La Comunità Rom incontra Accorinti, tra problemi e ricordi di quando "Renato dormiva al campo"

La Comunità Rom incontra Accorinti, tra problemi e ricordi di quando “Renato dormiva al campo”

Eleonora Corace

La Comunità Rom incontra Accorinti, tra problemi e ricordi di quando “Renato dormiva al campo”

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martedì 08 Aprile 2014 - 15:41

Il sindaco, Renato Accorinti, ha incontrato, a palazzo Zanca, una delegazione della comunità Rom residente in città, in occasione della 43^ Giornata mondiale dei Rom e dei Sinti che si celebra ogni anno l'otto aprile.

Due signore anziane aspettano pazientemente di incontrare il Sindaco. Sono sedute su uno dei divanetti di Palazzo Zanca, mentre i nipoti giocano sulle scale. . Alla domanda se conoscono il primo cittadino, ridono. “Noi conosciamo da tanto tempo Renato” – dichiarano con affetto – veniva sempre al campo – quello di San Ranieri ormai smantellato – a volte si fermava anche a dormire là”.

La comunità Rom di Messina oggi è in festa, per la 43esima edizione della Giornata Mondiale dei Rom e Sinti, che si celebra ogni anno l’8 Aprile. In occasione di questa ricorrenza il Sindaco Renato Accorinti ha incontrato a Palazzo Zanca una delegazione della Comunità Rom residente a Messina. Nel corso della visita, alla quale ha partecipato anche l'esperta comunale per la mediazione sociale, Clelia Marano, il sindaco ha trattato con i presenti le problematiche logistiche ed assistenziali, annunciando l’intenzione da parte dell’amministrazione comunale di aprire una biblioteca e di fare un doposcuola a villaggio Matteotti, fruibile da tutti, e, inoltre, di restaurare l'ex scuola di Catarratti, dove i rom risiedono da tre anni. “Lancio un appello – ha dichiarato Accorinti – a tutti coloro che volontariamente vorranno dare il loro supporto nella gestione della struttura di villaggio Matteotti, com'è già avvenuto nel campo rom a San Raineri. Le iniziative, che oggi si celebrano in tutto il mondo, sono anche una testimonianza del tesoro che i rom custodiscono, è un popolo della vita che insegna anche alla nostra cultura, ed è fondamentale contrastare le violazioni dei diritti umani che colpiscono spesso queste comunità. Soltanto attraverso una fattiva e reale collaborazione – ha concluso il sindaco – è possibile favorire quell'integrazione, al fine di garantire condizioni dignitose di alloggio e di lavoro e dare ai giovani un'istruzione per vivere con gli altri e come gli altri”.

Dai pregiudizi agli sgomberi forzati dei campi, la vita delle comunità Rom e Sinti in Italia troppo spesso è lungi dall’essere facile. Clelia Marano, inoltre, nel corso dell’incontro, oltre a ricordare il pesante tributo di sangue pagato anche dalla comunità Rom e Sinti nell’Olocausto – Rom e Sinti furono perseguitati all’epoca del nazismo e internati nei campi di concentramento dove oltre due milioni di persone appartenenti a queste comunità furono sterminate – ha sottolineato quanta strada debba ancora essere fatta per quanto riguarda la scolarizzazione. “Dobbiamo aiutarli all’interno delle scuole, perché tutt’oggi molti continuano ad essere discriminati o a soffrire problemi di integrazione”.

L’incontro ha rappresentato anche un’occasione per chiudere ufficialmente la prima fase del progetto ereditato dall’ex assessore Dario Caroniti e da Carmelo Lembo – recentemente nominato esperto a titolo gratuito per la gestione dei bandi e dei fondi europei dalla Giunta Accorinti. Il progetto ideato da Dario Caroniti e Carmelo Lembo qualche anno fa – che ebbe il plauso della Giunta Pisapia di Milano – era rivolto alle quattordici famiglie rom presenti sul territorio – ora sono diventate sedici – di cui dieci effettive e quattro senza residenza a Messina. il progetto segnò la chiusura del campo di San Ranieri.

Una famiglia è rientrata nell’ultima graduatoria per le case popolari, le altre, adesso, si trovano a dover fare i conti con il problema del pagamento mensile dell’affitto. La Caritas fino a un certo punto ha pagato l’affitto, nell’ambito di un progetto rivolto alle “vecchie e nuove povertà”, da mesi, ormai, il problema dell’affitto, però, si è riversato completamente sulle spalle delle famiglie, molte delle quali hanno seri problemi ad affrontare una spesa simile. Diverse, per questo, sono sotto sfratto.

“Stiamo cercando di intercettare fondi per dare vita ad una seconda fase del progetto, quella rivolta al lavoro – spiega Carmelo Lembo – L’idea è di affiancare queste persone alle ditte che hanno appalti con il Comune”. “Soffriamo le difficoltà economiche che affliggono tanti cittadini in questo periodo” – commenta Iusuf Ferizai, uno dei rappresentanti della comunità, vive a Messina da venticinque anni – “Una cosa è certa, senza lavoro non si cambia vita”.

Il 72% della comunità Rom messinese ha origine Montenegrine. Ferizai racconta così la rispettiva provenienza delle famiglie: “In realtà la maggior parte di noi viene dal Kosovo, da lì ci siamo spostati in Montenegro e dopo la guerra siamo scappati in Italia”. Una caratteristica di questa comunità e la giovinezza: il 36% della popolazione rientra nella fascia di età compresa dai 24 ai 30 anni, il 22% in quella dai 34 ai 42.

L’ 8 Aprile del 1971 si riunì a Orpington – Chelsfield, nei pressi di Londra, il primo Congresso Mondiale dei Rom che ha stabilito come denominazione ufficiale il nome “Rom”, letteralmente “uomo” o “popolo degli uomini”, inclusivo di tutti i gruppi variamente denominati e presenti nel mondo (Sinti, Manouches, Kalderash, Lovara, Romanìchéls, Vlax, Domari, Nawar, ecc..). L’ 8 aprile divenne la Giornata internazionale dei Rom festeggiata in tutto il mondo.

Iusuf Ferizai fa parte, inoltre, dell’Associazione Bakatalo Drom che vuol dire:“Strada fortunata”. Un augurio di buona fortuna. (Eleonora Corace)

3 commenti

  1. No comment!!!

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  2. Mi incuriosisce sapere come si guadagnano da vivere i Signori ROM per giustificare i vari macchinoni e oggetti d’oro che penzolano dalle loro braccia.

    Vorrei capire perché lungo la riviera nord nessuna istituzione si muove sul fronte “nomadi”. Parlo di tutte quelle persone che con furgoni o roulotte campeggiano lungo le aree di sosta della Via Consolare Pompea o addirittura sulla spiaggia. Veri e propri campi con tanto di stendini organizzati tra una barca e l’altra, vestiti come bandiere sventolanti, sedie e tavole apparecchiate stanno lì e nessuno fa nulla.

    Ad ogni semaforo ci sono due o tre stranieri di colore che chiedono soldi.

    Non sono razzista e aiuto chi ha bisogno quando e come posso….ma Messina non è il centro internazionale di tutti gli aiuti umanitari.

    Questa città ha bisogno di risollevarsi economicamente e splendere.

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  3. Stiano tranquilli gli zingari.
    Per loro renatino troverà tutto ciò che nega ai Messinesi, dalle politiche sociali alle abitazioni, passando per le mense gratuite per i poveri.
    Lo avete voluto?
    Piangetevelo!!!
    George.

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