I dati sull'occupazione a Messina nel 2013: precarizzazione e bassa scolarizzazione

I dati sull’occupazione a Messina nel 2013: precarizzazione e bassa scolarizzazione

Rosaria Brancato

I dati sull’occupazione a Messina nel 2013: precarizzazione e bassa scolarizzazione

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giovedì 26 Dicembre 2013 - 13:47

Da un'analisi della Cisl sulla situazione occupazionale a Messina e in provincia emergono dati sconfortanti: si va verso la precarizzazione del lavoro, con un aumento dei contratti a tempo determinato. Il mercato inoltre richiede per il 79% titoli di studio tra scuola media e diploma, mentre le richieste di laureati sono al 7%......

E’ una Messina che tira a campare, un territorio sbilanciato sul consumo piuttosto che sulla produzione, una realtà che espelle le eccellenze piuttosto che valorizzarle quella che emerge dai dati sull’occupazione analizzati dal centro studi Cisl e relativi al 2013 che si avvia alla fine.

Sono le cifre e i grafici (non basati sull’Istat ma sulle comunicazioni obbligatorie da parte delle aziende e degli enti) a “parlare” e a dipingere una realtà drammatica dove aumentano le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato per fare spazio a contratti a tempo determinato e dove la formazione richiesta si limita (come soglia massima) al diploma d’istruzione secondaria con percentuali talmente alte da doverci fare arrossire di vergogna.

“ Oggi non manteniamo più la rotta- scrive il segretario generale della Cisl Tonino Genovese- ma navighiamo a vista cercando disperatamente di contenere la povertà e la disoccupazione senza sapere effettivamente dove stiamo andando”.

E se in passato il posto pubblico è stato utilizzato con disinvoltura dalla nostra politica (con la nostra complicità) come merce di scambio, guardando esclusivamente al consenso piuttosto che alla produzione di ricchezza per le prossime generazioni, oggi paghiamo le conseguenze di questa dissennata gestione della cosa pubblica con un sistema che si sta frantumando.

Andiamo adesso ai dati.

Nel 2013 gli avviamenti al lavoro sono stati 95.381 (dei quali 50.524 uomini e 44.857 donne), e contemporaneamente le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 26.739 (16.266 uomini e 10.473 donne).

A prima vista il saldo tra cessazioni e nuovi rapporti sembrerebbe positivo ( con oltre 69 mila assunzioni nuove) in realtà non è affatto così: i dati dimostrano la cessazione di contratti a tempo indeterminato e l’incremento dei contratti a tempo determinato o comunque tipologie contrattuali che non prevedono continuità (come l’apprendistato o i co.co.co).

Si scopre infatti che gli avviamenti del 2013 (quindi i nuovi contratti) hanno riguardato contratti a tempo determinato per 30.577 uomini e 28.558 donne, le altre tipologie, come tirocinio, apprendistato e co.co.co hanno interessato gran parte della cifra restante mentre i nuovi contratti a tempo indeterminato sono stati appena 9.369 per uomini e 6.287 per le donne.

Quanto poi alle cessazioni, i numeri sono invertiti: sono stati infatti chiusi più rapporti a tempo indeterminato 10.816 uomini e 6.463 donne che a tempo determinato (6.887 cessazioni).

In sintesi “il quadro occupazionale sta precarizzando i contratti di lavoro non solo nelle nuove assunzioni- spiega Tonino Genovese- ma addirittura trasformando i contratti a tempo indeterminato a tempo determinato o nelle nuove forme che non prevedono un futuro certo di continuità”.

I nuovi ingressi nel mercato quindi (tenendo conto comunque anche dei lavori stagionali) sono peggiorativi rispetto al passato, perché vanno nella direzione inesorabile della precarietà collettiva.

Un altro dato interessante riguarda le motivazioni delle cessazioni: il 28,06% risulta per dimissioni….

Le cessazioni e gli avviamenti in gran parte riguardano il terziario ed i servizi fatto questo che avvalora da un lato la stagionalità di alcune occupazioni e dall’altro il fatto che Messina produce sempre meno e si orienta verso il consumo sempre più. Nel frattempo l’imprenditoria attuale messinese nasce dal 2000 in poi, sancendo in modo chiaro la fine dell’imprenditoria storica che non è stata capace di adeguarsi al mutare dei mercati.

Ma c’è di più.

La Cisl ha analizzato il titolo di studio richiesto per gli avviamenti e si scopre che è bastata la licenza media per il 49% e il diploma d’istruzione secondaria per il 30%.

Sommando le due categorie la percentuale è allarmante, la preparazione richiesta dal mercato del lavoro a Messina è del 79% tra licenza media e diploma….

