Inaugurata la mostra "I carabinieri nella provincia di Messina", ricco il calendario di eventi

Inaugurata la mostra “I carabinieri nella provincia di Messina”, ricco il calendario di eventi

Ve. Cro.

Inaugurata la mostra “I carabinieri nella provincia di Messina”, ricco il calendario di eventi

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mercoledì 30 Aprile 2014 - 15:11

La mostra rimarrà aperta e fruibile al pubblico dal 30 aprile al 6 giugno, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Ricco il programma di eventi, visibile nella locandina.

“E’ la testimonianza della costante presenza dell’arma dei Carabinieri nella provincia di Messina, è la testimonianza di 200 anni di storia di questa divisa che indossiamo con onore”. Parole sentite quelle del comandante provinciale dei militari dell’Arma, Stefano Spagnol, in occasione dell’inaugurazione della mostra storico-documentale “I carabinieri nella provincia di Messina dal 1861 ai nostri giorni”.
Stampe, divise, fotografie, cimeli, “segni storici” della presenza dei carabinieri nel nostro territorio allestiti all’interno del Monte di Pietà di Messina, in occasione delle celebrazioni del bicentenario dalla fondazione dell’Arma.
Ad organizzare l’evento, il Comando provinciale dei carabinieri con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Messina e la Provincia regionale.
Lo scenario scelto è quello del complesso monumentale di via 24 maggio, luogo che per tutto il mese di maggio, e fino al 6 giugno, ospiterà la mostra ed il ricco calendario di eventi in programma.
Particolare attesa per il musical dedicato a Salvo D’Acquisto, scritto e diretto da Daniela e Stefania La Fauci ed eseguito dal coro dei Carabinieri di Messina, che si terrà in due date: 17 maggio alle 10 e 4 giugno alle 18.30.
Tra gli altri eventi, conferenze e interessanti approfondimenti storici sul tema, dal “Caso Ercolessi” all’impegno dell’Arma nel “difficile anno del 1493”. (Vedi locandina)
La mostra rimarrà aperta e fruibile al pubblico dal 30 aprile al 6 giugno, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30.

4 commenti

  1. Per favore, gli organizzatori non dimentichino di invitare il Sindaco dandogli in mano un microfono.
    Se proprio lui non fosse disponibile perchè impegnato in qualche tavolo di lavoro, potranno sostituirlo con l’assessore Mantineo, altra splendida figura rappresentativa della città.

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  2. Per favore, gli organizzatori non dimentichino di invitare il Sindaco dandogli in mano un microfono.
    Se proprio lui non fosse disponibile perchè impegnato in qualche tavolo di lavoro, potranno sostituirlo con l’assessore Mantineo, altra splendida figura rappresentativa della città.

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  3. IH-870 I-ITGI 1 Maggio 2014 11:21

    UN GRAZIE RICONOSCENTE ALLA BENEMERITA E UN RICORDO …

    DA UN ARTICOLO DI QUALCHE ANNO FA …

    CHIUSA GESSO(ME):Un’altra strage dimenticata!

