A Zafferia baraccopoli “inestirpabile”: nel giro di qualche giorno nuovo accampamento

A Zafferia baraccopoli “inestirpabile”: nel giro di qualche giorno nuovo accampamento

A Zafferia baraccopoli “inestirpabile”: nel giro di qualche giorno nuovo accampamento

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martedì 06 Settembre 2011 - 15:09

Dopo l’intervento di smantellamento dello scorso 2 settembre, la situazione ritorna al punto di partenza: nuovo insediamento di rumeni a cento metri di distanza dal bivio con l’ex SS 114. Il presidente del II quartiere Di Blasi chiede l’intervento dell’assessore alle politiche sociali Caroniti

Il villaggio di Zafferia, e per la precisione l’area 100 metri a monte dal bivio della ex SS114, sembra proprio andare a genio a quel “solito” gruppo di romeni che, ancora una volta, nel giro di qualche giorno, ha messo in piedi l’ennesima baraccopoli. Proprio così, nessuna errore, la denuncia, dopo quella dello scorso 2 settembre (vedi articolo correlato), arriva dal presidente della II circoscrizione Giovanni Di Blasi: «Questa mattina – ci spiega – sono stato nuovamente contattato da un gruppo di residenti per i quali è ormai diventato consueto l’affaccio sulla baracche che vengono tirate su nel giro di poche ore. I cittadini lamentano una situazione oggettivamente insostenibile a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie che si vengono a creare con l’insediamento di queste persone».

A prescindere infatti dai dati anagrafici, che siano quegli stessi rumeni o “amici degli amici”, il risultato non cambia: nella zona bonificata la situazione torna ad essere la medesima. Di Blasi che anche stavolta spera nel veloce intervento degli uomini del Nucleo Decoro coordinati da Biagio Santagati e dalla società Messinambiente per la pulizia della zona dove è già stato depositato ogni tipo di materiale e dove sono state costruire baracche in legno e lamiera, sollecita un intervento anche da parte dell’amministrazione e nello specifico dell’assessore alle politiche sociali Dario Caroniti per affrontare il problema direttamente alla radici. «Nello specifico – si legge nella nota del presidente del II quartiere si chiede – l’allontanamento dei soggetti nomadi e la presa in cura da parte dell’Assessorato e del Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Messina per gli opportuni provvedimenti e la chiusura del perimetro di tale area in modo da non consentirne più l’accesso».

Che sia la volta buona? L’interrogativo ora più che mai è d’obbligo.

4 commenti

  1. Semplice…manganello e pena esemplare + retate della popolazione. TUTTO RISOLTO.

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  2. sei troppo buono!
    si dovrebbe riattivare la “soluzione finale”.
    Una filiera completa che prevede manganelli, pena esemplare, lagher, camere a gas, forni crematori e saponificazione finale.
    Alla fine del processo l’assessore sagrestano distribuirà le saponette a titolo gratuito a chi vorrà.
    SE NON GLI TROVANO UNA SISTEMAZIONE CONTINUERANNO SEMPRE A FARE LE BARACCOPOLI E I RESIDENTI AVRANNO SEMPRE FASTIDI.
    Il vero problema non sono loro, ma chi prende 5000 euro al mese ed è capace solo di fare depliant e farneticare di “giusta fermezza” alla faccia dell’amore cristiano che dice di praticare.
    Non si tratta più di destra o sinistra, ma di persone capaci o inette.

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  3. io propongo di fare un referendum e di distribuire queste persone alla gente come te con controllo da parte delle forze dell’ordine sulla loro condizione di tenuta.

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  4. se, per favore, ti è possibile esprimerti in maniera più comprensibile potrei anche risponderti
    Grazie

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