La giunta ridimensionata e la maggioranza “mutilata”: come mutano gli equilibri politici a Palazzo Zanca

La giunta ridimensionata e la maggioranza “mutilata”: come mutano gli equilibri politici a Palazzo Zanca

La giunta ridimensionata e la maggioranza “mutilata”: come mutano gli equilibri politici a Palazzo Zanca

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venerdì 16 Dicembre 2011 - 14:40

Dopo tre anni e mezzo gli assessori sono undici e non più quattordici, l’Udc ha due rappresentanti in meno nell’amministrazione e in consiglio comunale il sostegno a Buzzanca ha perso otto unità. Con la grande incognita del rapporto tra Pdl e centristi

Cambi di casacca, stravolgimenti politici a livello nazionale con ovvie ricadute locali, alleanze in bilico e “intrusioni” giudiziarie. Sono diversi i fattori che hanno portato, nel giro di tre anni e mezzo, a modificare sensibilmente gli assetti politici a Palazzo Zanca, sia nella giunta guidata dal sindaco Buzzanca che nel consiglio comunale. L’analisi non può che partire dall’Amministrazione. Gli assessori dai quattordici originari (più il sindaco) si sono ridotti a undici ma a cambiare sono state soprattutto le “proporzioni”. Nell’assetto post-elezioni c’era l’Mpa, allora rappresentato da Fortunato Romano e da Pinella Aliberti. Oggi gli autonomisti non ci sono più: Romano si è dimesso in seguito alla prima sentenza della Consulta che ha dichiarto incompatibile la sua posizione con quella di deputato regionale (carica dalla quale, poi, sarebbe anche decaduto per altre ragioni); la Aliberti, che già non era più in forza dell’Mpa in seguito alla “scissione” della Sicilia Vera di Cateno De Luca, ha detto addio perché travolta dalla bufera dei contributi dei servizi sociali (vicenda per la quale risulta indagata insieme al dirigente al ramo Leotta). Nessuno dei due è stato sostituito, così come non sono stati sostituiti i due assessori dimissionari dell’Udc: Giovanni Ardizzone, che ha lasciato la poltrona di assessore anch’egli per il doppio incarico, e Carmelo Santalco, dimessosi pochi giorni fa perché indagato per peculato d’uso (troppe telefonate “extra” dal telefonino del Comune). Così l’Udc, che nel 2008 vantava cinque posizioni in giunta, adesso si ritrova son soli tre assessori: Franco Mondello, che è anche vicesindaco dopo le dimissioni di Ardizzone, Salvatore Magazzù e Pinuccio Puglisi. I primi due in quota D’Alia, il terzo in quota Naro. La mancata sostituzione di Santalco sarebbe frutto di una precisa scelta dei centristi, che vorrebbero attendere prima di verificare l’evolversi della situazione politica. Una ragione, questa, fondata ma che è il segnale della fragilità degli equilibri interni alla maggioranza.

Equilibri che si sono trasformati e non poco anche in consiglio comunale. Lo specchio del cambiamento è l’ufficio di presidenza, nel quale non c’è nessun rappresentante della maggioranza. Pippo Previti dell’Mpa, almeno sulla carta, è all’opposizione, lo stesso vale per il vicepresidente vicario Pippo Trischitta, che milita tra i finiani di Fli, e adesso anche per Angelo Burrascano, che nei giorni scorsi ha deciso di dire addio al Pdl, in aperta polemica con Buzzanca, aderendo al Gruppo Misto. Se si pensa che quando i tre furono eletti erano tutti espressione della maggioranza (ma con Trischitta già “più di la che di qua”), si capisce come e quanto sia cambiato lo scenario.

Ma è tra i banchi dell’aula che è avvenuto lo stravolgimento maggiore: il giorno dopo le elezioni Buzzanca poteva contare su una maggioranza a dir poco bulgara, composta da 29 consiglieri comunali (includiamo anche Carreri e Serra, al tempo entrambi in Risorgimento messinese, col primo oggi unico superstite del movimento di Fabio D’Amore). Da allora diversi sono stati i cambi di casacca: lo stesso Serra, dopo una breve parentesi in Sicilia Vera, è transitato al Gruppo Misto con evidenti tendenze verso il Pdl e stessa cosa è avvenuta, partendo però dal Pd, con Paolo Saglimbeni. Giuseppe Melazzo ha lasciato il Pdl per accasarsi all’Udc, percorso analogo ha fatto Marcello Greco, che ha lasciato il Pd per abbracciare le tesi di D’Alia. Nino Spicuzza ha detto addio all’Mpa è ha trovato asilo nel Pdl mentre Tanino Caliò s’è chiuso alle spalle la porta dell’Udc per transitare nel Pid, di cui è unico rappresentante. “Indolore” il cambio della guardia tra Roberto Sparso, diventato assessore al posto di Pippo Rao, e Roberto Nicolosi. Una rivoluzione, invece, l’ha provocata la scissione a livello nazionale tra Fini e Berlusconi, che ha portato i vari Nello Pergolizzi, Pippo Trischitta e Claudio Canfora a far nascere, in consiglio comunale, la forza d’opposizione del Fli. L’ultimo evento è stato il già citato addio al Pdl di Burrascano.

Risultato finale, frutto anche della fuoriuscita dell’Mpa dalla maggioranza e della presa di distanza di Cantello (Sicilia Vera) dalle posizioni di sindaco e giunta, è il seguente: la riduzione a 21 consiglieri della maggioranza a sostegno del sindaco, un numero “vacillante”, però, anche perché viene contato solo per ragion di partito un Melazzo che si è contraddistinto più per posizioni contrarie che favorevoli al percorso dell’Amministrazione. Una maggioranza di cui oggi fa ancora parte l’Udc, ma la domanda che tutti, a Palazzo Zanca, si pongono è: per quanto tempo ancora? E’ palese la condizione da separati in casa che caratterizza il rapporto Pdl-Udc, un matrimonio di convenienza che assume sempre più le sembianze di un divorzio annunciato.

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