L'inchiesta di Panorama: "La galassia della formazione è il regno di Genovese"

L’inchiesta di Panorama: “La galassia della formazione è il regno di Genovese”

Rosaria Brancato

L’inchiesta di Panorama: “La galassia della formazione è il regno di Genovese”

venerdì 27 Luglio 2012 - 08:39

Su Panorama oggi in primo piano c'è l'inchiesta sulla galassia dei centri di formazione siciliani che incassano finanziamenti milionari e sono diventati il "bancomat clientelare" per i deputati. Su tutti emerge la figura di Francantonio Genovese, leader del Pd, i cui parenti e amici sono inseriti negli enti.

La formazione delle mogli. Così scrive Panorama che dedica un’ampia inchiesta alla galassia dei centri di formazione siciliani trasformati dai politici regionali in un bancomat clientelare. E in cima della galassia il giornalista Antonio Rossitto mette il leader del Pd Francantonio Genovese.
Ma i messinesi quest’inchiesta difficilmente la potranno leggere su carta, dal momento che questa mattina non si trova una copia di Panorama in nessuna edicola. Molti rivenditori lamentano il fatto che stranamente ne sono arrivate meno copie del previsto, al massimo due per edicola ed in ogni caso sono andate a ruba perché già dalle 8.30 del mattino non si trovavano. Un mistero questo del Panorama introvabile, ma su Internet circola già l’articolo.
La formazione professionale da strumento di crescita e sviluppo è diventata in Sicilia il regno della sistemazione clientelare e gran parte dei deputati regionali ne fa ampio uso. Quest’anno sull’avviamento professionale nell’isola pioveranno 455 milioni di euro. Ma nell’inchiesta del collega Rossitto l’attenzione è focalizzata su Genovese. “Sembra un bonario curato di provincia, scrive, ma è l’uomo più potente della sicilia peloritana, un figlio e nipote d’arte signore delle tessere”.
Ed ecco che fioccano i nomi di quanti, congiunti e amici sono finiti nel mondo della formazione. “La moglie, tre cognati, due nipoti, con 4 società che nell’ultimo anno hanno incassato quasi 2 milioni di euro in contributi pubblici. Galassia familiare, scrive Panorama, alla quale aggiungere, società gestite da imprenditori amici”. E giù le indicazioni di quote e società, collegate sia direttamente che indirettamente come nelle scatole cinesi all’ex sindaco di Messina e che in un modo o nell’altro hanno ottenuto fondi pubblici.
Moglie e cognata siedono nel consiglio direttivo dell’Esofop. L’ente si era aggiudicato nel 2011 una somma che sfiora i 433 mila euro per lo sviluppo occupazionale. Ma il bando è stato revocato a novembre quando la Corte dei Conti ha scoperto, ad esempio, che un’azienda voleva formare “esperti in finanza” nella bottega di un lattoniere. Un’altra cognata guida la Lumen (Libera università mediterranea di naturopatia), che ha ottenuto più di 1 milione di euro. Un altro nipote del parlamentare Pd è nella Nt Soft che nei primi mesi del 2012 ha avuto 300 mila euro. Il giornalista Antonio Rossitto spiega: “vista la selva di parenti, occorre sintetizzare: 7 esponenti della famiglia Genovese, a partire dall’onorevole gestiscono 4 enti che hanno incassato più di 2 milioni di euro nell’ultimo anno”.
E poi c’è l’Aram di Messina, che ha avuto 3 milioni e 400 mila euro, guidata dal consigliere comunale del Pd Elio Sauta. L’inchiesta fa anche i nomi della moglie dell’attuale sindaco di Messina, Buzzanca, che dirige l’Ancol (la società sfiora i 3 milioni di finanziamenti) e nel taorminese c’è il Cufti dove lavorano invece parenti dell’onorevole Carmelo Briguglio, Futuro e Libertà. Nel palermitano e nel catanese spopola l’Anfe dove fino al 2009 (nella sede di Catania) ha operato la moglie del presidente della Regione Raffaele Lombardo. L’Anfe organizzando corsi per formare artigiani della cartapesta ed esperti nell’avvistamento incendi, guide subacquee, ha incassato negli ultimi 2 anni 33,8 milioni di euro. L’ultimo ingresso nell’Ial, l’ente che la Cisl ha venduto ad esponenti dell’ex Margherita, è Francesco Gallo, ex segretario cittadino del Pd ed ex assessore della giunta Genovese.
“Così- conclude Panorama- come nel gioco dell’oca si ritorna alla casella di partenza: nella formazione siciliana tutte le strade portano a Genovese”.
Rosaria Brancato

