Sicilcassa, pesanti condanne per i componenti del Cda

Sicilcassa, pesanti condanne per i componenti del Cda

Sicilcassa, pesanti condanne per i componenti del Cda

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venerdì 15 Febbraio 2013 - 16:56

Nove anni sono stati decisi dalla seconda sezione penale del tribunale di Palermo per sette degli imputati del processo sul crak della Sicilcassa. Otto le assoluzioni

Il 12 giugno 2012 erano stati chiesti dodici anni di reclusione dal pm palermitano Dario Scaletta per tutti gli ex componenti del cda della Sicilcassa, il secondo istituto di credito della Sicilia, dichiarato insolvente nel 1999 e poi assorbito dal Banco di Sicilia, oggi inglobato da Unicredit. Tra di loro anche il messinese Pompeo Oliva. E ieri dopo cinque giorni di camera di consiglio è arrivata per lui la condanna a 9 anni disposta dalla seconda sezione penale del tribunale di Palermo per bancarotta fraudolenta aggravata. Con lui condannati a 9 anni anche gli ex componenti del Cda Giuseppe Adonia, Francesco Mormino, Marcello Gianfranco Adriano Maria Orlando e Giuseppe Viola. E di 9 anni è stata anche la condanna per Gianni Lapis, ex presidente del collegio sindacale, 6 anni invece per l’ex direttore di filiali di Catania, Antonio Mosto, che si è visto infliggere una pena meno grave perché è stata esclusa la cosiddetta “continuazione” tra il primo e il secondo capo d’imputazione. Assoluzione con formula piena per l’ex direttore di filiale di Palermo Giuseppe Grado, e poi per Benedetto Emanuele, Elio Rocca, Gaetano Zilleri, Giuseppe Cirrincione, ed anche per Maria Adelaide Graci, Daniela Graci e Calogera Falzone, figlie e moglie del Cavaliere del lavoro catanese Gaetano Graci.

Agli imputati condannati è stato applicato in sentenza il condono per la durata di tre anni ed è stata decisa l’inabilitazione all’esercizio di un’impresa commerciale e l’incapacità ad esercitare – uffici direttivi d’impresa per 10 anni, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena. Stabilito il risarcimento per la Banca d’Italia, che s’è costituita parte civile al processo, ma per stabilire l’entità della somma ci vorrà un nuovo processo in sede civile. Alle parti civili è stata riconosciuta anche un risarcimento immediato di 10.000 euro.
Nel corso delle indagini sulle presunte anomalie nella gestione del credito alla Sicilcassa emerse un «buco» di tremila miliardi di lire accumulato tra gli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.

2 commenti

  1. Pompeo Oliva…faccia appello!

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  2. Angelo Silipigni 15 Febbraio 2013 20:17

    E i soldi? Dove sono finiti?
    I soldi?????

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