Ancora riflettori puntati sulle procedure che il Comune sta portando avanti per stabilizzare i precari e aprire le porte di Palazzo Zanca a nuovi lavoratori. La Fp Cgil chiede una proroga della graduatoria che scade domani per prendere tempo e salvare i 32 vigili. Dibattito anche fuori da Palazzo Zanca.

Fabbisogno del personale, precari, stabilizzazione, concorsi, vigili, assunzioni. Da giorni a Palazzo Zanca non si parla d’altro. Ieri l’amministrazione ha rotto il silenzio ed espresso ufficialmente grande soddisfazione per l’ok ottenuto dal Ministero dell’Interno sul provvedimento di ricognizione del fabbisogno del personale, passaggio fondamentale per poter avviare quel percorso di riorganizzazione e ottimizzazione delle risorse disponibili attraverso gli strumenti forniti dalla recente legislazione nazionale e regionale, soprattutto quella che mira alla graduale riduzione del ricorso al precariato nelle pubbliche amministrazioni. Resta la grande amarezza per i 32 vigili che il Ministero ha deciso di non inserire nel fabbisogno del personale di Palazzo Zanca, amarezza che si acuisce ancor di più perché domani scade la graduatoria del concorso che li ha tenuti in bilico fino ad oggi. Oltre il 21 dicembre per loro non ci sarà più nulla da fare. E’ per questo che i sindacati si sono mobilitati e stanno provando in tutti i modi a trovare la soluzione tampone più idonea per tenerli ancora in ballo.

La Fp Cgil ha ufficialmente chiesto al Sindaco e al segretario generale una proroga della stessa graduatoria, ma secondo Le Donne è una strada difficilmente percorribile. La segretaria della Fp Cgil Clara Crocè ha recapitato negli uffici degli amministratori alcune delibere di altri comuni italiani che hanno effettivamente prorogato le graduatorie in scadenza per garantire continuità a servizi o per ragioni di economicità, come accaduto per esempio a Pisa, Roma, Torino, in diversi comuni delle province di Macerata e Brescia. La stessa ipotesi in queste ore è stata anche al vaglio dei consiglieri comunali Pd e Udc Nicola Cucinotta e Libero Gioveni che hanno valutato la possibilità di operare in questa direzione per non mettere la parola fine alle speranze dei 32 vigili.  

In più occasioni i due esponenti di Udc e Pd, sin da quando il Consiglio Comunale votò all’unanimità l’1 ottobre 2013 l’atto di indirizzo con il quale chiese alla giunta Accorinti di assumere i 32 utilizzando i fondi ecopass e i proventi dell’art. 208 del codice della strada, avevano tentato di trovare e prospettare delle soluzioni alternative diverse da questa fin troppo azzardata scelta dall’Amministrazione di inserire in un’unica maxi-delibera sul fabbisogno del personale anche i 32 agenti; scelta questa – precisano Gioveni e Cucinotta – che si è purtroppo rivelata deleteria nella valutazione complessiva dell’intero provvedimento fatta dai Revisori dei Conti e dal Ragioniere Generale.

 

Personalmente – ricorda Gioveni – avevo anche proposto il 30 luglio scorso, per esempio, l’assunzione dei 32 vigili nel contesto del cosiddetto “progetto obiettivo” che è uno strumento che si “inventano” spesso gli enti locali per giustificare, con assunzione di tipo “stagionale”, l’espletamento di attività particolari o straordinarie che non riguardano la normale o ordinaria attività lavorativa, ma fatti, eventi e situazioni nuove o extra (come per esempio lo erano l’ordinanza anti-tir, la pista ciclabile e l’isola pedonale).

 

I due consiglieri, quindi, ritengono che sarebbe stato certamente più propizio trattare in tempo utile la questione dei 32 concorsisti e soprattutto percorrerla su un altro binario, che certamente – affermano convinti – avrebbe dato un esito ben più lieto da quest’ultimo “agghiacciante” responso reso ufficiosamente dalla Commissione ministeriale.
Il tempo però è tiranno e se si vorranno prendere nuove decisioni bisognerà farlo in fretta. Con l’aggiunta delle difficoltà dettate dal fatto che da Roma non sono ancora giunte le motivazioni rese dalla Commissione per il controllo degli enti locali che ha dato il responso sulla delibera messinese.

Intanto fuori dal Palazzo non mancano dubbi e perplessità sull’iter seguito dall’amministrazione Accorinti. E’ il caso per esempio dell’ex assessore comunale e ancora prima ex city manager Gianfranco Scoglio che affida ai social network una serie di valutazioni sull’operazione portata avanti in queste ore. “Lo ripeterò fino alla nausea: non è vero che il Ministero ha autorizzato la stabilizzazione del personale a tempo determinato in forza al Comune. Il Ministero ha approvato il fabbisogno organico e la nuova dotazione organica, peraltro confermativa delle precedenti in termini di numeri e di figure professionali anche a seguito dei pensionamenti. Per la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato è necessario il concorso pubblico, l'impegno finanziario per un numero doppio dei "precari" da stabilizzare e cosa non da poco che non venga dichiarato il dissesto o che non sa più necessario il piano di riequilibrio. Il resto sono solo chiacchiere che continuano a generare false speranze ed illusioni” questo il durissimo commento di Scoglio.

E’ vero che c’è una grossa differenza tra l’approvazione del fabbisogno del personale e un ipotetico via libera alla stabilizzazione dei precari, è anche vero però che era proprio questo il provvedimento necessario per avviare un percorso che amministrazione e sindacati hanno avviato ormai parecchi mesi fa. Nelle 52 pagine esaminate dal Ministero però oltre al fabbisogno del personale c’è anche la “Programmazione triennale 2014-2015-2016 del fabbisogno finanziario per le assunzioni”, mentre per quanto riguarda la stabilizzazione e fa esplicito riferimento per esempio all’atto di indirizzo con cui addirittura lo scorso 13 marzo la giunta Accorinti dava ai Dirigenti comunali mandato di “avviare formalmente le procedure finalizzate alla stabilizzazione a tempo indeterminato del personale utilizzato nelle Attività Socialmente Utili (A.S.U.) e del personale contrattista di diritto privato part-time in servizio nell'Ente, nel pieno rispetto degli adempimenti previsti dalla normativa di riferimento, dei parametri di spesa, dei vincoli di finanza pubblica ed in applicazione delle speciali ed eventuali deroghe all'uopo previste dal legislatore”. Impalcatura legislativa alla base di quel percorso: la legge n. 5 della Regione Siciliana del 28 gennaio 2014 che ha stabilito all'articolo 30 “Disposizioni in materia del personale precario” ed in particolare ha recepito la Legge nazionale n. 125/2013 recante "Disposizioni urgenti in tema di immissione in servizio di idonei e vincitori di concorso, nonché di limitazioni a proroghe di contratti e all'uso del lavoro flessibile nel pubblico impiego”.

E’ stato redatto ed esaminato anche il Piano delle assunzioni, peraltro concertato per diversi mesi con i sindacati, e che in rispetto proprio della legge 123 del 2013 e dell’art.97 della Costituzione che sancisce il rispetto del principio del pubblico concorso per l’accesso alle Pubbliche Amministrazioni, prevede anche procedure concorsuali interne per titoli ed esami, oltre ai concorsi che l’amministrazione intende bandire nel giro dei prossimi tre anni per reclutare risorse nuove che, insieme ai precari, andranno a colmare i posti che risultano vacanti in pianta organica a seguito dei pensionamenti.

Francesca Stornante