Tennis, la semiseria ricostruzione dell’Atp Sicilia Classic di Palermo

Tennis, la semiseria ricostruzione dell’Atp Sicilia Classic di Palermo

Marco Carroccio

Tennis, la semiseria ricostruzione dell’Atp Sicilia Classic di Palermo

Tag:

martedì 11 Ottobre 2011 - 11:09

Il nostro Marco Carroccio ha assistito per noi alla tappa dell’Atp Challenger Tour: giocate, facce e storie della terra rossa nostrana

L’edizione 2011 del Sicilia Classic, prova dell’Atp Challenger Tour, si è svolta dall’1 al 9 ottobre sulla terra rossa del Tennis Palermo, già glorioso teatro degl’Internazionali di Sicilia.

Sergio Capraro, direttore del torneo, la faccia organizzativa della manifestazione, con orgoglio annuncia la partecipazione di 9 top 100: un record. Ma già prima dei quarti di finale, si ’mmugghianu i pupi ben 5 di loro (fanno cioè fagotto degli strumenti utili per offrir spettacolo e vanno via): fuori Riba e Haider-Maurer entrambi per ritiro; out il “loro” Filippo Volandri (“degli organizzatori”, nonsosemispiego), che come l’hanno scorso, si presenta innanzi al pubblico palermitano fuori forma, fuori palla, fuori dalla grazia di dio, sminchiato (a Palermo!, è peccato mortale); saluti e baci per Gimeno-Traven, battuto da Veic, che non appena comincia a dire la sua segue a ruota lo sconfitto, suggerendo quel barlume di vitalità, non molto altro, che s’aspettava mettesse in evidenza già lo scorso anno sui campi del Country Club; fuori Machado, sconfitto da Naso, luce intermittente del torneo, uno, nessuno e centomila, come spesso nella sua carriera d’altronde.

Si scommette al Circolo, sugli spalti, alla buona: pranzi, cene, campi pagati. I più cinici vincono consumazioni al bar come se piovessero, i campanilisti non possono che perdere, sistematicamente. Chi tifa per gli azzurri è destinato a soffrire, sente la gola riempirsi del sapore amaro dei frutti marci, altro che profumo del grande tennis Atp!; qualcuno, non troppo tra i denti, si lascia sfuggire certe parolazze che le molte minchiazzate effettivamente richiedono.

Tra gli altri “poveri” italiani, di cui finora abbiamo taciuto, ricordiamo: Alessio Di Mauro, il trentacinquenne siracusano (n.178 della classifica mondiale), che esordisce in modo convincente, lui il miglior tennista siciliano della storia, giunto nel 2007 fino al gradino 68 del ranking Atp, supera in due set il quarantaquattrenne austriaco Thomas Muster, numero uno del mondo nel ’96 e vincitore dei Campionati Internazionali di Sicilia nel ’93. Di Mauro, durante il match, sfrutta la maggiore freschezza atletica e la sua “rinomata” regolarità, sa buonamente non umiliare un avversario troppo vecchio, oggi bollito e spennato, come l’anno scorso, più dell’ anno scorso, sembrando, Alessio, nuovamente un ragazzino, prima di mollare singolare e doppio nella successiva giornata (rispettivamente agli ottavi e ai quarti).

Perché Thomas? Perché? mischino…
“E che minchia ci aspetti a ritirarti? Ma che minchia ci aspetta…”, è questa la domanda che serpeggia sulle tribunette con le sedie Kartell in plexiglass trasparenti. Un tale si accorge di aver attirato la mia attenzione, il tono rammaricato e retorico con cui si pone l’interrogativo di cui sopra mi colpisce davvero: una sorta di ferita si apre tra le carni di codesto spettatore a ogni impatto fuori misura del “Fu Bombardiere Austriaco”. Si accorge del mio sguardo, dicevo, mentre prendo appunti sul suo lessico appassionante, con la Waterman tra i polpastrelli, sul taccuino sgualcito dallo scirocco presente ma non molesto.

L’ascesa in cui qualcuno sperava, su cui si faceva affidamento, quella di Giannessi, protagonista nella scorsa edizione (“special-exempt”, infatti), è minimo minimo interrotta: la continuità di risultati a livello challenger, da Cordenons in poi, si fa strabenedire, per colpa di una prestazione del tutto priva di tono contro il tedesco venticinquenne Beck (giustiziere nel successivo turno di Filippo Volandri, poi addirittura semifinalista). Pochino per chi ambisce a far parte, pur dalla seconda linea, del neopromosso gruppo Davis-Italia.

Bella (sebbene agonisticamente poco utile e priva d’interesse), è commovente la wild card regalata a Francesco Aldi, al ritiro dopo una carriera che ha spinto fino a essere n. 113 del mondo, fino ad asfaltare in casa nel 2005 David Ferrer, allora tredicesimo, oggi quinto del ranking Atp. Sul campo centrale, Paola, la mamma di Federico Luzzi, il tennista stroncato pochi anni fa, a soli 28 anni, da una leucemia fulminante, lo festeggia così come, certamente, avrebbe fatto il figlio, fraterno amico del palermitano n. 1 di sempre. Per Aldi è ben avviato un futuro da tecnico di livello internazionale, sebbene il suo pupillo Cecchinato, altra wild card, al Sicilia Classic non si mette per nulla in evidenza.

Intanto, spazio in semi per Ungur, (vincitore nel 2009), penetrato di gran classe in una profonda crepa del main draw.
Avanzano senza troppe difficoltà, anche loro fino alla semifinale, due argentini: il ventinovenne Carlos Berlocq, giunto in Sicilia da super favorito, nonostante la testa di serie n. 1 gliel’abbia soffiata all’ultimo Flop-Machado; e il mancino Diego Junqueira che “schiaccia” nella frazione decisiva il portoghese Gil, sfruttando tutto il suo tennis, dritto arrotato e gran tocco di palla.

E in fine, in fin dei conti, con un po’ di malinconico dispiacere, son io che mi domando adesso: “Perché Thomas? Perché…”.

MARCO CARROCCIO

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007