Il sindaco di Saponara: "Vi prego non chiudete la scuola elementare di Scarcelli"

Il sindaco di Saponara: “Vi prego non chiudete la scuola elementare di Scarcelli”

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Il sindaco di Saponara: “Vi prego non chiudete la scuola elementare di Scarcelli”

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martedì 16 Aprile 2013 - 09:10

Il primo cittadino di Saponara, Nicola Venuto, insieme al presidente del consiglio comunale Antonio Salvo ha scritto una lettera accorata al Provveditore ed al Ministro per scongiurare la chiusura della scuola elementare di Scarcelli che per le famiglie sconvolte dalla tragedia rappresenta il simbolo "della normalità in un paese in cui nulla è più è normale dopo l'alluvione".

Il fango, quel 22 novembre 2011 ha travolto tutto a Saponara, vite umane, case, attività ed i sogni di una popolazione intera. La ricostruzione è in corso, basata solo sulla volontà di ricominciare, perché i tempi della burocrazia vanno da tutt’altra parte. Come nel caso della scuola elementare di Scarcelli, destinata alla chiusura.

Da qui l’appello del sindaco, Nicola Venuto e del presidente del consiglio comunale Antonino Salvo indirizzato al Provveditore, al Ministro alla Pubblica Istruzione e al Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Saponara: “Vi prego non chiudete la scuola elementare Quasimodo di Scarcelli”. Nella nota accorata sindaco e presidente del consiglio ricordano al Provveditore quanto accaduto nei pochi minuti dell’alluvione quando “ Saponara e in particolare la frazione di Scarcelli, sono balzati agli onori della cronaca nazionale per la terribile alluvione che con inaudita ferocia ha colpito la nostra popolazione, portando con se per sempre tre amici e fratelli, Luigi e Giuseppe Valla e il piccolo Luca Vinci. Con loro, quel giorno, è volata in cielo una parte di ciascuno di Noi. Ciò nonostante con dignità e testardaggine, i cittadini non si sono arresi, ma guardando negli occhi i propri figli, hanno capito che era necessario asciugare le lacrime, spalare il fango e costruire, anzi “RICOSTRUIRE” un futuro per Scarcelli e i propri figli”.

E così infatti è stato, perché la gente ha capito subito che non poteva aspettare i tempi della burocrazia e le ferite ancora aperte di Giampilieri ne sono una prova. A gettare le basi della rinascita sono state le Istituzioni Comunali, le Istituzioni Religiose e le famiglie che, rimboccandosi le maniche hanno iniziato là dove ci sono proprio le radici del futuro di una comunità: la parrocchia e la scuola.

“Con grande impegno dopo appena qualche mese i bambini- raccontano Venuto e Salvo-, seppur segnati dalla tragedia che aveva sconvolto le loro vite e quella delle loro famiglie, alcune dei quali hanno perso tutto compresa la loro casa, si sono ritrovati nei locali di quella scuola che per loro ha da sempre rappresentato la seconda casa. Con l’impegno di tutti, maestre, catechiste, genitori, si è cercato gradatamente di lenire la sofferenza che un evento tanto grande può causare in dei piccoli”.

Il sostengo maggiore è venuto dalla solidarietà che si è sostituita alla burocrazia ed alla macchina organizzativa, ancora oggi la Caritas e le associazioni di volontariato operano nel territorio contribuendo in modo sostanziale alla ripresa. L’Associazione dei Vigili del Fuoco ad esempio ha donato ai bambini di Scarcelli un calcio balilla e l’Associazione LIONS consegnerà nelle prossime settimane un’area giochi.

Piccoli gesti di solidarietà che però diventano grandi nel raggiungere un obiettivo quale quello di ridare serenità e normalità ad un paese che a distanza di un anno e mezzo dalla tragedia non ha nulla di normale per la mancanza tangibile di risposte concrete.

“Perdoni la mia insistenza nel voler rappresentare il contesto in cui ci si muove in un paese sconvolto dalla tragedia- continua la nota- ma ritengo che solo così posso trasmettere lo sconcerto che la notizia della chiusura del plesso scolastico “S. Quasimodo di Scarcelli” sta rappresentando per le famiglie e in particolare per i bambini. Sono certo che Lei vorrà prendere a cuore le insistenze con la quale Le chiedo, qualora fosse necessario, di voler mettere da parte le “ILLOGICHE” logiche dei numeri, ma di focalizzare l’attenzione sul bene dei bambini e di una comunità che ha già pagato negli ultimi anni un prezzo altissimo”.

Normalità per quei bambini significa anche continuare ad andare a scuola in quelle stesse aule dove sono cresciuti, nonostante le loro vite siano state stravolte in modo tale da non riconoscere più le loro case e le strade di sempre. Almeno quelle pareti di scuola dovrebbero restare le stesse, è questo il significato dell’appello del sindaco alle Istituzioni.

“Pertanto- conclude Nicola Venuto- fintanto che Scarcelli e i suoi bambini non recupereranno la normalità attraverso sia le opere di mitigazione del rischio ambientale e sia attraverso le iniziative di recupero sociale, le chiedo di voler garantire la presenza dell’Istituzione Scolastica con il mantenimento del plesso di Scarcelli, di cui i genitori, la comunità parrocchiale e le Istituzioni Comunali hanno necessità, per continuare quel lavoro sinergico che potrà far superare almeno ai nostri figli i recenti drammi facendo sentire la presenza di uno STATO – PATRIA che guarda ai cittadini non come “NUMERI” ma come “FIGLI”.

Rosaria Brancato

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