28 commenti

  1. MessineseIncallito 27 Luglio 2012 10:26

    Chissà perchè i parenti lo chiamano sant’antonio???

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  2. ……e noi comuni mortali, non possiamo accedere a 1 euro di finanziamento. loro lo prosciugano!!!!!.
    Mangioni!!!! Ingordi|||||

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  3. Settimo Libero 27 Luglio 2012 11:03

    Cosa ? Che ha fatto ? Ma questi politici…….!
    Queste sono le solite domande che si sentono dai Siciliani meravigliati.
    Finiamola!
    Questa è la politica, inutile scrivere quello che tutti sanno, la dimostrazione è quella che leggiamo tutti i giorni sui principali quotidiani: CRISI EUROPEA.
    La vera Politica è come la missione di Uomini pronti al sacrificio, la politica attuale è la madre di i mali del mondo.

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  4. MA vah??? e chi se lo immaginava?
    e poi uno u mummuria con tutte le leggende metropolitane che sono nate durante le elezioni…
    maaaahhh…

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  5. MessineseIncallito 27 Luglio 2012 13:06

    Per Settimo Libero:
    non è inutile scrivere questi commenti o articoli, perchè ci fanno svegliare per qualche ora dall’incubo in cui ci troviamo quotidianamente: da quando nasciamo diamo per scontato che certe cose funzionano così: non è giusto ma è normale che un politico faccia quello che fa, non è giusto ma normale che un dipendente di un ufficio pubblico faccia i propri comodi prima di servirci, e non possiamo dire niente per paura di qualche ripicca, non è giusto ma normale che un commerciante sia taglieggiato dal comune perchè con l’insegna occupa suolo pubblico e poi i tir parcheggiati sul viale europa e boccetta si prendono mezza corsia impunemente…etc, etc.
    Se ogni tanto si commentano queste ingiustizie facciamo svegliare qualche cittadino in più e quando si presenta l’occasione forse abbiamo più coscienza dei nostri diritti e li facciamo valere.
    Conosco qualche parente dell’onorevole genovese (manco maiuscolo lo nomino…) e so per certo quanto ha avuto la strada spianata nel proprio lavoro (immeritatamente), mentre quei poveri illusi che gli sono stati dietro in campagna elettorale li mandava a pulire le strade o a fare gli stewart al San Filipo.
    Un’altra perla da ricordare in vista delle prossime amministrative…

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  6. E che ci vuole, basta andare a vedere tutti i componenti degli enti di sottogoverno di chi sono parenti e amici.
    Nella sanità, per esempio, quanti cognomi uguali ci sono? Solo a Messina certi posti si tramandano da padre in figlio.

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  7. Azz! che legnata. Comunque sono convinto che tutti sapevano come tutti sanno, ma come è di buon costume messinese, anzi siciliano, tutti facciamo finta di non sapere perché ci piace così. Un plauso alla giornalista che mette in evidenza la notizia di “Panorama” che oggi pur non risparmiando nessuno, a quanto pare non si è presentato in edicola – probabilmente sarà andato in ferie anche lui o ha trovato collocazione in qualche ente; mi chiedo: se si aprisse il nuovo solito “filone” sulla questione politica-amici-parenti, cosa ne deriverebbe? Forse un collasso “sociale” nel programma clientelare riservato ad amici e parenti da sistemare e, sopratutto in prossimità di candidature? Insomma il danno sarebbe elevatissimo. Se dovesse saltare il sistema del cliente sicuro, che come tutti fanno finta di nonn sapere per decenni “aiuta” una marea di amici in difficoltà, sarebbe una vera catastrofe e poi come li sistemiamo? Parentopoli è una frazione di Messina come “ti sitemu Iò, cumpari”. Purtroppo no è realtà. (Poveri figli miei).

