A Messina sbarca la BarMove World Flair Competition: Claudio Patania ci spiega cos'è

A Messina sbarca la BarMove World Flair Competition: Claudio Patania ci spiega cos’è

Giuseppe Fontana

A Messina sbarca la BarMove World Flair Competition: Claudio Patania ci spiega cos’è

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domenica 08 Maggio 2022 - 07:00

La competizione richiamerà barman acrobatici da tutto il mondo. Il fondatore della scuola per bartender messinese ci racconta la sua storia e cosa aspettarsi

MESSINA – Il 19 maggio Messina sarà l’epicentro mondiale di una disciplina particolare: il flair bartending. Si tratta di qualcosa che non si vede tutti i giorni e che convoglierà in riva allo Stretto trenta professionisti provenienti da tutto il mondo, anche dal Sud America e dall’Europa dell’Est. Si chiama BarMove World Flair Competition, un campionato mondiale in cui si sfideranno barman acrobatici di ogni parte del pianeta e che per il secondo anno di fila sbarca a Messina, organizzato da Claudio Patania e dal Club Barman dello Stretto. A spiegarci in cosa consiste è lo stesso messinese, che da 7 anni gestisce la scuola per barman cittadina, realizzando un suo sogno.

Claudio, ci spieghi cos’è il flair bartending e com’è nata questa tua passione?

La parola “flair” va accumunata al bartending, perché se no significa soltanto “stile”. Qualsiasi movimento fatto con stile è flair per gli inglesi, quindi quando parliamo di flair bartending parliamo di un bartender che dà stile, creando uno show con dei movimenti mentre fa il drink. Diventa uno showman di fatto. Io ho iniziato a 20 anni, 17 anni fa. Ho imparato da autodidatta perché non c’erano scuole di formazione e non c’erano corsi online. Quello che vedevo fare cercavo di rifare, poi nelle prime competitions e interagendo con gli altri bartender ho iniziato a crescere. Non contento, ho preso le valigie e sono andato via, girando mezza Italia alla ricerca di flair bartender con cui imparare. E poi sono sbarcato a Tenerife, dove ho vissuto 7 anni, studiando nella scuola di barman e lavorandoci. Ho partecipato a varie competizioni, sono arrivato secondo al campionato regionale di Tenerife, rappresentando poi la regione al nazionale e arrivando quinto. E dopo ho deciso che invece di continuare volevo tornare, creando il progetto della scuola qui a Messina.

L’idea di tornare e fondare la scuola parte quasi dieci anni fa

Nel 2013 ho smesso di competere. Io ero più un flair bartender da bar, le competizioni erano un più. Lì ho capito che volevo intraprendere questa strada. Ho studiato e scritto tutto ciò che mi serviva e nel 2015 ho messo in atto il progetto della scuola, con il primo corso qui a Messina. La città è stata cattivissima con me all’inizio, sono andato via anche per questo: non accettavano questo stile nei bar, quello del barman acrobatico. Ma quando sono tornato avevo un’altra attitudine e devo dire che ci siamo riusciti. A 7 anni dall’apertura i ragazzi rispondono bene, io stesso ho lavorato in vari locali famosi della città: stavolta Messina ha risposto diversamente. E poi l’anno scorso abbiamo organizzato qui la prima edizione della competizione mondiale, che ha portato a un vero exploit. La nostra è una scuola di barman, non solo di flair, ma dall’anno scorso abbiamo avuto una crescita anche di questo stile.

Sei orgoglioso di aver portato in riva allo Stretto un evento simile?

Non è solo Messina, ma tutta la Sicilia: nel sud Italia non si è mai fatto un evento del genere e io, che mi sento molto orgoglioso delle mie radici che non cambierei con nient’altro, lotto perché tutto possa migliorare. Oggi posso dire che il bartending a Messina è quasi al livello di Milano. Ma sette anni fa sembrava impossibile, perché tutti litigavano tra di loro. L’associazione li ha riuniti e poi tramite corsi gratuiti mensili abbiamo coinvolto barman di Roma, Milano, per aiutarci a crescere. Abbiamo alzato tutti il livello: qui siamo dieci anni indietro su tutto, ma sul bartending non è così.

La competizione convoglierà a Messina partecipanti da tutto il mondo?

Sì, avremo gente dal Sud America apposta per la competizione. Ci sono nomi internazionali, tra cui il campione in carica Deniss Trifanovs che mi sta dando anche una grande mano per l’organizzazione. Non è semplice, ci lavoriamo da settembre. Gli spostamenti sono difficili: farli arrivare a Catania, poi spostarli coi pullman, non è semplice arrivare qui a Messina da paesi stranieri. Funzionerà così: hanno 4 minuti per presentare uno show con due drink, ricette d’autore, a cui abbinare questa propria coreografia. La cosa bella è che il flair non si può copiare, la giuria valuterà soprattutto la fantasia e il bello è che non ci sono limiti. Tutti hanno stili differenti e creano show differenti: sono 30 competitor, saranno 30 show diversi. Durerà tutta la giornata: la mattina ci sono le qualifiche, sei arriveranno in finale, ma dal settimo al quattordicesimo si affronteranno in una sorta di battaglia in stile breakdance. In finale saranno 6 minuti per show, mentre gli altri 7 faranno tre “entrate” ciascuno, come fosse una battaglia con movimenti diversi, unici. Si vincono premi in denaro, anche perché molti lo fanno per lavoro.

Una competizione internazionale che richiamerà molte persone. Cosa ti aspetti?

I B&B sono felici, i locali pure: arriva molto movimento, Messina accoglierà molte persone e non è cosa da poco. Adesso dobbiamo fare un passo in più: il pubblico. L’anno scorso la gara è stata fatta in lockdown, ma quest’anno spero che alla finale, dalle sette di sera in poi, verranno in tanti per godersi questo spettacolo, che sarà davvero divertente. E oltre allo show ci sono brand internazionali, con assaggi e prodotti portati dalle aziende. Sono 17 aziende di livello globale. Faccio un esempio: abbiamo anche uno sponsor dalla Lettonia.

Claudio, voi dell’associazione ci tenete a sottolineare un passaggio cruciale

Noi con l’associazione lanciamo sempre un messaggio: bere non è soltanto ubriacarsi, tutt’altro. Un drink può dare tanto, bisogna bere responsabilità e di qualità, e questo non significa che non ci si possa divertire. Noi portiamo avanti il buon bere di qualità, fatto da professionisti che lavorano, studiano e si allenano 6 ore al giorno per garantire uno show alla gente. Dietro il mondo del bar non c’è soltanto il bere il sabato sera, ma ci può essere qualità. I drink dei ragazzi saranno tutti inediti e che garantiscono questo principio.

E un messaggio per Messina?

Messina è una città particolare, in cui c’è molta invidia. All’estero, ad esempio, la gente si divertiva con questi show. Qui la gente quasi ti guarda male. Sapevo avrei affrontato questo tornando, ma le nuove generazioni mi danno la forza di continuare: non c’è più invidia, anzi c’è molta curiosità. Ma il problema della città è sempre lo stesso, chi la denigra invece di adorarla, parlandone male senza far nulla per migliorare la situazione. In tanti non si mettono in gioco, ma bisogna farlo per capire dove si può arrivare.

Un commento

  1. Giuseppe Silvestri 9 Maggio 2022 16:31

    Complimenti👏👏
    a Claudio Patania
    per questa geniale idea per migliorare se stesso👍
    e la città che dimostra concretamente di amare🍾🥂
    Un evento imperdibile🎉

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