«Atm principale debitore di Amam». E quella pratica del «compare scompare»…

«Atm principale debitore di Amam». E quella pratica del «compare scompare»…

Danila La Torre

«Atm principale debitore di Amam». E quella pratica del «compare scompare»…

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martedì 15 Ottobre 2019 - 16:18

Il sindaco Cateno De Luca lancia un'accusa pesantissima nei confronti di alcuni dipendenti

MESSINA – «Lo sapete qual è il debitore più consistente e più moroso dell’Amam ? L’Atm». Il sindaco Cateno De Luca lancia la notizia, alquanto curiosa e anomala trattandosi di due aziende di proprietà del Comune, sulla sua pagina Facebook.

Secondo quanto riferisce il primo cittadino l’Azienda Trasporti ha infatti un debito con l’Azienda Meridionale Acque di oltre un milione di euro, per l’esattezza 1.180.000,00 euro, che risalirebbe agli ultimi cinque anni. Nel mirino ci sarebbe dunque la gestione Accorinti delle due partecipate di Palazzo Zanca.

La pratica del «compare scompare»

Sempre restando in casa Amam, De Luca denuncia la pratica «compare scompare», secondo la quale qualche dipendente dell’azienda sarebbe fin troppo compiacente nei confronti di alcuni debitori dell’Amam, di fatto contribuendo a sottrarre somme alle casse aziendali.

L’accusa del sindaco è pesantissima: «Abbiamo scoperto – scrive – che le situazioni del compare scompare sono tantissime: fatture mai emesse nei confronti di alcuni imprenditori, perché qualcuno non li faceva emettere. Compare ci penso io! Ed ogni anno al compare scomparivano circa 80 mila euro di pagamento di acqua!».

Messaggio ai naviganti

Il sindaco è sul piede di guerra e lancia un messaggio ai naviganti : «ora state attenti compari: ci sto pensando io a tutti voi. Fatele pure le assemblee sindacali, cari colleghi di AMAM, ma sapete bene che i responsabili comunque si trovano tra di voi e più vi agitate e più l’agitazione diventa una vera e propria ammissione di colpa».

«La pacchia è finita»

Dopo aver ringraziato «i colleghi dell’AMAM che stanno contribuendo al risanamento aziendale facendo il loro dovere», De Luca lancia un avvertimento piuttosto esplicito: «qualche altro collega rischia di essere mandato a casa perché si ostina a non capire che la pacchia è finita e che il panettone deve comprarselo perché il compare non ne porterà più».

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2 commenti

  1. “Rischia di essere mandato a casa perché la pacchia è finita”. Ma perché quanto accertato sino ad oggi non permette già di per se di prendere provvedimenti?

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  2. Febbre da tastiera. Adesso sanno di essere controllati. La condizione ideale per chi volesse coglierli sul fatto.

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