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  8. e noi abbiamo problemi a trovare finanziamenti per lavoro vero e infatti siamo fermi e la gente in cigs……. l’articolo sopra mi rincuora solo per una cosa NON HANNO rubato solo ATTINTO A FINANZIAMENTI !! compagno tu lavori e io me magno tutto !!

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  9. MessineseIncallito 27 Luglio 2012 13:59

    PS.
    è bello constatare come un notiziario messinese (tale RTP) non abbia fatto accenno alla notizia….mistero….

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  10. LA FORZA DEL DANARO,NON BASTANO I “CARONTE” VOGLIONO PURE I SCARPI DI SICULI.cERTO NON E’ SOLO GENOVESE E COMPANY PERCHE’ CI SONO PURE I MAFIOSETTI APPOGGIATI DA ALTRI NOMI NOTI CHE FANNO 60 SEGGI SU 60 DISPONIBILI.

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  11. Beh mi sembra pazzesco il titolo di questo articolo!
    Siamo al limite del fazioso…
    Basta leggere per intero l’articolo e poi si scopre che Genovese e’ uno dei tanti della Sicilia che prende soldi a pioggia mascherati nella formazione.
    Ma senza bisogno di andare in provincia (dove i danari arrivano a Briguglio che e’ di FLI), basta vedere che a messina c’e’ anche coinvolto il nome del sindaco attuale (tramite la moglie) la cui societa’ prende piu’ soldi di quelli del ramo Genovese.
    Un bel modo di distrarre l’attenzione puntando il dito solo su Genovese con la sua esclusiva citazione nel titolo dell’articolo.

    Io non difendo affatto Genovese, ma difendo la verita’ dei fatti e l’onesta’ professionale per cui nel titolo e’ scorretto citare solo lui.
    I nostri cari politi di tutti i colori, non solo del PD, si arricchiscono coi soldi pubblici alla faccia nostra.

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  12. Tutte le copie di Panorama ce le ha a casa Genovese …

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  13. giovanni.maceli 27 Luglio 2012 17:00

    Inneggiamo alla rivoluzione armata! Ormai si è toccato il fondo.

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  14. la cosa preoccupante non è la formazione profes, ma il fatto che questo tizio controlli tutto e sia un grosso e problematico conflitto di interessi sulla pelle della gente, nonchè il padrone della città insieme ai Franza, nel totale e vergognoso silenzio e servilismo istituzionale( niente e nessuno escluso) e civile. Tra un po vedremo i tir parcheggiati nei nostri giardini o sostare in piazza duomo.

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  15. E LA GENTE ONESTA FATICA A VIVERE

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  16. NON MERAVIGLIAMOCI, FA PARTE DELLA LOGGIA

