Edipower, sciopero di 8 ore e manifestazione alla Regione

Edipower, sciopero di 8 ore e manifestazione alla Regione

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martedì 01 Luglio 2014 - 08:53

Domani giornata di mobilitazione per scongiurare la chiusura della Centrale Termoelettrica di San Filippo del Mela. Per continuare la produzione, l’azienda vuole utilizzare un nuovo carburante ma non c’è ancora l’accordo con la Regione. Controcorrente la Cisal FederEnergia

Domani la giornata di mobilitazione per scongiurare la chiusura della Centrale Termoelettrica Edipower di San Filippo del Mela con lo sciopero di 8 ore proclamato da Filctem-Cgil Flaei-Cisl Uiltec-Uil e la manifestazione in programma a Palermo sotto la presidenza del Governo regionale.

La protesta decisa dopo che per settimane i lavoratori hanno atteso che il presidente Crocetta fissasse quell’incontro che anche i vertici provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Confidustria, insieme al Comune di San Filippo del Mela, avevano richiesto congiuntamente.

I lavoratori, da mesi impegnati in una difficilissima vertenza, si aspettano ora che anche il Governo Regionale faccia la propria parte. Come dichiarato da Edipower/A2A, il prossimo mese scadrà la fase di sperimentazione del nuovo carburante che la stessa vorrebbe utilizzare per garantire la continuità produttiva ed occupazionale del sito ed ancora la Regione Siciliana non ha inteso definire l’Accordo di programma che descriva dettagliatamente gli impegni di tutti i soggetti riguardo le fasi della verifica del progetto, delle conseguenti autorizzazioni e soprattutto delle garanzie per maestranze, imprese e popolazioni.

“Per la centrale di San Filippo del Mela – fanno presente i segretari provinciali di Filctem, Flaei e Uiltec, Foti, Lo Monte e Caruso – la proprietà ha indicato un’unica soluzione, quella dell’impiego del Css, ma ad oggi non vi è uno straccio di piano industriale e nessuno sa se quell’ipotesi è realizzabile, se la autorizzeranno e quali saranno le ricadute in termini di occupazione e benefici per le aziende e per le popolazioni dell’area”.

Allo sciopero di domani aderiscono le organizzazioni sindacali di categoria dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm di Messina, che invitano anche i lavoratori dell’indotto ad astenersi e saranno presenti con i propri delegati al sit-in di protesta che si terrà a Palermo.

“Le motivazioni – osservano i segretari Alibrandi, Chiofalo e Rizzo – che hanno portato a questa decisione il personale direttamente occupato in Edipower (mancanza di prospettive riguardo il futuro produttivo dell’impianto, difficoltà di interlocuzione con la Regione Sicilia per gli aspetti di carattere più generale) sono oltremodo importanti e maggiormente sentite tra i lavoratori metalmeccanici dell’indotto che già in passato hanno sopportato il peso delle incertezze nei frequenti cambi di appalto. Come se non bastasse, per diverse attività di manutenzione sono in scadenza i contratti e i lavoratori delle ditte appaltanti sono già in riposo forzato in attesa di conoscere le decisioni in merito della committente, con il pericolo conseguente, qualora non dovesse venire a conclusione positiva la vertenza, di perdere definitivamente il posto di lavoro. In una realtà già particolarmente martoriata come la nostra sarebbe ulteriormente grave se dovessero assottigliarsi anche queste opportunità occupazionali o se dovessero persistere atteggiamenti di gare al ribasso con il pericolo di allentare i vincoli di sicurezza e di garanzie contrattuali nel settore dell’indotto”.

Non tutti i sindacati, però, approvano la manifestazione. Cisal FederEnergia, in particolare, spiega: “A luglio, così come dichiarato dall’Azienda in Prefettura a Messina, l’A2A-Edipower dovrebbe illustrarei dati della fase di sperimentazione dell’utilizzo del Css, quindi ad oggi non sappiamo quasi niente e bisognerebbe andare a Palermo per un sit-in sotto la Presidenza della Regione Sicilia a sollecitare che cosa? Ci scusiamo con i lavoratori ma questi dubbi non possono essere coperti da un classico “ armiamoci e partite”. Dove? A fare cosa? Cosa dovrebbe dirci la Regione? A nostro modo di vedere sarebbe stato più onesto rivedere la strategia e posizionarla a dopo la presentazione del documento sulla sperimentazione dell’utilizzo del Css, evitando di fare uno sciopero e una manifestazione che rischiano di non raccogliere nessun risultato. A questo punto delle cose non possiamo dire che è sbagliato fare sciopero ma sicuramente le azioni devono concentrarsi in maniera chiara su obiettivi possibili è a quanto pare quello dell’utilizzo del Css ci sembra un azzardo che rischia di non garantire posti di lavoro in prospettiva dopo il 2015. Nel mese di luglio ci sono tutti i presupposti per capire cosa veramente vuole l’Azienda e da quel momento in poi bisognerà intraprendere una strategia che punti a non far dilazionare i tempi aprendo la questione al territorio non chiudendosi in certezze che tali non sono”.

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