Scala Torregrotta, grande partecipazione alle catechesi quaresimali

Scala Torregrotta, grande partecipazione alle catechesi quaresimali

Antonella Trifiro

Scala Torregrotta, grande partecipazione alle catechesi quaresimali

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lunedì 03 Aprile 2017 - 17:10

Tre incontri in preparazione alla Pasqua hanno riunito le comunità di Scala Torregrotta e Monforte Marina. Il tema è quello lanciato da Papa Francesco nel suo messaggio di apertura del tempo di Quaresima

“La parola è un dono, l’altro è un dono”. E’ questo il tema centrale dei tre incontri di catechesi quaresimale che si sono tenuti presso la Parrocchia Santa Maria della Scala, a Scala Torregrotta. Occasioni in cui le comunità di Scala e Monforte Marina, guidate da Don Francesco Cucinotta, hanno potuto sperimentare la riflessione alla quale ci invita il tempo di Quaresima. Tempo che, come ha sottolineato Papa Francesco nella sua omelia l’8 gennaio, deve essere visto come “un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte”. “E sempre questo tempo – ha detto ancora il Santo Padre – ci rivolge un forte invito alla conversione: il cristiano è chiamato a tornare a Dio «con tutto il cuore» (Gl 2,12), per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore. Gesù è l’amico fedele che non ci abbandona mai, perché, anche quando pecchiamo, attende con pazienza il nostro ritorno a Lui e, con questa attesa, manifesta la sua volontà di perdono”.

Così, a partire da domenica 12 marzo, presso la Parrocchia Santa Maria della Scala, si sono susseguiti tre incontri. Il primo, animato dalla professoressa Maria Lizzio, docente del Liceo Scientifico “G.Galilei” di Spadafora, la quale ha trattato il tema “Il peccato di superbia ci acceca”. Facendo riferimento al passo della Divina Commedia in cui Dante parla dei superbi e al filosofo Socrate con il motto “Conosci te stesso”, ha definito il superbo come “colui che non solo non riesce a conoscere se stesso ma non si accorge minimamente dell'altro”. La superbia vista quindi come limite della persona, un limite che può essere curato solo con l'amore.

Il secondo incontro, tenutosi il 19 marzo, è stato curato dal dottor Antonio Oriente, Direttore del Reparto Materno Infantile dell’Ospedale di Messina e Vice Presidente dell’Associazione Ginecologi Ostetrici Cattolici. Oriente, partendo dal tema “L’altro è un dono”, ha reso partecipi i presenti della propria esperienza di vita, legata soprattutto al tema dell’aborto. Da medico che lo praticava, il dottor Oriente ha sentito crescere dentro sé la sofferenza procurata dall’annullamento della vita, fino al momento della “chiamata” di Dio. Con la preghiera e la riflessione, e segnato anche dalle vicissitudini personali, il dottor Oriente ha sviluppato, giorno dopo giorno, una cultura della vita, decidendo di abbandonare la cultura della morte che fino ad allora aveva praticato attraverso la sua professione.

Infine, l’ultimo incontro, domenica 2 aprile, si è incentrato sul tema “La parola è un dono”, con la catechesi concerto del professor Maurizio Colucci, Docente di Lettere e giornalista pubblicista, Coordinatore Diocesano dei Gruppi del Rinnovamento nello Spirito. Autore di brani come “Dio è amore”, “Questo è il giorno fatto dal Signore” e “Gesù ricordati di me”, Colucci, nella domenica del vangelo di Lazzaro, ha sottolineato come la fede non sia un salto nel buio, ma un salto tra le braccia di Gesù. E, a proposito della parola come dono, il professor Colucci ha messo in risalto l’importanza della Parola di Dio, intesa come lampada che illumina i passi dell’uomo e che lo aiuta nelle relazioni e nelle scelte più importanti della vita. Proprio come affermato da Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima: “La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio”. Imbracciando la chitarra, con il canto, Colucci ha amplificato, poi, il sentimento di commozione espresso dall’assemblea raccolta in preghiera presso la Parrocchia Santa Maria della Scala.

Antonella Trifirò

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