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  17. Buongiorno, La notizia che ci giunge dal quotidiano “Panorama” è l’ennesima prova d’Ancien Regim divulgato con astuzia. Sicuramente ne siamo tutti esterrefatti e, credo, che lo sono anche i protagonisti a tale onta. La mia perplessità, non è dettata dai fatti accennati e descritti con la professionalità di chi fa il suo lavoro, ma dal periodo in cui tale articolo fa il giro dell’isola e della Nazione intera. Proprio in questo periodo stiamo subendo attacchi da tutte le parti e, chi ne paga le conseguenze è sempre il popolino che, nonostante il malcontento e il mancato sviluppo economico, subisce. Una regione in default pronta ad essere commissariata, una politica assente nella programmaticità e nello studio fini/mezzi, una popolazione che s’impegna solo nel ridicolizzare chi è inerme davanti a tale problematica; ma chi dovrebbe salvare la Sicilia?
    Abbiamo appreso che le date di riferimento a tale vicenda non sono solo degli ultimi periodi, ma, esiste una casta di famiglie che governa, anche, sulle disgrazie altrui da anni; ed i Messinese non lo sapevano?
    Mister Magoo avrà sicuramente le sue colpe per i mezzi usati al raggiungimento per i suoi fini; parliamo di 7.800 posti di lavoro ma, che questi 7.800 riconoscano, con il loro consenso elettorale, l’impegno usatogli non lo trovo ingiusto.
    Lottiamo per il raggiungimento di quello spiraglio di luce che s’intravede in fondo alla galleria della “crisi” e subito ci piazzano delle dinamiti per creare delle frane e far sparire anche quella sottile luce; e, per giunta, siamo additati che la dinamite è stata messa da noi stessi. Ed in tutto questo, siamo orgogliosi di leggere che qualcuno, al di fuori di Messina, ha scoperto e ha avuto il coraggio di scrivere cose che tutti sanno e sapevano. Qualcosa non è andata per il verso giusto.
    A Messina ci sono persone che s’impegnano giornalmente per la riuscita di una città geograficamente strategica. Ma, purtroppo, i numeri sono a rilento per portare a compimento iniziative che fanno il bene comune.

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  18. Il 27 luglio???
    il notiziario lo hanno registrato minimo minimo il12 o max il 13

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  19. GENOVESE, BUZZANCA, BRIGUGLIO, ECC. ECC. TUTTE LE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA.

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  20. panorama,galassia Berluska colpisce lo squalo,ma non parla degli altri pescecani…..attualmente al governo della provincia e del comune-

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  21. PANORAMA scopre l’acqua calda,da anni urlo che la FORMAZIONE PROFESSIONALE del nulla,è per la sua capillare distribuzione sul territorio,insieme ai SERVIZI SOCIALI monopolizzati dalle cooperative,un bastione del sistema di interessi,chiamatelo voto di scambio se vi sembra più efficace,che porta voti sicuri nell’urne.I due bastioni sono carrozzoni inutili ai siciliani,drenano ingenti risorse pubbliche,servono solo ai ” formatori ” e agli ” operatori assistenziali”,ma anzitutto ai politici di mestiere.In questi anni potevo fare i nomi,soprattutto dei DIRETTORI dei corsi,i tren union con i politici,chiamateli galoppini se vi sembra più pertinente,ma questo aspetto etico,peraltro legittimo di fare politica,con la p minuscola,non m’interessa,sono più attratto a sensibilizzare chi si affaccia alla politica,con la P maiuscola,quella dell’interesse generale.Spiegare che scardinare questo sistema è complicatissimo,ci sono interessi umani e politici,pensate che uno sparuto numero di formatori di enti falliti,salì sui tetti per protestare contro la riforma in gestazione.Dobbiamo incunearci nel varco-errore che furono costretti a fare a Palermo per salvaguardare gli stipendi dei dipendenti regionali,ecco perchè Centorrino è inviso ai “formatori”,le risorse saranno SOLO quelle della Comunità Europea,la Regione Siciliana non potrà anticipare niente,pena i rilievi della Corte dei Conti.Dobbiamo aiutare il varco errore a libererare le coscienze di molti formatori.Convincerli che il sogno di diventare dipendenti regionali è finito per sempre,solo degli idioti potrebbero credere alla promessa elettorale di realizzarlo,i dipendenti regionali hanno la forza per impedirlo.

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  22. Siamo nelle mani di gente che scientemente si dà il cambio fra chi governa e chi sta all’opposizione. Nel mentre, ufficialmente si attaccano e “dietro le quinte” se la ridono proteggendosi a vicenda.
    Genovese, Buzzanca, il dispensatore di legalità Briguglio e chi li circonda e si accoda; tutti personaggi squallidi, prezzolati, venditori di promesse che reggono e si reggono profittando del bisogno della gente.
    Come facciano a guardare negli occhi i nostri figli, costretti a lasciare la propria terra per cercare fortuna altrove, quando noi per primi foraggiamo un sistema continuando a dare il voto a chi ha svilito le energie etiche, morali ed economiche della nostra città,
    Da cittadino provo vergogna per un popolo che mostra di non avere l’orgoglio di difendere la sua dignità di messinese.

