«Un sostegno per la mensa dei poveri dell’Istituto “Sant’Antonio”». L’appello di una cittadina

«Un sostegno per la mensa dei poveri dell’Istituto “Sant’Antonio”». L’appello di una cittadina

ELENA DE PASQUALE

«Un sostegno per la mensa dei poveri dell’Istituto “Sant’Antonio”». L’appello di una cittadina

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sabato 01 Ottobre 2011 - 08:46

A scriverci una docente dell’Ateneo Peloritano che chiede un supporto da parte della cittadinanza per sostenere l’attività del servizio mensa che non gode di alcun finanziamento “extra”. Spesso anzi sono gli stessi volontari che, spontaneamente, decidono di “autotassarsi” per acquistare beni necessari. Ma ciò non sempre basta

Un appello, una richiesta d’aiuto. Chiamatela come volete, il "succo" non cambia. A inviarla una docente dell’Ateneo Messinese che sofferma la sua attenzione sulla gestione della mensa dei poveri organizzata in un edificio adiacente l’Istituto “S.Antonio”, in via Santa Cecilia. La professoressa definisce la situazione critica e sconfortante, perché in molti casi sono gli stessi volontari che si occupano delle cucina e della somministrazione dei pasti a “sostenere”, a proprio spese, l’acquisto di beni di prima necessità che possano permettere di “coprire” pasti giornalieri per almeno 120/130 persone. Tante e diverse tra loro persone le che chiedono supporto presso il servizio mensa di cui è responsabile Padre Vincenzo Latina, aperto nelle ore serali dalle 18.30 fino a "esaurimento scorte". Servizio analogo viene offerto anche presso la struttura dei Padri Rogazionisti, a Cristo Re, oltre che di sera, anche di giorno, dove si trova anche una Casa di accoglienza maschile.

La docente, sottolinea, soprattutto, come a volte manchino persino biscotti e latte anche per i bambini. La struttura, come evidenzia la signora, e come ribadisce anche padre Latina, con cui ci siamo messi in contatto, non usufruisce di alcun tipo di finanziamento “extra” (statale, regionale, privato) salvo che sull’aiuto spontaneo fornito da “benefattori” o da semplici cittadini che decidono di dare una mano d’aiuto. Ecco perché in tanti casi, l'aiuto fornito dai padri non è sufficiente.

«Non è la prima volta – afferma padre Latina – che i nostri volontari si “autotassino” per dare un aiuto a persone che hanno più bisogno. Non è l'abitudine ma capita che qualcuno di loro compri del latte, dei biscotti, pacchi di pasta per “alimentare” le dispense della nostra mensa. La situazione non è facile ma con la volontà, la collaborazione e la forza di Dio cerchiamo di andare avanti senza lamentarci».

Di fronte a tali difficoltà la docente dell’Ateneo ha però deciso di non rimanere con le mani in mano e si è dunque attivata per dare un aiuto concreto alla mensa di Sant’Antonio: «Ritengo sia indispensabile – scrive nella lettera inviata in redazione – mettere a conoscenza la popolazione messinese di tale situazione ma, nel contempo, di sensibilizzare la classe politica competente. Non ho timore nel chiedere aiuto e nel lanciare, tramite Voi, un appello a chiunque desiderasse acquistare, e portare personalmente alla mensa, i generi di prima necessità che sono elencati di seguito. L’appello è rivolto a ditte di distribuzione di alimenti, industrie alimentari, responsabili di ristorazione collettiva pubblica (ristoranti, rosticcerie, bar,ecc.). Il riferimento è il seguente: Padre Vincenzo Latina , direttore Istituto “S. Antonio” sito in via C. Battisti, n.279; recapito telefonico 090 – 669705» . (Elena De Pasquale)

Di seguito l’elenco dei beni di prima necessità da poter eventualmente acquistare e portare alla sede di via Santa Cecilia: Latte a lunga conservazione; Pasta (es: penne dello stesso formato da condire con salsa di pomodoro, o pasta per legumi); Conserve di pomodoro; Legumi; Biscotti e/o fette biscottate; Olio di oliva; Formaggio a lunga conservazione; Formaggini e sottilette; Detersivi; Piatti, posate di plastica e tovaglioli di carta

2 commenti

  1. e… se il papa si vendesse uno dei beni del vaticano non camperebbe almeno 10 anni sta gente!!!

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  2. è veramente assurdo che in una città si faccia finta di non vedere: esistono tante sofferenze e solitudini eppure tutti siamo chiusi nei nostri muri personali.

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