Corvaja: "Vorrei che la gente parlasse del Prg come della propria squadra"

Corvaja: “Vorrei che la gente parlasse del Prg come della propria squadra”

Rosaria Brancato

Corvaja: “Vorrei che la gente parlasse del Prg come della propria squadra”

mercoledì 11 Aprile 2012 - 19:48

"Vorrei che ognuno si sentisse in piccolo amministratore della sua città". L'assessore Corvaja spiega quali principi hanno ispirato le linee direttive del Prg che ha una nuova filosofia: basta consumo di nuovo suolo. E punta alla partecipazione di tutti

“Mi piacerebbe che i messinesi parlassero del Prg come si parla di Muntari prima di una partita del Milan”. La battuta dell’assessore alle politiche del territorio Giuseppe Corvaja fa comprendere come per lui il Prg debba diventare qualcosa che ogni messinese “possa sentire suo”, perché ogni pezzo di città ci appartiene. “Mi piacerebbe far conoscere a tutti le linee direttive del Piano in modo che ognuno possa dire la sua, anche in base alle competenze. In piccolo dovremmo considerarci tutti “amministratori” della nostra città ”. Ci crede talmente tanto in questa “partecipazione dal basso” che nei mesi scorsi ha distribuito centinaia di schede da compilare in modo anonimo e altrettante ne diffonderà nelle prossime settimane per scoprire come i cittadini immaginano il loro territorio, come lo vivono e come lo vorrebbero. Insomma fare il tifo per il Prg come lo si fa per la propria squadra del cuore, perché in fondo, quando vince la città vinciamo anche noi. Certo, è difficile riuscire ad essere affascinati dalle mappe, dagli indici catastali, dalle volumetrie, ma se guardiamo oltre possiamo scoprire che in fondo, dietro le cifre, c’è il nostro futuro. “Non ci vuole molto, basterebbe che tutti, senza steccati politici si sedessero davanti alle planimetrie di Messina e iniziassero a decidere. Le soluzioni sono sotto i nostri occhi, solo che non le vogliamo vedere. Per questo sostengo che la partecipazione di tutti è indispensabile”. Il nuovo Prg è totalmente rivoluzionario perché sostituisce la vecchia filosofia,costruire case, con una diametralmente opposta,ovvero basta all’utilizzo di nuovo suolo. “Il vecchio Prg aveva la vocazione alla costruzione di case, invece dobbiamo riprenderci la nostra vocazione che è turistica, marittima, commerciale. La mentalità cambia solo se cambiamo le regole. Finora si è costruito perché il Prg dava la spinta all’edificazione, era l’unica scelta. Avevi un terreno, l’unico modo per farlo fruttare era costruirci sopra. Noi dobbiamo ribaltare le regole”. Infatti la parola d’ordine sarà la perequazione urbanistica, l’individuazione di macroaree con lo stesso indice in modo da evitare la spinta alla speculazione edilizia. L’obiettivo è il consumo del suolo pari a zero. Per Corvaja è questo l’aspetto più importante che disincentiverà la corsa al cemento. “ La soluzione ideale per la Birra Messina, gli ex Molini Gazzi era quella di puntare sull’archeologia industriale, ristrutturare creando musei, centri culturali come si fa ovunque secondo una concezione moderna, invece noi restiamo ancorati al passato. Ma se il tuo indice di edificabilità è uguale al mio la corsa al cemento finisce”. Le risposte, dice Corvaja, sono sotto i nostri occhi “Tutti pensiamo che esista solo una centralità, Piazza Cairoli, qualcuno si spinge fino a Piazza Duomo. Non è così, creiamo nuove centralità, nei villaggi, nella zona falcata, al porto. Pensi all’ospedale militare. C’è una proposta presentata da Roberto Nicolosi che ne prevede l’utilizzo come Cittadella della Giustizia, a costi minimi, l’area è di oltre 12 mila metri quadrati, ci sono 400 posti auto, basterebbe una telefonata tra i due ministeri. Invece la proposta di Nicolosi è rimasta inascoltata. Faccio un altro esempio, l’Università: gli studenti fuori sede pagano gli affitti, quasi sempre in nero, c’è una sola Casa dello studente e un’intera cittadella universitaria al Papardo, ebbene, si potrebbero realizzare Case degli studenti in zona. Lo stesso vale per i parenti dei lungo degenti del Policlinico o del Papardo. Terzo esempio: abbiamo 60 km di costa eppure non esiste una sola zona dedicata ai pescatori di professione. Per non parlare dei porticcioli turistici. E’ assurdo, ci manca proprio la cultura del mare. Mi chiedo quanti sanno nuotare, andare a vela, vogare. Abbiamo uno dei più grandi porti del Mediterraneo, una costa che interessa due versanti di mare e non siamo riusciti a fare la minima parte di quel che fa Genova o Barcellona di Spagna. Anzi, ci troviamo la Fiera con quell’affaccio a mare meraviglioso che deve pagare il canone di locazione all’Autorità portuale e rischia lo sfratto. Ma scherziamo? Abbiamo 40 ettari di parco ferroviario e non riusciamo a convincere Rfi, che pure dice che vuole dismettere, a trovare il modo di usare quel patrimonio”. I villaggi ad esempio sono una risorsa, attualmente penalizzata, chi ci vive è come se abitasse in provincia, senza servizi efficienti. “Basterebbe realizzare due orti urbani per ogni villaggio e ogni anno portare in visita i bambini delle scuole elementari. Perché è da lì che si inizia, dobbiamo cambiare filosofia sin da piccoli, come per la raccolta differenziata. Sono idee che portano occupazione. In molti comuni esistono piccole imprese alle quali le famiglie portano le bottiglie di plastica per il riutilizzo, in cambio ottengono buoni spesa”. Probabilmente sono idee che oggi ci appaiono “marziane”, come la bioarchitettura e il risparmio energetico, che pure hanno spazio nella delibera. Non c’è un capitolo Ponte, perché in passato le incertezze sulla realizzazione hanno costituito un alibi per l’incapacità gestionale e alibi in futuro non ce ne devono essere “Non sappiamo se si farà o meno. Intanto organizziamo il territorio, poi si vedrà. Su questo punto la penso come Sofocle col matrimonio: sia che lo facciate sia che non lo facciate avrete di che pentirvene, diceva”. Corvaja ritiene sia più urgente pensare a quel che si può fare oggi sulla zona falcata, in Fiera, al Tirone, nei villaggi, nelle coste, nelle Zis. E’ improbabile che i messinesi si appassioneranno al futuro della Fiera come a Del Piero, ma basterebbe che non se ne disinteressassero del tutto…… “E non si aspettino regali personali, scambi, favori, perché il Prg non prevede affatto indici ad personam, tutt’altro, è questa la sua forza, tagliare le gambe alla speculazione edilizia”.
Rosaria Brancato