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  23. LA SCHEDA
    Francantonio Genoveseparlamentare del Pd, tramite la Gefin, di cui è amministratore delegato, controlla il 47 per cento della Training service: 604.137 euro nel 2012.
    Franco Rinaldi, cognato, parlamentare regionale del Pd, e Marco Lampuri, nipote, tramite la Geimm di cui sono azionisti di minoranza, possiedono il 46 per cento della Training service.
    Elena Schirò, cognata, presidente del consiglio direttivo della Lumen: 1.080.000 euro nel 2002.
    Giovanna Schirò, cognata, presidente del consiglio direttivo della Esofop: 443.321 euro (bando annullato dopo le segnalazioni di irregolarità della Corte dei conti).
    Chiara Schirò, moglie di Genovese, membro del consiglio direttivo della Esofop (bando annullato dopo le segnalazioni di irregolarità della Corte dei conti).
    Salvatore Davì, nipote, è il proprietario della Nt Soft, 291.468 euro nel 2012.

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  24. Ecco il testo integrale dell’articolo. Panorama fa schifo, ma fazioso non lo si può definire.

    Con «quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così» Francantonio Genovese potrebbe ingannare. Sembra un bonario curato di provincia, invece è l’uomo più potente della Sicilia peloritana, quella che guarda in faccia il continente. Ex sindaco di Messina, poi segretario regionale del Pd, adesso parlamentare nazionale, è figlio d’arte: suo padre Luigi fu senatore della Dc per sei volte. Anche se il pezzo da novanta della famiglia è l’indimenticato zio Nino Gullotti, otto volte ministro: uno che, racconta il giornalista Giampaolo Pansa, «possedeva il 41 per cento delle tessere democristiane di Sicilia». Una dote elettorale passata di generazione in generazione fino ad arrivare al nipote Francantonio. Che oggi, mezzo secolo dopo il periodo d’oro dello zio Nino, perpetua il motto dei Genovese: la famiglia prima di ogni cosa. Non ha dimenticato nessuno, Francantonio: la moglie, tre cognati, due nipoti. Tutti attaccati alla florida mammella della formazione professionale isolana: con quattro società che nell’ultimo anno hanno incassato quasi 2 milioni di euro di contributi pubblici. Galassia familiare a cui andrebbero aggiunte, in virtù di curiosi intrecci, pure società gestite da imprenditori amici. Le malelingue insinuano che questi corsi non creano lavoro? Infamità, urlerebbe l’ormai mitologico Cetto La Qualunque: e la famiglia Genovese ne è la prova. Anzi, una prova: perché il ramo pullula di mogli, figli e parenti. Cateno De Luca, deputato regionale del gruppo misto, la butta lì: «Per me, almeno il 70 per cento dei colleghi ha interessi nel settore, clientelari, economici o tutti e due». L’ennesima farsa della regione che il New York Times definisce «la Grecia d’Italia» è la gestione arcifamilistica di uno strumento nato per creare occupazione. Quest’anno sull’avviamento professionale in salsa siciliana pioveranno 455 milioni di euro. Che serviranno, in larga misura, per pagare gli 8.612 dipendenti. Pino Apprendi, consigliere regionale del Pd, lo definisce un «bancomat clientelare»: «Tranne poche mosche bianche, dietro quasi tutti gli enti ci sono politici, partiti, parlamentari, ex parlamentari o aspiranti tali: gli stessi che in questi anni hanno gonfiato gli organici a dismisura». In questo proficuo settore dominus incontrastato della Sicilia orientale è proprio Francantonio Genovese. «Minuto, mite,
    calvo, occhiali: uguale identico al celebre Mister Magoo dei cartoon» l’ha definito Gian Antonio Stella, giornalista del Corriere della sera, nel suo Avanti popolo. Il deputato del Pd ha interessi ovunque: telecomunicazioni, immobiliare, consulenza, alberghi, ristorazione. Ed è consigliere in alcune società del gruppo Franza, che, tra le altre cose, gestisce i traghetti che collegano Messina a Villa San Giovanni. Per questo i maligni concittadini l’hanno rinominato «Franzantonio». La formazione, invece, è un affare che Genovese divide solo con i congiunti. Lui stesso, indirettamente, controlla un ente: è proprietario e amministratore delegato della Gefin, che a sua volta detiene il 47 per cento della Training service di Barcellona Pozzo di Gotto, sempre nel Messinese. Il 46 per cento è invece, tramite l’immobiliare di famiglia Geimm, in mano a Franco Rinaldi: cognato di Genovese e deputato regionale del Pd. Il quadretto è completato dal nipote di «Mister Magoo»: Marco Lampuri, pure lui, come Rinaldi, socio di minoranza della Geimm, e dunque della Training service. Che, nell’ultimo anno, per i suoi corsi ha incassato oltre 604 mila euro di contributi. Non si penserà però che Genovese sia un rude maschilista: uno di quelli contrari all’emancipazione femminile. La moglie, Chiara Schirò, siede nel consiglio direttivo dell’Esofop. Come del resto la cognata, Giovanna Schirò. Con l’ultima