Valle del Mela, è polemica sugli investimenti per la Centrale termoelettrica

Valle del Mela, è polemica sugli investimenti per la Centrale termoelettrica

Giovanni Passalacqua

Valle del Mela, è polemica sugli investimenti per la Centrale termoelettrica

venerdì 04 Luglio 2014 - 14:58

Le associazioni ambientaliste contestano i metodi usati dal governo regionale per affrontare la situazione del comprensorio. “Nulla può essere deciso senza prima consultare la popolazione, che si tratti di un'esercitazione antincendio o dell'utilizzo di un nuovo carburante per la produzione. E alla VI commissione diciamo: la raffineria non è l'unico problema”.

Continua l’aspra battaglia tra le associazioni ambientaliste e il polo industriale della Valle del Mela. L’ A.D.A.S.C. – Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini – e il Coordinamento Ambientale Milazzo-Valle del Mela contestano il comportamento della Presidenza della Regione e degli Assessorati Regionali all’Energia, Attività Produttive e Territorio-Ambiente in merito alla vicenda della Centrale termoelettrica di San Filippo del Mela.


“Il futuro del nostro territorio deve essere deciso con tutti i soggetti portatori di interessi collettivi e diffusi” – dichiara Giuseppe Maimone, presidente ADASC – “ e se per far sentire la voce della popolazione dovremo indire una forma di protesta sotto Palazzo D’Orleans, non avremo nessuna paura ad organizzarci. L’intera popolazione, già costretta a convivere con un alto tasso d’inquinamento di origine industriale, ha il diritto di conoscere nei dettagli il piano dell’azienda e cosa comporta in termini di impatto ambientale e sanitario l’utilizzo di questo nuovo CSS (Combustibile Solido Secondario, ottenuto da rifiuti non pericolosi, ndr). I vertici regionali decantano tanto le direttive europee, i trattati, i suggerimenti; peccato che vengano applicati solo a piacimento della governance. La Convenzione di Aarhus è un trattato internazionale volto a garantire all’opinione pubblica e ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia ai processi decisionali concernenti l’ambiente. Nessun accordo di programma può essere siglato senza avere consultato la popolazione. Il diritto alla salute, il diritto di vivere in un ambiente pulito non possono essere barattati con posti di lavoro. Basta con il solito e ridicolo ricatto occupazionale. La gente si ammala, e muore anche per colpa dell’inquinamento ambientale di matrice industriale. Invitiamo i Sindaci e i Consigli Comunali dei comuni ricadenti nell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale ad esprimersi ufficialmente sulla questione. L’inquinamento prodotto dalla centrale investe diversi territori comunali; non può essere solo un comune, in questo caso San Filippo del Mela, a decidere le sorti dell’intero comprensorio. Invitiamo la IV Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana ad attivarsi urgentemente e convocare tutte le parti interessate”.


Proprio la IV commissione – competente in materie ambientali – ha convocato il 25 giugno scorso una seduta, cui hanno partecipato l’assessore Mariarita Sgarlata, i vertici ARPA, i sindaci della Valle e le associazioni ambientaliste, per discutere delle problematiche ambientali causate dalla RAM. Tuttavia, il dibattito non ha riguardato le numerose altre industrie impiantate tra Giammoro e Milazzo. “Indubbiamente la Raffineria di Milazzo è una tra le industrie che ha maggior impatto ambientale; ma è opportuno precisare che il territorio è devastato da più forme di inquinamento, provocate anche da altre aziende. Al fine di tutelare la cittadinanza, l’ADASC suggerisce l’istituzione di un tavolo permanente nel quale affrontare la moltitudine di problemi ambientali esistenti. Decine di studi scientifici hanno appurato lo stato di crisi sanitaria, ma una politica insensibile non ha messo in atto nessuna azione concreta a tutela della popolazione residente. Riteniamo che nel nostro territorio non vengano applicati i principi cardini dettati dall’Unione Europea, in primis il principio di precauzione”.


Ad esasperare gli animi della popolazione è soprattutto la sensazione che, ai fiumi di parole e impegni istituzionali promossi, non seguano i fatti. “É accettabile” – insiste Maimone – “che in un territorio dichiarato ad elevato rischio di crisi ambientale venga effettuato un monitoraggio con soltanto due centraline, di proprietà di ARPA Sicilia? E’ accettabile che la popolazione debba convivere con la presenza costante di odori molesti e nauseabondi? E’ accettabile che dopo 12 anni dalla dichiarazione di Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale non sia stato ancora approvato e finanziato un piano di risanamento? Che la popolazione debba vivere a contatto con l’amianto? Che sul nostro territorio si pensi di costruire altre industrie potenzialmente insalubri? E’ arrivato il momento di parlare concretamente di risanamento del territorio”. A tal proposito, l’ADASC ha invitato i componenti della IV commissione a visitare di persona i luoghi del SIN-AERCA della Valle del Mela, e a valutare da sé la situazione del comprensorio.


L’ADASC ha inoltre commentato l’esercitazione antincendio organizzata dalla RAM, segnalando alcune anomalie e approfittandone per ribadire la vocazione turistica della Valle del Mela: “Ben vengano le esercitazioni antincendio ma nel rispetto del territorio e della popolazione. Diversi cittadini hanno contattato l’associazione, preoccupati per la vistosa nube nera che si alzava nei pressi nel complesso industriale. Non è un bel biglietto da visita per i diversi turisti che in questi giorni stanno visitando la nostra città. La Valle del Mela è stata già trasformata in una “discarica a cielo aperto”; bisogna invertire la tabella di marcia: priorità alle bonifiche e al lavoro pulito”.


Giovanni Passalacqua

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