Nell’11% dei casi l’assunzione è avvenuta anche in assenza di titoli di studio mentre la laurea è stata richiesta appena nel 7% dei nuovi contratti….

Questo dato comporta due conseguenze: la scarsa scolarizzazione di chi lavora a Messina e la fuga dei laureati perché il mercato provinciale non offre niente e non chiede preparazione e qualifica.

Se andiamo agli avviamenti si può inoltre notare che 29.674 hanno riguardato professioni non qualificate, 29.663 professioni qualificate nel commercio, 10.733 tra artigiani e agricoltori, più di 7 mila impiegati in uffici, 3.980 in professioni tecniche, 9.980 in professioni intellettuali e scientifiche (solo in questa categoria il numero delle donne quasi triplica quello degli uomini). Ebbene, gli avviamenti che riguardano gli imprenditori e l’alta dirigenza sono stati solo 168.

Il quadro è disarmante, un peggioramento progressivo non solo sul fronte della precarizzazione, che tutto sommato è in linea con il quadro nazionale, ma va di pari passo con la “dequalificazione” e con la desertificazione del territorio.

Un ultimo cenno riguarda gli ammortizzatori sociali che nel 2013 sono stati erogati per oltre 19 milioni e 600 mila euro, dei quali la gran parte, quasi 15 milioni, sono andati per la mobilità in deroga che ha interessato 1.237 lavoratori e 473 aziende e i restanti 4 milioni e 700 mila euro per la cassa integrazione in deroga che ha riguardato 918 lavoratori e 47 aziende.

L’analisi è spietata e non perché lo siano i commenti, ma perché bastano i dati. Non ci sono molte strade, e la Cisl invita a ricreare un nuovo sistema, ma per farlo occorre leggere senza mentire e mentirsi sulla realtà. Il secondo passo deve essere quello di portare avanti un nuovo modo di gestire la cosa pubblica. Paradossalmente è proprio questo il passo più difficile.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. –se in passato il posto pubblico è stato utilizzato con disinvoltura dalla nostra politica (con la nostra complicità) come merce di scambio, guardando esclusivamente al consenso piuttosto che alla produzione di ricchezza per le prossime generazioni, oggi paghiamo le conseguenze di questa dissennata gestione della cosa pubblica con un sistema che si sta frantumando–

    il sig. genovese quanti anni ha e cosa fa nella vita??

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  2. Tutti a casa!!!!!
    Iniziando dalle circoscrizioni, disciplinate nell’art. 17 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.
    Le circoscrizioni possono essere istituite dai comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti. Nei comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti lo statuto può prevedere particolari e più accentuate forme di decentramento di funzioni e di autonomia organizzativa e funzionale, determinando altresì gli organi, lo status dei componenti e le modalità di elezione, nomina o designazione.
    Dirigenti Comunali
    Troppi ed inutili ….. quali risultati ??? . Sig. Sindaco basta con le raccomandazioni (On. Ministro D’Alia = Dott. Giovanni Bruno, Dott. Le Donne, ecc. ecc. ) BASTAAAAA!!!!!
    Partecipate
    Premesso che non bisogna MAI sparare sulla Croce Rossa ….. ATM quasi 600 Dipendenti – assunti con quali concorsi; quali e quanti promozioni ?????
    Messina Ambiente = Quali e quanti Sigg. Autisti …… cosa fanno visto che il trasporto è stato conferito ad azienda esterna ????..
    I Dipendenti assunti nelle varie istituzioni ….. poi diventati inabili ….. a casa e/o a carico dell’INPS, quanti di questi diventrerebbero
    ECO PASS
    Quanti incassi ???? ogni quando ??? che gestisce questi introiti ????
    Ma si possono conoscere i Bilanci ?????
    Tutti a casa !!!!! con i risparmi strade sistemate e pulite, più autobus nella città, più vigili Urbani e quant’altro. Unica soluzione le varie sigle Sindacali tutti a casa …. In alternativa = niente permessi sindacali e soprattutto niente trattenuta in busta paga (vedasi Referendum… siamo stanchi ….
    CISL = Poste – CGIL Marittimi – UIL = Partecipate –

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  3. I messinesi, se vogliono smentire la nomea che li accompagna di ” buddaci”, devono sfoderare gli attributi ..di coscienza . Devono rispondere a chi, con poderosi studi scientifici inattaccabili, ha individuato nella realizzazione del Ponte e le infrastrutture connesse l’ UNICA realistica possibilità di combattere la DISOCCUPAZIONE locale e la emigrazione forzata. Ogni altra ipotesi di sviluppo e’ sterile chiacchiericcio , utopia , quando non ipocrito ” tirare a campare”. I sindacati dimostrino indipendenza, libertà di coscienza, coraggio e autentica volontà di cambiamento. Questa classe politica dirigente amministrativa malgrado tutta la buona volontà di cui è dotata… e’ facile immaginare sarà seppellita dalla clamorosa paradossale mancanza di visione strategica.

