Angelica Arena e il Karate Kenpo: "Umiltà, rispetto e spirito di abnegazione"

Angelica Arena e il Karate Kenpo: “Umiltà, rispetto e spirito di abnegazione”

Piero Genovese

Angelica Arena e il Karate Kenpo: “Umiltà, rispetto e spirito di abnegazione”

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venerdì 10 Giugno 2022 - 09:03

La passione di Angelica, del Club Oshikawa Ryu di Santa Teresa, inizia 10 anni fa: "Disciplina come forma di difesa personale, ma tutto avviene con enorme rispetto per l'avversario"

SANTA TERESA DI RIVA – Atleta della Asd Club Oshikawa Ryu del maestro Parisi, Arena Angelica, giovane cintura nera, racconta la sua passione per il Kenpo Karate iniziata circa 10 anni fa e come lei stessa narra: “Ho iniziato vedendo praticare questo sport a mio fratello mi sono interessata e iniziando a praticarlo anch’io insieme a lui mi sono appassionata sempre di più”.

“Questa disciplina – spiega – è una scuola di duro lavoro, umiltà, rispetto, spirito di abnegazione, ed educazione. Le tecniche del Kenpo a differenza degli altri stili di arti marziali, sono molto complesse e più complete. In esse rientrano calci, pugni, proiezioni, lussazioni, leve e combattimento corpo a corpo, sia in piedi che a terra. Ma ci tengo a precisare che tutto questo avviene con un enorme rispetto per l’avversario, tanto che gli incontri finiscono sempre, senza rancore, e con un fraterno abbraccio tra i combattenti”.

“Il Kenpo, parlando della disciplina come forma di difesa personale, mi ha resa capace di sapermi difendere correttamente e in maniera efficace, solo ed esclusivamente in casi che lo richiedono, come accade di questi tempi e in particolare a noi donne”.

Obiettivi futuri di Angelica

Parlando degli obiettivi futuri la Arena afferma: “Sono cintura nera, ma come mi ha insegnato il mio maestro, la cintura è un oggetto che non determina né forza né bravura, quindi, questa ideologia ha fatto si che nessuno si senta migliore dell’altro e quindi ci sentiamo tutti uguali.

Adesso che sono cresciuta, dopo aver osservato, nel tempo, il comportamento del mio maestro sia in allenamento che nelle gare, lo ammiro per l’amore sfegatato e disinteressato, cioè senza scopo di lucro, che ha per le arti marziali, che ci trasmette, ritenendolo uno dei dei maestri più preparati sia per la bravura e preparazione, appunto, che in particolare perché esprime in ogni occasione quello che ci insegna. Pertanto io ho deciso che farò di tutto per dare continuità alla sua arte e i suoi insegnamenti, magari anche poter entrare a far parte di qualche forza armata o di aprire una mia palestra dove poter, appunto, dare continuità allo stile del mio maestro a quest’arte e ai suoi insegnamenti”.

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