CORRELATI GLI ARTCOLI SULLE DIRETTIVE DEL NUOVO PRG

5 commenti

  1. puzza di bruciato 12 Aprile 2012 05:38

    Vedo codesto Assessore molto gasato… mi fa piacere… spero di risentirlo con questo spirito e con qualche “concretezza” accompagnare queste belle parole speranzose… saremo vigili sul Suo operato e poi commenteremo….

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  2. Tutto vero e sarebbe bello che non passassero in paio di generazioni per vedere il “rilancio” della mia Messina ….ad esempio se cominciassimo a pensare Messina nostra e quindi la squadra nostra non è il Milan ma IL MESSINA … il mio investimento finanziario lo faccio in città e non a Roma … insomma se la BORGHESIA cittadina iniziasse a capire cosa vuol dire sentirsi messinesi dentro e non fare soldi a Messina e portarseli via lasciando il deserto !!!!!! muntari..???.bah !! Speriamo sia vero….

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  3. per cambiare le regole .. e la sua direzione può essere condivisibile occorre cambiare classe dirigente , passare dalle chiacchiere alle cose fatte non possibilità ma progetti che si realizzano !! Per realizzare i sogni occorre che non esistano storie tipo l’Autorità Portuale vs Ente porto… Stu Tirone … porto turistico a s agata..centri commerciali.. piazze tematiche ….patrimonio da alienare.. anni anni anni e ancora anni di parole e il lavoro latita e le opportunità si perdono !! DECIDETE PRIMA CHE IL MALATO MUOIA

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  4. belle parole assessore ! ma lo sport preferito di tanti messinesi e’ non fare niente qui si vive di gelosie. e non fanno fare niente o mettono mille ostacoli !

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  5. Qualcuno ha pensato di prevedere ilcambio di destinazione d’uso nelle aree degli stadi? Oppure i progetti di riqualificazione e coperture resteranno per sempre progetti fantasma non approvabili?

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