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  4. Non è MAI stato stilato un piano strategico occupazionale (tra gli altri) per la città di Messina che potesse evolversi in lavoro a medio-lungo termine, di che cosa stiamo parlando? Anche il marocchino al semaforo analizza l’andamento della sua attività e programma attività di sviluppo, gli amministratori vecchissimi, vecchi ed attuali vengono da un altro pianeta, quello delle chiacchiere!

    Analizzando i dati proposti dal sig. Genovese (mi piacerebbe sapere che lavoro fa oltre che lo statista per il sindacato, non è una critica ma una mera curiosità personale), si deduce che:
    1) La manodopera “ricercata” è di “medio-basso livello”, non è un insulto ma viene definita così, non è colpa mia.
    Le dimissioni sono mirate e concordate affinchè l’ex datore di lavoro venga esentato dall’elargire indennizzi da licenziamento e siccome le cause al datore di lavoro vengono segnalate sul libretto di lavoro, NESSUNO fa vertenza altrimenti si auto-comprometterebbe eventuali assunzioni future (GRAZIE SINDACATO per la tutela dei lavoratori eh!!!).

    2) Com’è noto A TUTTI, le forme contrattuali più disparate ed a tempo determinato le hanno volute i vari Governi (maggioranze ed opposizioni ovviamente) di concerto con le sigle sindacali nazionali giusto per mantenere la carora davanti al muso del lavoratore ed obbligarlo a votare nella speranza di una riconferma contrattuale (QUESTA SI CHIAMA ESTORSIONE; GRAZIE SINDACATO anche per questo!!!)

    3) Il Sindacato sa spiegarmi cosa deve fare un laureato a Messina, se non ha uno studio professionale già avviato da un genitore? Medici ce ne sono a bizzeffe, gli avvocati sono quanto i granelli di sabbia, consulenti ne abbiamo a cascata… in un comune dove della parola “lavoro” non se ne conosce neanche l’origine, cosa deve fare un laureato dopo che paga migliaia di euro di tasse ed impiega anni ed anni in sacrifici? Deve mandare un curriculum al primo negozio di abbigliamento cinese? (e menomale che esistono visto che sono gli unici che ti danno 800 euro al mese, ti mettono in regola e ti pagano puntualmente!!!)

    4) Il Sindacato sa spiegarmi come mai c’è gente assunta con contratto di apprendistato e dopo 2 anni risulta ancora apprendista (magari nel mezzo si sono anche 2-3 dimissioni e riassunzioni)? Il dipendente è ritardato che dopo 2 anni non ha imparato a mettere un panino nel sacchetto (parlando di dipendenti apprendisti dei panifici) e preso dallo sconforto si licenzia per poi chiedere scusa e farsi riassumere? Oppure forse è una forma contrattuale per far rompere la schiena ai dipendenti per 12 ore al giorno, sottopagarli e versare quattro spiccioli di contributi? Ma il Sindacato lo sa che un apprendista non ha neanche la possibilità di farsi 1.000 euro di finanziamento neanche per pagarsi le spese mediche? (GRAZIE SINDACATO PER IL SUPPORTO AI LAVORATORI!!!)

    Sig. Genovese, in qualità di sindacalista, vuole davvero tutelare i lavoratori? Con la dovuta tranquillità, si faccia un giro in macchina con qualcuno dell’ispettorato del lavoro e cominci, porta dopo porta, ad ispezionare tutte le attività commerciali ed i cantieri edili aperti (è un lavoro fattibilissimo visto che la crisi ne ha decimato le presenze sul territorio). Da questa ispezione si renderà conto di cosa non va a Messina, si renderà conto che i dati statistici rispecchiano neanche il 50% della realtà (ovviamente la realtà è peggiore), si renderà conto che con un giro per le attività a verbalizzare gli sfruttatori avrà più soddisfazione che guadagnare uno stipendio per scrivere chiacchiere teoriche da gazzettino!

    Eviterei di sbandierare apertamente “l’attività” di sindacalista, ormai è palese come negli anni, TUTTI i sindacati, siano stati solo servi del potere forte e “sostenitori del compromesso a scopo di lucro” a scapito dei lavoratori che davvero vogliono lavorare. Come? Esistono? Già!!! Ci sono i “lavoratori”, inspiegabilmente tutelati dai sindacati che non vogliono lavorare ma che gradirebbero solo lo stipendio direttamente portato a casa il 27, questi pseudo-lavoratori, ahimè vengono tutelati alla faccia degli onesti.

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