Corteo di solidarietà per Alì e per una convivenza anti -razzista

Corteo di solidarietà per Alì e per una convivenza anti -razzista

Corteo di solidarietà per Alì e per una convivenza anti -razzista

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venerdì 20 Aprile 2012 - 11:08

Appuntamento domenica 22 Aprile, Piazza Antonello, ore 18.30

La brutale aggressione ad Alì, venditore di rose noto ai frequentatori dei locali notturni, ha lasciato il segno. Non solo nel suo corpo, ma anche nelle coscienze di molti cittadini. Secondo alcuni dietro quella cieca violenza non c’è “solo” crudeltà ma anche una chiara forma di razzismo. Ed è per questo che “RETE ANTIRAZZISTA” ha deciso dio organizzare per domenica 22 Aprile un corteo di solidarietà, con partenza alle 18,30 da piazza Antonello.
«Scendiamo in piazza – si legge in un comunicato – anche perché pensiamo che la convivenza non sia un problema di ordine pubblico, ma sentirsi partecipi di un divenire comune. Difendere Alì oggi vuol dire porre le condizioni per difendere i deboli e gli emarginati domani. Per evitare che la barbara violenza si riversi nuovamente su qualche povero disgraziato. Alì fa parte di quella “razza” di discriminati ai quali è più facile fare del male, quelli che più facilmente mettiamo da parte e releghiamo ai margini della vita sociale».
Gli organizzatori invitano tutta la cittadinanza tutta ad unirsi e a partecipare per lanciare un grande messaggio di solidarietà.

Un commento

  1. Filippo Clementi 21 Aprile 2012 17:02

    Questo vuol dire voler sviare dal vero problema. Se si crede davvero che se al posto di Alì ci fosse stato un messinese le cose sarebbero andate diversamente allora vuol dire che non vive la “strada” ma esclusivamente nei salotti. Il problema della violenza fine a sè stessa , prevaricatrice o solo perchè qualcuno osa disturbare mentre il prepotente di turno sta facendo solo i cavoli propri, è sotto gli occhi di tutti. Gli addetti al controllo dei gratta e sosta, gli autisti o i controllori dell’ATM, i vigili urbani, tanto per citare alcuni esempi, non sono extracomunitari eppure di notizie di queste persone che durante l’adempimento del proprio lavoro vengono brutalmente malmenati e mandati in ospedale sono quasi giornaliere. Se vogliano chiudere gli occhi e fare le fiaccolate antirazziste che fanno tanto trendy facciamole pure, ma il problema di una città in cui la civiltà è solo un lontano ricordo rimarrà comunque. Se vogliamo che i nostri figli escano il sabato pomeriggio a fare quattro passi sul viale San Martino senza tornare a casa pestati a sangue da bande di bulli che arrivano in centro con il solo obiettivo di cercare un malcapitato da vessare dobbiamo invece fare in modo che la città torni ad essere sicura anche attraverso la presenza costante delle forze dell’ordine.

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