Il presidente è riuscito fino ad oggi a prendere tempo, ma da Roma pressano per l’entrata in giunta di PiD e Mrn e i centristi ma non ne vogliono sapere. Oggi la prova del bilancio, Sicilia Vera: «Se non accetterà il confronto in aula, prenda atto in solitudine del suo fallimento e riconsegni il mandato»
La situazione politica alla Provincia è appesa al filo delle volontà dei partiti di maggioranza di trovare un punto di incontro e andare avanti. La nuova grana che rischia di minare i rapporti tra PdL e Udc, incostanti in questi quasi tre anni di amministrazione comune, è rappresentata (come scritto sabato, vedi correlato) dalla nomina nella giunta provinciale di due esponenti , uno del PiD (Popolari Italia Domani) e l’altro del Mrn (Movimento Responsabilità Nazionale). I centristi non ci stanno per due motivi: per una questione di numeri in quanto entrambe le realtà non hanno alcun rappresentante in consiglio, ma anche per una ragione di credibilità, considerando quanto accaduto a Roma solo qualche mese fa.
Ed è proprio il contesto nazionale a pesare sulla vicenda. Da una parte alcuni rappresentanti del PdL romano, in primis il sottosegretario Rocco Crimi, pressano per l’ingresso in giunta di 0PiD e Mrn, in modo da formalizzare anche sul locale l’alleanza manifestatasi in Parlamento in occasione della mozione di sfiducia presentata dal terzo polo lo scorso dicembre, respinta dalle Camere proprio grazie ai voti di Saverio Romano, Domenico Scilipoti e delle loro rispettive “squadre”. Dall’altra l’Udc, per le ragioni di cui sopra, ma anche perché si ritiene “geneticamente incompatibile” con gli “ex amici” del Pid, non è disposta a fare passi indietro. Fino ad oggi Nanni Ricevuto, con la consueta arte oratoria e l’abilità di mediazione che gli viene riconosciuta, è riuscito a prendere tempo lasciando vuoti i due tasselli della giunta dopo l’uscita degli autonomisti Bruno e Duca. Ma potrebbe non bastare ad evitare un’inevitabile resa dei conti.
Come anticipato, questa mattina si è tenuto un confronto interno all’area D’Alia-Udc. La posizione rispetto all’ingresso al PiD in giunta è stata confermata, ma è probabile che un’analisi più approfondita venga fatta a tornata elettorale conclusa. Anche perché, qualora dovesse realmente concretizzarsi una spaccatura a palazzo dei Leoni, questa stessa si propagherebbe in maniera del tutto naturale negli altri enti locali, in primis a palazzo Zanca. Qualche segnale potrebbe intanto emergere nel pomeriggio in occasione della seduta del consiglio provinciale, convocato con all’ordine del giorno l’approvazione del conto consuntivo 2010. Certamente un’occasione per testare gli umori e verificare il clima, al di là degli aspetti politici, con la discussione del bilancio che si preannuncia abbastanza infuocata.
A poche ore dall’inizio dei lavori, il “solito” Pippo Lombardo, portavoce provinciale di Sicilia Vera, lancia un appello a Ricevuto: «Chiediamo la sua presenza in aula. La responsabilità della gestione fallimentare del precedente esercizio finanziario, può essere attribuita solo allo stesso, che ha esautorato di fatto il consiglio e la giunta. Da tre anni il presidente Ricevuto non ha mai accettato un confronto in aula con la sua maggioranza, non ha mai portato e discusso nessuna relazione annuale, pur avendone l’obbligo per legge e ha sempre disatteso tutti gli atti di indirizzo del consiglio. Adesso, più che mai, non è più procrastinabile un confronto in aula, visto che di fatto non ha più una maggioranza che lo sostiene e ha presentato un consuntivo dove si certifica il fallimento dell’azione amministrativa con il salasso delle casse provinciali nei confronti della Sogas, alla quale sono stati versati, nell’esercizio finanziario precedente, oltre un milione di euro. Inoltre, si prospetta per l’esercizio in corso oltre al rientro della nostra partecipazione azionaria dei debiti della Sogas, che potrebbe anche questo anno superare il milione di euro, una partecipazione di altri seicentomila euro per avere servizi che non porteranno nessun beneficio per la provincia di Messina».
Sogas, ma non solo: il fallimento sulla crescita dell’occupazione giovanile in provincia che nell’ultimo triennio vede Messina in fondo alla classifica in Sicilia; sulla pianificazione territoriale, due conferenze stampa di presentazione del PTP (Piano Territoriale Provinciale) e nessuna proposta è mai arrivata in Consiglio; sull’edilizia scolastica, nessun procedura in tre anni è stata avviata per la realizzazione di almeno un nuovo plesso scolastico; sul Piano Strade, oltre cento milioni di euro spesi ed il disastro della viabilità provinciale è sotto gli occhi di tutti e per il quale, ancora oggi, si aspetta la nomina di una Commissione di controllo, per la quale lo stesso Ricevuto aveva preso impegno subito dopo aver indicato alla sua maggioranza in Consiglio di bocciare la proposta dell’aula. Tutto questo aggiunge nel calderone Lombardo, che conclude: «Se non accetterà il confronto in aula, prenda atto in solitudine del suo fallimento, chieda scusa ai cittadini della provincia di Messina e riconsegni il mandato».
Emanuele Rigano
