La vicenda siciliana del Ccpm di Taormina e del Civico di Palermo al centro del programma Rai di Sifgfrido Ranucci. L'intervento di De Luca (M5S)
“Cardiochirurgia pediatrica: l’eccezione siciliana. In base al decreto ministeriale 70 del 2015, ci può essere una sola cardiochirurgia pediatrica ogni 4-6 milioni di abitanti. Alla Sicilia ne spetterebbe una ma ce ne sono due. Una all’ospedale Civico di Palermo, aperta nel 2023 e gestita in collaborazione con il Policlinico San Donato, che fa capo al potente Gruppo San Donato. E l’altra all’ospedale pubblico San Vincenzo di Taormina, gestita da 15 anni in convenzione con il Bambino Gesù, di proprietà del Vaticano. Resteranno tutte e due aperte? Cosa sta facendo la Regione per tutelare la salute dei piccoli pazienti cardiopatici? Abbiamo provato a chiederlo al presidente Schifani. Ce l’hanno impedito”. Così “Report”, il programma d’inchiestre di Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci, annuncia su Instagram la puntata di domenica alle 20.30. Al centro il caso delle due cardiochirurgie e le incertezze sul Centro cardiologico pediatrico (Ccpm) del Mediterraneo di Taormina.
Niente risposte dunque dal presidente Schifani, protetto dalla sicurezza, a Report. E Antonio De Luca, capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Ars, ricostruisce davanti alle telecamere la vicenda. Non a caso di recente ha dichiarato: “Ecco i veri dati sulle cardiochirurgie pediatriche. A Taormina, nel 2025 quasi il doppio degli interventi rispetto a quelli dichiarati dalla Regione. Palermo in netto calo. Schifani riveda il piano”.
De Luca (M5S): “Ecco i dati reali su Taormina e Palermo”
De Luca ha contestato la delibera inviata dalla Regione: “A Taormina l’occupazione posti letto è del 97 per cento; a Palermo solo del 34. Inviati a Roma una marea di numeri sballati che favoriscono la struttura del capoluogo. Alla cardiochirurgia pediatrica di Taormina i casi congeniti trattati chirurgicamente nel 2025 sono 105 e non 65, nel 2024 143 e non 103, nel 2023 149 e non 42. Il peso medio dei Drg (raggruppamenti omogenei di diagnosi) cardiochirurgici attribuiti a Palermo per gli anni 2024 e 2025 è nettamente più basso di quello indicato nel piano. Sono queste alcune delle macroscopiche incongruenze riscontrate dal M5S tra i reali dati acquisiti dal Movimento dall’Asp di Messina e il documento allegato dal governo regionale alla rete inviata a Roma”.
Faraoni: “Il Ccpm di Taormina non chiuderà il 31 dicembre”
Quanto alla puntata di Report, in primo piano pure la vicenda del piccolo Christian: “Nell’estate del 2024 la cardiochirurgia pediatrica del Civico, gestita in collaborazione con il San Donato, è finita nella bufera, dopo l’uscita su Repubblica della lettera dei genitori del piccolo Christian, morto a sette anni, dopo ben tre interventi e due ricoveri. Un fatto che spinge la Regione Siciliana a inviare due ispettori all’ospedale civico”, spiega Report.
Riguardo al Ccpm di Taormina, qual è la situazione attuale? L’assessora regionale Daniela Faraoni ha assicurato: “Il Centro non chiuderà il 31 dicembre”. Ma serve la proroga del ministero della Salute. L’assessora (fonte Giornale di Sicilia) ha comunicato che “prosegue il confronto sulla nuova rete ospedaliera con i ministeri della Salute e dell’Economia per acquisire i pareri sulla nuova Rete ospedaliera in Sicilia, nella quale è stato inserito il Centro”.
Un pasticcio politico
In ogni caso, rimane un pasticcio politico che mette in costante ansia i familiari dei pazienti e gli operatori del Centro di cardiochirurgia pediatrica.

Questa è Forza Italia.
Fa scopa con lo schifo che sta succedendo col semestre di medicina.
L’eredità del cavaliere.
E ADESSO CHE SE NE OCCUPA REPORT E FINISCE NELLE RETI NAZIONALI ,DIREI CHE SI AVRÀ A BREVE UNA RISPOSTA CERTA E FINALMENTE RISOLUTIVA ALLA VICENDA 😏
Nella trasmissione di ieri, su Rai 3, abbiamo potuto constatare una delle tante conseguenze del decreto Bindi (D.L. 19 giugno 1999, n. 229), nata con l’illusione di creare una fisiologica competizione tra pubblico e privato nel mondo della Sanità Italiana. L’unico risultato pratico di esso è stato quello di incoraggiare la migrazione dei migliori e piu’ bravi medici e/o infermieri, verso la sanità privata, con emolumenti migliori (ma dove se sbagli … sei fuori dal gioco (altro che partita di pallone !!!!!….). . Ora riflettiamo su due punti : a) si arriverà ad abolire l’articolo 32 della nostra Carta Costituzionale, giungendo alla creazione di due Sanità (una per ricchi e l’altra per gli indigenti???). b) altro aspetto, attualmente in piena azione : con i pensionamenti, si sta avendo un cambio generazionale in sanità , col concreto rischio che nel mondo giovanile le menti migliori (piu’ brave, piu’ preparate, piu’ professionali) scelgano di lavorare e crescere nel settore privato. Con quali conseguenze per quello pubblico ….. lascio immaginare, a chiunque voglia farlo. Ricordiamocelo quando andremo a votare, prossimamente.
@Asclepieus m. , l’ideologia prima di tutto …ormai si è solo tifosi.
Obiettività merce rara:(
Analisi scadente che parte da una lettura ideologica, non dai fatti.
La fuga verso il privato non nasce dal decreto Bindi, ma dal definanziamento sistematico della sanità pubblica, soprattutto dal 2010 in poi.
Chi ha tagliato davvero? Governi Prodi–D’Alema–Amato, poi Monti (sostenuto dal PD) e infine Renzi–Gentiloni: blocco del turn-over, tetti di spesa sul personale, stipendi fermi.
Il privato non ruba medici e infermieri, è il pubblico che li espelle con carichi insostenibili, carriere bloccate e responsabilità crescenti.
L’articolo 32 non viene abolito, ma svuotato quando lo si difende a parole e lo si taglia nei bilanci. Le due sanità esistono già, e sono figlie di precise scelte politiche.
Prima di fare appelli al voto, sarebbe utile ricordare chi ha governato la sanità negli ultimi vent’anni e con quali risultati.
Historia magistra vitae est… per chi vuole studiarla .
A me stupisce il silenzio assordante del sindaco di Taormina De Luca…in altre occasioni si sarebbe incatenato davanti alle telecamere. Un motivo ci sarà…
Spettabile Luca (o chiunque tu sia) :
la tua risposta mi rafforza sempre piu’ nella necessità di dare una risposta alternativa all’attuale contesto politica, negli unici modi che conosco : con il lavoro e con il voto.