gragnuola di aiuti, il loro ente non ha avuto fortuna. Si era aggiudicato 443 mila euro per lo «sviluppo occupazionale». Ma il bando, 140 milioni in totale, è stato revocato a novembre del 2011 dopo le osservazioni della Corte dei conti che ha scoperto, per esempio, che un’azienda voleva formare «esperti in finanza» nella bottega di un lattoniere. Un’altra cognata di Genovese, Elena Schirò, guida invece la Libera università mediterranea di naturopatia (Lumen): quest’anno ha avuto più di 1 milione di euro. Infine c’è la Nt Soft. È dell’ennesimo nipote: Salvatore Davì. Nel 2012 ha avuto quasi 300 mila euro. Vista la selva di enti e parenti, occorre sintetizzare: sette esponenti dei Genovese, a partire dall’onorevole capofamiglia, gestiscono quattro enti che hanno preso quasi 2 milioni di soldi pubblici nell’ultimo anno. A onor del vero, la galassia di Mister Magoo non si esaurirebbe in queste partecipazioni. In Sicilia molte società sono storicamente considerate «vicine» ad altrettanti numerosi eletti. Come l’Aram di Messina, che ha avuto 3,4 milioni. È guidata da Elio Sauta: ex consigliere comunale del Pd a Messina e amico di vecchia data di Genovese. Così tanto da sedere accanto alla moglie e alla cognata del politico nel consiglio dell’Esofop. L’Aram però è bipartisan: ci lavora, per dirne una, anche Veronica Marinese, figlia di Azio, deputato regionale del Pdl. E sempre rimanendo in città: il direttore generale dell’Ancol, 2,8 milioni di appannaggio, è Daniela D’Urso, moglie di Peppino Buzzanca, attuale sindaco di Messina. Poco distante dal capoluogo c’è la perla dello Ionio: Taormina. Qui impera incontrastato il Cufti, finanziato con 2 milioni. La direttrice del centro è Fina Maltese, moglie di Carmelo Briguglio, parlamentare del Fli. Mentre la direttrice dei corsi è la di lei figlia, Claudia Viola. Al Cufti lavorano pure Vincenzo Maltese e Maria Catalano, cognati di Briguglio. Altro ente ad alta densità parentale è l’Anfe. Vincenza Dentino, consorte del consigliere regionale del Pid, Nino Dina, è in forza alla sede di Palermo. Come Castrenze Papania, fratello di Nino, senatore del Pd, ex assessore siciliano alla Formazione e grande referente del settore nell’area occidentale. Nella sede di Catania, invece, ha lavorato fino al 2009 Saveria Grosso, moglie del governatore Raffaele Lombardo. L’Anfe negli ultimi due anni ha incassato 33,8 milioni di euro. Grazie ai quali ha organizzato corsi, fra le altre cose, per formare artigiani della cartapesta, lavoratori di piccoli oggetti delle tradizioni popolari, guide naturalistiche subacquee. E persino esperti nell’avvistamento di incendi: davvero imprescindibili, visto che in zona ci sono appena 7.133 forestali dediti alla causa. Serve davvero questo profluvio di figure lavorative? Purtroppo no: in Sicilia la disoccupazione giovanile sfiora il 30 per cento, benché la sola Ue dal 2003 al 2010 abbia finanziato corsi per 1,5 miliardi di euro. La Corte dei conti ha rincarato: il 30 per cento degli allievi (retribuiti in media 500 euro al mese) si ritira anzitempo, appena un corsista su 10 ottiene lavoro grazie alla specializzazione acquisita, ogni partecipante costa 9.391 euro. Numeri che non fanno demordere i politici isolani: loro nell’avviamento professionale continuano a credere. Lo dimostra il caso dello Ial: l’ente più grande, 36 milioni di contributi all’anno. Lo scorso ottobre, dopo vicissitudini varie, viene ceduto. A vendere è la Cisl, che ne detiene le quote. Gli acquirenti sono professionisti accomunati dalla militanza nell’ex Margherita. Il nuovo presidente è dunque il commercialista Salvatore Raspante, di Alcamo, concittadino e buon amico del senatore Papania. Anche il direttore generale è un fidatissimo dell’esponente del Pd:Massimiliano Ciccia, il suo ex segretario particolare. Anche gli altri associati sono di provata fede partitica. Come Gigi Restivo, stretto collaboratore di Benedetto Adragna, ex influente cislino e ora questore di Palazzo Madama. Il senatore del Pd, del resto, nello Ial aveva già un piede, anzi due: quelli del figlio Dario, che lavora nella sede agrigentina. Un altro consigliere è Michele Fiore, membro della direzione siciliana del Pd ed ex collega all’Enel di Giuseppe Lupo, segretario regionale del partito. Pure lui con un passato da responsabile della Cisl di Palermo. Il terzo associato è Antonino Maniaci, che siede nella commissione regionale di garanzia dei democratici. L’ultimo ingresso nello Ial c’è stato poche settimane fa: all’unanimità viene chiamato Francesco Gallo, già responsabile del Pd nella provincia di Messina e assessore alla Cultura al comune tra il 2005 al 2007. E chi l’aveva issato lassù? Proprio Genovese, all’epoca sindaco della città. Così, come nel gioco dell’oca, si ritorna alla casella di partenza: nella formazione siciliana, tutte le strade portano a Mister Magoo.

