesantissima incertezza e rabbia per i salari bassi e, vieppiù, falcidiati dall’inflazione e dal caro-vita che non sono sufficienti a garantire il minimo indispensabile, incontri con i pensionati sempre più preoccupati per i miseri importi delle pensioni che comportano il rischio di non sopravvivere e l’assoluta impossibilità di potersi curare e di guardare con la meritata serenità alla fase della terza età e, ancora, assidui confronti con l’esercito di lavoratori precari, sfruttati e senza alcuna possibilità di “vita normale”, che, spesso e volentieri, non hanno neanche la benché minima agibilità sindacale per timore di essere licenziati”.

E ancora: “Ma, come se non bastasse, nelle nostre sedi e nei nostri tanti patronati disseminati nel territorio, strutture che praticano reale solidarietà e palpabile sostegno sociale, ci troviamo quotidianamente ad affrontare uno spaccato della vita reale fatta di donne e uomini che hanno perso il lavoro e non intravedono alcuna prospettiva occupazionale, di intere famiglie aggrappate disperatamente al reddito di cittadinanza in via di ingiusta cancellazione che, senza mezzi termini, ci dicono che temono di finire nelle grinfie di mafia e criminalità, oppure di lavoratori in nero, sfruttati, senza diritti, e che in alcuni settori rischiano giornalmente la vita per assoluta mancanza di sicurezza, e, infine, di un esercito di neet, giovani che non studiano, non lavorano e sono considerati veri e propri invisibili con tutto ciò che questa condizione comporta in termini sociali”.

“L’autonomia differenziata: attacco all’unità del Paese e rischio per il sud”

Aggiunge Tripodi: “Un quadro, quindi, fosco e drammatico che, senza sofismi, fotografa l’odierna cruda realtà sociale che vivono Messina e la sua provincia, porta del Mediterraneo, in un quadro regionale e nazionale altrettanto grave e preoccupante. Chi nega o cerca di nascondere lo tsunami sociale che sta vivendo la nostra realtà territoriale è chiaramente in colpevole malafede o vive una condizione virtuale e inesistente. Avere, pertanto, scelto di coniugare il Primo Maggio con il 75mo anniversario della Costituzione è fondamentale per rilanciare la dignità del lavoro come elemento fondante della nostra Repubblica e simbolicamente ci consente, in questo preciso momento storico, di evidenziare la necessità di salvaguardare i principi sanciti dalla Carta costituzionale sul tema dell’unità del Paese dai seri rischi di concreta spaccatura e insanabile frammentazione che caratterizza il progetto della cosiddetta “autonomia differenziata” proposto dal ministro Calderoli e sposato da tutto il governo Meloni. L’autonomia differenziata che, a nostro avviso, si caratterizza per ampi profili di incostituzionalità rappresenta un pericolo per il Sud del Paese: la cessione esclusiva alle regioni di ben 23 materie specifiche sancirà una definitiva cesura e provocherà la pressoché totale cancellazione di servizi pubblici fondamentali per i cittadini, già oggi in grande affanno, quali, ad esempio, la sanità, l’istruzione e i trasporti. Pertanto, in primis da meridionali, ribadiamo la nostra ferma opposizione e il nostro forte NO a questo disegno che, nel 75mo anniversario della Costituzione, assume un valore ancora più forte e credibile”.

“Esodo biblico da Messina”

Conclude Tripodi: “Un Primo Maggio, dunque, che deve dare la sveglia e pretendere discontinuità ai governi e alle amministrazioni locali che, al netto di annunci e slogan, sembrano attenti soltanto ad azioni effimere e di facciata che non “producono futuro” e non incidono nella fuga di braccia e cervelli che, alla stregua di un esodo biblico, lasciano Messina per cercare fortuna altrove. Mancano idee e progetti di sviluppo; l’occasione del Pnrr e del fiume di finanziamenti connessi è probabilmente l’ultima spiaggia per invertire la rotta al fine di ripensare e rendere strategico ed attrattivo questo territorio. Quindi, un Primo Maggio di denuncia e ovviamente di speranza che nasce dalla forza e dal ruolo rappresentati dal Sindacato che la drammatica fase della pandemia ha positivamente evidenziato. Una fase che ha messo a tacere coloro i quali pensavano ineluttabile la cancellazione dei corpi intermedi e della intermediazione sociale. Noi ci siamo ed intendiamo esercitare il nostro ruolo fino in fondo, senza fare sconti a nessuno e liberi da una politica assente e distante perché, come diceva Giacomo Brodolini, ministro del Lavoro e padre dello Statuto dei Lavoratori, “siamo sempre da una sola parte: dalla parte dei lavoratori”.

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