Alluvione Saponara, nessuna responsabilita': inchiesta archiviata

Alluvione Saponara, nessuna responsabilita’: inchiesta archiviata

Alessandra Serio

Alluvione Saponara, nessuna responsabilita’: inchiesta archiviata

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mercoledì 16 Aprile 2014 - 17:42

La Procura ha chiesto ed ottenuto l'archiviazione dell'indagine sulla bomba d'acqua che nel 2011 uccise tre persone, incentrata sui rilievi del geologo Fiorillo. Mentre si avvicina l'udienza per i 61 abitanti di Giampilieri e Scaletta che si dichiararono sfollati e percepirono i rimborsi, pur rimanendo nelle loro abitazioni, dopo l'alluvione del 2009.

Non ci sono responsabilità nella tragedia che ha colpito Saponara nel 2011, la tremenda alluvione del 22 novembre di quell’anno che ha falcidiato due famiglie, sfollato centinaia di persone e messo in ginocchio gran parte della costa tirrenica tra Messina e Barcellona. Il bel sorriso di Luca Vinci, 10 anni, strappato alla sua giovane mamma. Luigi e Giuseppe Valla, 50 e 22 anni, padre e figlio, negati per sempre all’amore dei fratelli e della madre. Per quel che riguarda il piccolo borgo di Saponara, dove sotto il peso della pioggia un intero costone di collina è crollato, travolgendo la frazione di Scarcelli, l’inchiesta della Procura di Messina non ha individuato profili penali. Il Giudice per le indagini preliminari ha quindi accolto la richiesta avanzata dalla stessa procura di Messina e disposto l’archiviazione del fascicolo, alla fine del febbraio scorso. A coordinare l’inchiesta è stato il sostituto procuratore Camillo Falvo. Il magistrato aveva affidato all’ingegnere Francesco Fiorillo il compito di eseguire tutti i rilievi e le ricerche del caso per capire se la frana, e le sue conseguenze mortali, è stata una tragica fatalità o se la tragedia poteva essere evitata.

Nessuna responsabilità è però emersa dalla consulenza del tecnico, quindi l’indagine penale va in soffitta. C’è attesa, però, per il deposito delle motivazioni del Giudice per le indagini preliminari, perché la stessa perizia indica profili interessanti, se non penalmente rilevanti comunque importanti sotto il punto di vista della programmazione dei fondi e degli interventi per la salvaguardia del territorio, le scelte politiche, le norme di sicurezza e la loro attuazione. Insomma, non ci sarebbero state responsabilità nelle conseguenze più pesanti che l’alluvione ha prodotto. Certamente, però, la frana poteva essere contenuta.

Indicazioni che potrebbero avere una eco anche nel processo, in corso, su un’alluvione che ha avuto conseguenze ancora più pesanti, quello per i 37 morti provocati dalla bomba d’acqua che nel 2009 si riversò su Giampilieri e Scaletta. Proprio ieri davanti al Giudice Monocratico Massimiliano Micali hanno sfilato i tecnici comunali e della Protezione civile in servizio in quei tragici giorni. Al centro delle domande del collegio di difesa, i Piani di protezione civile del Comune di Messina e quello di Scaletta Zanclea.

Intanto è stata fissata al 16 giugno prossimo l’udienza preliminare per i 61 residenti della zona alluvionata che nel periodo successivo hanno goduto dei rimborsi e degli aiuti regionali e nazionali, dichiarando di essere sfollati. Secondo gli accertamenti, però, non lo erano affatto: nelle abitazioni che “sulla carta” avevano abbandonato, infatti, continuavano ad essere erogate regolarmente luce, gas ed altre forniture, come scoperto dai Carabinieri. La loro posizione va ora al vaglio del Gup Daniela Urbani.

Alessandra Serio

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