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  25. Scecco! Panorama è un settimanale, non un quotidiano!

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  26. Buongiorno! Intanto complimenti per la ripresa dell’articolo uscito su Panorama!Che sia giunto il momento di cambiamenti radilcali in questa città! 7 persone di una stessa famiglia “sistemate” in altrettanti posti di lavoro ,sol perchè parenti stretti dell’onorevole, ma non dimentichiamo quelle persone che non sono moglie, cognati, nipoti… ma magari cugini del’on. che lavorano nei vari centri di formazione.Non so bene se la moglie o la cognata di Genevose “lavorino” con il ministro della pubblica istruzione Profumo…Ed intanto i dosoccupati di questa Messina dialagano… in questa città, per lavorare, devi essere parente di qualcuno che “conta”… se sei commessa/o dare parte del tuo stipendio al tuo datore di lavoro(non tutti lo chiedono, ma molti si… scendere a ricatti e compromessi e se non lo fai ti buttano fuori, come d’altronde è successo a me… è uno schifo! xxxxxxxxxxxx è dilagante… spero che la denuncia di Panorama e quella vostra abbia un seguito… intanto sono curiosa di vedere quale quotidiano riprende la notizia

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    11/08/2012
    FORMAZIONE PROFESSIONALE IN SICILIA:DAGLI AVVOLTOI AGLI SCIACALLI.
    Il caso Francantonio Genovese

