Gli ex Servirail lasciano il Campanile del Duomo, ma avvertono: “Non è una resa”.

Gli ex Servirail lasciano il Campanile del Duomo, ma avvertono: “Non è una resa”.

Eleonora Corace

Gli ex Servirail lasciano il Campanile del Duomo, ma avvertono: “Non è una resa”.

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martedì 10 Luglio 2012 - 14:20

Sospesa l'occupazione del Campanile. In una conferenza stampa, stamattina, bocciata la politica locale, definita incapace. Ringraziati l'Arcivescovo La Piana e il Prefetto Alecci. “Non è una resa”, precisano gli ex cuccettisti, che attendono il pronunciamento del Tribunale del Lavoro. Tutto questo circa un’ora prima del “blitz” alla Provincia

Sono diventati simbolo della crisi economica. Simbolo del disagio sociale ed umano di chi perde il lavoro. Simbolo dell’ingiustizia di una politica nazionale che dimentica sempre il Sud. Simbolo soprattutto dell’incapacità e immobilismo della politica locale. Sono tutto questo gli ex Servirail, i protagonisti di quella che è stata definita la “vertenza dell’anno”. Ora quei simboli viventi – testimoni di diritti negati e della forza di reagire e non subire in silenzio – lasciano il simbolo della città di Messina, il Campanile del Duomo che avevano occupato quaranta giorni fa. Ma guai a parlare di resa. Sgomberano il monumento per non abusare dell’ospitalità dell’Arcivescovo Calogero La Piana e soprattutto per non pesare sul bilancio della Cooperativa che gestisce le visite sul Campanile. “Non vogliamo una guerra tra poveri”, spiega Lillo Rizzo, parlando a nome dei suoi colleghi e compagni di lotta. Stamattina, nell’ultima conferenza stampa con la suggestiva cornice della Cattedrale, gli ex cuccettisti si sono sfogati contro i politici. “Siamo gli unici ad essere rimasti disoccupati, anche se abbiamo un politico messinese, l’onorevole Garofalo, che fa parte della Commissione dei Trasporti. Abbiamo anche deputati a livello nazionale, come Genovese e D’Alia, ma nessuno ha voluto o saputo fare niente”.
Non è stata risparmiata, inoltre, nemmeno una frecciata a Nanni Ricevuto: “Aumenta la giunta mentre noi moriamo di fame”. Una battuta, questa, fatta poco prima di staccare lo striscione e andare a dirlo direttamente al Presidente della Provincia senza interposta persona. Riconoscimenti di gratitudine sono stati rivolti, invece, oltre che all’Arcivescovo La Piana, al Prefetto Alecci – “persona squisita” – e a quei sindacalisti – “sindacalisti appunto, non sindacati” precisa Lillo Rizzo – che hanno seguito la vertenza. E gli ex Servirail si rivolgono anche alla stampa: “Servirail deve dimostrare che è stato solo l’inizio. Anche quando si spegneranno i riflettori, come per tutte le cose, si dovrà dare spazio alle vertenze future”.
Nel frattempo si attende l’ordinanza del Tribunale del Lavoro, ma gli ex cuccettisti precisano: “la partita giuridica è una cosa diversa dalla vertenza. L’ordinanza del Tribunale, che poi dovrà essere portata a sentenza, se tutto va bene permetterà agli ex Servirail di essere riassorbiti in Trenitalia, ma non risolverà il problema dei treni notte che sono stati tagliati”. Un problema che è di tutta la città, come spiegano Giuseppe Arrigo e Pasquale Maimone: “Siamo responsabili delle 12mila firme che abbiamo raccolto contro la soppressione dei treni notte. È vero che il treno di Milano è stato ripristinato, ma quelli di Venezia e Torino, ad esempio, no. Un solo treno non può garantire la continuità territoriale sancita dalla costituzione e il diritto alla mobilità”.
Per il momento si torna a casa, “anche per ritrovare un equilibrio famigliare messo a dura prova dopo mesi di occupazione”, come fa notare Giuseppe Arrigo. Rimangono i ricordi della “scalata” del Campanile. Memorie di esperienze difficili, ma anche di piccole soddisfazioni e barlumi di speranza. “I momenti più brutti – raccontano gli ex Servirail – sono stati nei primi giorni dell’occupazione, soprattutto quando per la stanchezza e la disperazione un nostro compagno ha tentato di buttarsi giù dal Campanile. Il momento più bello è stato durante la festa della Madonna della Lettera, quando l’Arcivescovo ha esortato i cittadini ad applaudire nella nostra direzione. Abbiamo sentito la solidarietà delle persone. Lassù eravamo tutti in lacrime”.
Intanto, in attesa del pronunciamento del tribunale, manterranno il presidio al Binario 1, per avere un luogo in cui continuare ad incontrarsi e pianificare le prossime strategie d’azione. L’11 agosto scadrà il sussidio di disoccupazione e c’è tristezza sui volti degli ex cuccettisti. Si incrociano le dita nella speranza che almeno la via legale porti, insieme al posto di lavoro sottratto, giustizia. (Eleonora Corace)

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