Abilitazione Psicologi a Messina. Troppe le “stranezze” dell’esame di Stato

Abilitazione Psicologi a Messina. Troppe le “stranezze” dell’esame di Stato

Emanuela Giorgianni

Abilitazione Psicologi a Messina. Troppe le “stranezze” dell’esame di Stato

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sabato 29 Agosto 2020 - 09:01

All’Università degli Studi di Messina si sono svolti gli esami di abilitazione alla professione di Psicologi. Ma una dottoressa testimonia non poche criticità

La battaglia dei laureati in Psicologia per l’abilitazione è ardua e complicata. A questa sembrano aggiungersi, però, anche diverse irregolarità e stranezze durante l’esame di Stato.

L’esame di Stato

Gli esami di abilitazione alla professione di Psicologi, nell’Università degli Studi di Messina, si sono svolti dal 16 fino al 31 luglio.

Il 20 agosto viene pubblicato un allegato con gli abilitati alla professione, dove vengono esclusi ben 30 candidati (compresi, però, anche coloro che non si sono presentati, 4 o 5).

Ma restano molti dubbi, sia nelle tempistiche di pubblicazione del bando, sia nelle modalità di svolgimento della prova orale, sia nelle modalità di valutazione finale, secondo la testimonianza di una tra gli esaminati.

Emblematica sembra la frase di un responsabile Ufficio Eds al momento dell’iscrizione al bando di partecipazione. La dottoressa, nostra lettrice, ci racconta di avergli chiesto informazioni riguardo delle documentazioni inviate forse in maniera erronea, nonostante il pagamento (di 350 euro) già avvenuto. La sua risposta: “Se ha pagato, allora andrà tutto bene, anche la documentazione errata”.

Le criticità prima dell’esame

Da questo punto di partenza, le criticità incontrate dalla dottoressa nella sua esperienza sono state un crescendo.

Il bando è uscito solo 10 giorni prima la sua chiusura, cui è seguito il ritiro di un commissario e la sua sostituzione solo 2 giorni prima dell’inizio sessione.

Sempre due giorni prima dell’inizio degli esami, il programma è stato modificato. Basato, inizialmente, sulle classiche prove scritte, si è poi riferito alle nuove linee guida cnop. “Destabilizzanti – precisa la dottoressa – sia per tempistiche sia per il contenuto della prova finale, decisamente diverso da tutta la precedente preparazione”.

Le criticità durante l’esame

Le anomalie continuano durante l’esame.

La prova di esame si è svolta oralmente, vertendo sulle 4 aree tematiche previste dalla normativa. Prevede una breve descrizione della propria esperienza di tirocinio, a partire dalla quale, la Commissione ha modo di richiedere approfondimenti di aspetti diversi, collegamenti e riflessioni critiche, sviluppandoli in relazione alle 4 aree richieste, spiega.

Ma per queste 4 prove orali, sono disponibili soltanto 30 minuti. “Ci vuole tempo per essere svolte, per alcune almeno due ore e mezza, e la prova di progettazione e discussione del caso clinico necessitano di essere scritte” ci spiega la dottoressa.

L’esperienza del tirocinio per molti è stata disastrosa, rendendo già difficile in partenza svolgere dei collegamenti.

L’orale non si è, poi, svolto sulle materie d’esame comunicate nel bando (Psicologia Generale, dello Sviluppo, Sociale, Metodologia) ma su materie della triennale o addirittura di master mai frequentati.

È stata richiesta la conoscenza di una tematica in base al libro di pubblicazione di uno dei commissari (pubblicazioni non recenti, ma di almeno 15 anni) “con l’handicap che non tutti abbiamo svolto i nostri studi presso l’università di messina” evidenzia la nostra lettrice.

A questo è seguito la preferenza di test diagnostici da parte del presidente, piuttosto che quelli riportati dagli esaminanti.

Un grido di giustizia

“Non è giusto che tanti ragazzi siano stati bocciati senza reale motivo. Qualsiasi cambiamento parte dalla comunicazione, per questo voglio far sentire il mio grido di giustizia. I singoli possono muovere il mondo se condividono uno stesso messaggio e io spero di poter cambiare qualcosa” conclude.

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