    In un quarto di secolo la formazione professionale in Sicilia è diventata un mostro:divora un fiume di soldi della Regione,ha in carico quasi diecimila dipendenti, offre illusioni di lavoro a decine di migliaia di giovani,cade nelle mani di incompetenti ed opportunisti.
    Il tempo degli avvoltoi.
    Non tutti:c’erano, e ci sono, quelli che hanno lavorato con onestà e capacità.
    Ora la Regione è arrivata vicino al crac,ma la classe politica non mostra significativi segni di ripensamento sulle cause che hanno portato la Sicilia ad avere un altissimo tasso di povertà e disoccupazione e non mostra volontà di rimuovere privilegi,sprechi,clientelismo.
    Avvia però un processo di riforma della formazione professionale senza mandare a casa migliaia di dipendenti incolpevoli che hanno fatto per anni il loro dovere in condizioni di disagio,con professionalità,amore e dedizione e subendo frustrazioni e persino ritardi nel percepire la retribuzione.Sposta la fonte di finanziamento dalle casse regionali a quelle comunitarie e, di conseguenza, cambiano anche le “regole” di gestione e le prospettive, cioè il ruolo di autentica palestra per il lavoro a cui la formazione dovrà rispondere,risparmiando il 5o% di spesa.
    Non è più tempo di vacche grasse.
    E’ il caos o,ameno, la grande fuga.
    Circa tremila dipendenti in cassa integrazione e, peggio, annunci di licenziamenti.L’Anfe ha attivato la procedura per 170,il Cefop ha annunciato che licenzierà 350 formatori,l’Aram 64,l’Ancol 56.
    Con tempismo,prima degli altri confederali,è stata la CGIL a separarsi dall’Ecap;poi è stata la volta della CISL ad abbandonare lo Ial, sebbene fosse destinatario di un finanziamento pari a 26 milioni di euro dell’Avviso 20 e,ultimo in ordine di tempo la UIL lascia l’Enfap, ma con una onesta dichiarazione del segretario regionale Barone:”siamo consapevoli che gestire le risorse del Fondo sociale europeo implica un livello di capacità e di conoscenza che va al di là di un sindacato.”Già!
    Non c’è più spazio per i dilettanti.
    Arriva anche il tempo degli sciacalli.
    Latitanti e complici per anni con chi ha devastato la formazione professionale traendone profitti inconfessabili,ora essi imbastiscono una indecente campagna contro chi,rischiando del suo,decide di affrontare il nuovo.
    Agli sciacalli si aggiunge il cicaleccio dei vecchi tromboni redivivi e dei novelli aspiranti ad improbabili fortune politiche.
    Il bersaglio preferito è Francantonio Genovese:sia perchè è il più prestigioso e sia perche è parlamentare del forte PD.
    Ai parolai , lui risponde con i fatti:così come prima con lo Ial della CISL,ora con l’ENfap della UIL,impedisce ad un settore dissestato di trasformarsi in macelleria sociale e rischiando i suoi capitali(l’Unione europea non paga a piè di lista) e con persone che riscuotono la sua fiducia,salva migliaia di posti di lavoro.
    Dovrà misurarsi su un percorso che nell’arco di un paio d’anni dovrà,auspicabilmente, riportare la formazione professionale al suo ruolo di fucina di professionalità e mestieri coerenti con l’offerta del mercato del lavoro e protesa alla crescita e allo sviluppo,affinchè si riaccenda la speranza che la Sicilia non sia più terra di miseria,emigrazione,disperazione.

    La svolta del lavoro

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  28. Tanto per rinfrescare la memoria rivedetevi il servizio di report del dicembre 2012
    http://www.tempostretto.it/video/report-enti-formazione-intervista-rinaldi.html

    “Suo cognato lo fà per beneficenza o per interesse personale?”
    “Lo fà perchè facciamo politica, è ovvio, uno che fà politica e crea una rete di conoscenze e di attività ha più possibilità di avere un margine di consenso.
    Lei i voti dove li và a cercare sulla luna o sulla terra. E’ una cosa normale (risatina)”

    Saluti.
    Francesco Borgosano.

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