cronaca

Alluvione killer, 24 anni dopo risarciti i Carità, pagheranno gli enti locali

MESSINA – E’ una vittoria amara, perché arriva 24 anni dopo la tragedia e perché non restituisce agli affetti le persone scomparse. Ma è una vittoria della giustizia, per la famiglia Carità, quella sancita dalla sentenza del giudice civile di Messina (dottoressa Francescaromana Puglisi) che condanna al risarcimento i funzionari degli enti locali chiamati in causa per le morti del 27 settembre 1998, quando la pioggia gonfiò il torrente Annunziata, travolgendo ed uccidendo Antonio, Maria e Angela Carità (vedi qui l’intervista al familiare) e il cingalese Simone Fernando. Un tributo di vite al dissesto del territorio che Messina tornerà a pagare tempo dopo, con l’alluvione del 2009.

la famiglia Carità vittima del fango

Il giudice ha accolto la tesi dell’avvocato Aurora Notarianni, che assiste i Carità nel processo, caratterizzato da lunghi rinvii , e condannato l’allora ingegnere capo del Genio Civile di Messina Rosario Navarra Tramontana e Rosario Guarniere, capo dipartimento strade del Comune, a risarcire gli eredi per i danni morali sia per i danni patrimoniali subiti. I due, difesi dagli avvocati Gianfranco Saccà, Antonello Scordo e Silvana Martello, dovranno risarcire Giovanna Carità con oltre 715 mila euro per i danni non patrimoniali e altri 833 mila euro a Giovanni Carità, più le spese. La condanna riguarda anche i rispettivi enti locali. Il Comune di Messina è rappresentato dall’avvocato Antonio Gazzara.

(nella foto d’apertura gli eredi Carità)

avv. Aurora Notarianni

Facendo leva sulle sentenze del processo penale, diventate definitive, il giudice civile conferma: “la posizione di garanzia e di controllo dallo stesso non esercitata ed in subordine la conseguenziale violazione dell’obbligo giuridico di impedire l’evento.”, a proposito della responsabilità dei due funzionari, che non avrebbero controllato che le opere di mitigazione del rischio fossero state eseguite a dovere.