Balneari, la Lega ai vertici della Regione Calabria: tutelare gli operatori

Balneari, la Lega ai vertici della Regione Calabria: tutelare gli operatori

mario meliado

Balneari, la Lega ai vertici della Regione Calabria: tutelare gli operatori

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lunedì 27 Dicembre 2021 - 12:00

La missiva del coordinatore regionale Saccomanno: Ente competente sul demanio marittimo, la “legge 17” gli consente di rinegoziare la durata del rapporto

REGGIO CALABRIA – Il Commissario regionale della Lega, Gianfranco Saccomanno, preoccupato per la «bagarre creata dalle sentenze emesse dal Consiglio di Stato» in tema di balneari, ha scritto ai presidenti di Giunta e Consiglio regionale caldeggiando una soluzione condivisa. Esiste infatti l’esigenza di tutelare gli operatori, che vivono «un disagio molto grave» e ai quali la possibile interruzione del rapporto a fine 2023 (la legge fissava la scadenza al 2033, stimolando quindi investimenti), a maggior ragione in una terra con oltre 800 km di costa, «causerebbe un danno rilevantissimo».

Il Consiglio di Stato può modificare una legge ordinaria dello Stato?

A Saccomanno, che di professione fa l’avvocato, rimangono alcune questioni stringenti e di particolare urgenza. Il Consiglio di Stato può modificare una legge ordinaria? E poteva, nel caso specifico, disapplicare questa legge «in relazione a una direttiva europea che si riferisce a beni e non a servizi»?

Concessione ai balneari, la Regione può definire o rinegoziare la durata

D’altronde, la Regione è competente in tema di demanio marittimo: ineludibile quindi un suo intervento, al netto di quanto vorranno eventualmente fare Governo e Parlamento. Questo anche in relazione alle previsioni della legge regionale numero 17 del 2005, che all’articolo 15 prevede «la possibilità di stabilire il termine finale della concessione», osserva Saccomanno, e un’eventuale «rinegoziazione della durata di questa». Chiaro sintomo che una simile valutazione «prescinde dalla legge nazionale».

Caldeggiata una legge regionale

E quindi natura, condizioni, economicità dell’investimento possono ben legittimare – almeno ad avviso del coordinatore calabrese del Carroccio – un «possibile intervento legislativo della Regione» per determinare la mera scadenza, o proroga, dei rapporti in essere.
Fermo restando che la Direttiva europea da cui tutto nasce « non si potrebbe applicare alla concessione dei beni», ma pure che «la Calabria ha una estensione costiera tale da consentire a chiunque di poter intervenire ed investire». Ferme restando le previsioni dei Pir (Piano integrato di recupero) e dei Psc (Piano strutturale comunale: l’ex Piano regolatore) e la possibile opposizione dell’Autorità portuale competente.

Sentenze che «valgono solo tra le parti»

Ma a proposito della dimensione da giurista di Gianfranco Saccomanno, l’ex sindaco di Rosarno si riserva un’altra stoccata: è bene ricordare che le sentenze del Consiglio di stato «non esplicano un giudicato erga omnes, ma soltanto tra le parti». Quindi, il dettato di ogni sentenza ine same non va esteso a tutti gli altri rapporti, ma inciderà solo su quello oggetto dello specifico giudizio in questione.

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