A rischio il servizio di Guardia Medica a Barcellona Pozzo di Gotto, per mancanza di personale. L’intervento di SPI CGIL
BARCELLONA POZZO DI GOTTO – Si torna a parlare di carenza di personale in ambito sanitario e di servizi depotenziati sul territorio. A lanciare l’allarme è SPI CGIL Messina, che denuncia la possibile chiusura della Guardia Medica di Barcellona Pozzo di Gotto.
La segretaria generale di SPI CGIL Messina, Pina Teresa Lontri, ha dichiarato: «Un altro colpo inferto al diritto alla prevenzione e alla cura della salute dei cittadini, un ulteriore smantellamento della sanità territoriale e di prossimità che penalizza soprattutto le persone anziane e fragili nonché tutti coloro i quali non hanno mezzi propri per raggiungere altre località, e pertanto, costrette a soccombere oppure a rinunciare a curarsi».
L’avviso di “carenza di personale”
Il sindacato messinese condanna duramente la possibile chiusura della Guardia Medica di Barcellona Pozzo di Gotto. Nello specifico, SPI CGIL segnala la presenza di un avviso sulla porta della Guardia Medica, nel quale si segnala la mancanza di personale medico.
«Ancora più grave e disdicevole è il contenuto dell’avviso affisso all’entrata di detto presidio che informa i cittadini che “il servizio di continuità assistenziale potrà restare chiuso per carenza di personale”. Contestiamo duramente che una struttura sanitaria di prossimità possa sospendere il proprio servizio per la mancata copertura del personale. L’azienda sanitaria deve garantire la continuità dell’assistenza, prevedendo un’organizzazione capace di sostituire prontamente eventuali assenze dovute a malattia o altri impedimenti. È impensabile che il diritto alla salute dei cittadini possa essere leso dalla mancata organizzazione del personale».
La richiesta: investimenti concreti sulla sanità pubblica
Il sindacato, quindi, ribadisce quello che viene chiesto ormai da anni a gran voce da tutto il territorio messinese: «Serve un’inversione di rotta immediata che veda investimenti concreti nella sanità pubblica, a partire dal reclutamento di personale sanitario sufficiente alle esigenze territoriali, dalla stabilizzazione del personale precario e dall’implementazione di un sistema organizzativo che garantisca la piena operatività di tutti i presidi».
Lontri ha poi concluso: «Il diritto alla salute non può essere oggetto di tagli e sacrifici, ma deve essere garantito a tutti, senza discriminazioni e senza ulteriori penalizzazioni per i territori già pesantemente colpiti da scelte inique e dannose».