    Sono passati 59 anni dal 25 aprile 1945 ma ancora vengono fuori stragi e misfatti compiuti dai nazifascisti durante l’agonia del regime mussoliniano.
    L’ultima “scoperta”riguarda l’assassinio a freddo di 5 carabinieri e un civile compiuta dai nazisti in ritirata il 15 agosto 1943 a Chiusa Gesso,frazione di Messina.
    Il fatto ancora oggi ha dell’incredibile sia per le modalità dell’esecuzione (l’Italia era a quel tempo alleata della Germania),sia per l’incredibile insabbiamento di tutta la vicenda,venuta fuori solo per l’iniziativa del Procuratore militare di Roma,Antonio Intelisano,che ha scoperto l’archivio segreto della Procura militare di Roma con 695 fascicoli di crimini nazifascisti commessi tra il 1943 e il 1945.Paradossale che il libro di Giampaolo Pansa sui “crimini”partigiani abbia tutta la grancassa dei mass-media mentre ancor oggi non si indaga sui crimini commessi dagli occupanti durante il disfacimento della dittatura .Ma siamo ormai abituati a quanto possano fare poca notizia
    gli eventi collegati alla Lotta di Liberazione rispetto ai “sensazionalismi” del Grande Fratello e del lifting del Presidente del Consiglio! Quanto esce dagli archivi della Procura Militare di Roma è oggetto di una indagine da parte di una commissione parlamentare che ha il compito di indagare su altre tre stragi naziste compiute in Sicilia (Castiglione,Paternò,Mascalucia)e sulle altre numerose compiute da Reggio Calabria in su,a dispetto di quanto affermano gli assessori del governo regionale di centrodestra secondo cui “non ha senso festeggiare il 25 aprile in Sicilia poiché l’isola è rimasta fuori dalle vicende della Lotta di Liberazione !”. Ma veniamo ai fatti di Chiusa Gesso(Me).Il maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Castanea delle Furie,Francesco Tranchina,scrisse nel dettaglio i fatti accaduti con una memoria datata 15 gennaio 1944.La relazione fu inviata al Comando della Tenenza esterna dei Carabinieri Reali di Messina e da qui al Comando generale dell’Arma dell’Italia liberata,Roma,Ufficio Situazione.Ma tutto restò lì fino al 1994,fino alle indagini sul caso Priebke. Nel dettaglio, i cinque militi erano stati distaccati in località Tarantonio di Gesso per evitare che i tedeschi in ritirata distruggessero ponti,vettovaglie e abitazioni civili.Presso la villa di Matteo D’Agostino,al km.31+200 della statale 113 in direzione di Villafranca,i militi notarono un gruppo di tedeschi che assalivano la villa difesa dal nipote del D’Agostino,Stefano Giacobbe,disabile mentale.Dopo averlo ucciso,senza esitazione i soldati tedeschi rivolsero le loro mitragliatrici contro i cinque carabinieri che intanto chiedevano spiegazioni del saccheggio.-“Cercavamo di bloccare i tedeschi che rubavano in quella casa”-affermò nel rapporto circostanziato del maresciallo Tranchina,Santo Graziano,carabiniere miracolosamente scampato alla mattanza.Ma per tutta risposta furono disarmati, portati a 40 metri,fucilati sommariamente,finiti con un colpo alla nuca.Dei loro corpi ebbe pietà il proprietario del vigneto,Giuseppe Mundo,che li seppellì e vi piantò sopra due alberi di fico perché quella strage non fosse dimenticata.Gli alberi sono ancora lì ma nessuno in 60 anni si è mosso per rendere conto di quel misfatto.Ecco i nomi dei carabinieri uccisi:Antonino Rizzo,Tindaro Ricco,Antonino Caccetta,Nicola Pino,Antonino Del Campo,cui va aggiunto il disabile Stefano Giacobbe.
    Nel 1994 il fascicolo di Chiusa Gesso arrivò alla Procura Militare di Palermo.Furono avviate finalmente le indagini ma non c’era più alcun testimone vivo.L’inchiesta è rimasta così contro ignoti e alla fine archiviata dal Gip della P.M.di Palermo. Enrico Buttitta,attuale P.M. di Palermo ha risposto poche settimane fa alla commissione parlamentare d’inchiesta assicurando la massima collaborazione anche in direzione dell’incredibile insabbiamento di tutta la vicenda.Si eseguiranno gli accertamenti sui resti di contrada Tarantonio?Saranno ascoltati altri possibili testimoni a Chiusa Gesso,a Messina? Perché ancora oggi si deve assistere impotenti al mancato accertamento di fatti criminosi,alla negazione delle vicende collegate ai saccheggi perpetrati da eserciti in fuga,a ingiustificati insabbiamenti vista la natura dei fatti.Chi oggi si ostina a ritenere la “ritirata”nazifascista del 1943-45 come normale campagna di guerra ricordi il profondo rifiuto della guerra da parte delle popolazioni italiane in quei momenti e il saccheggio perpetrato ai danni del nostro bel paese.Vale la pena accertare la verità su quegli italiani che si opposero al nazifascismo,militari e civili per regalare alle future generazioni una prospettiva di giustizia.
    Claudio Paterna

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  4. IH-870 I-ITGI 1 Maggio 2014 11:21

    UN GRAZIE RICONOSCENTE ALLA BENEMERITA E UN RICORDO …

    DA UN ARTICOLO DI QUALCHE ANNO FA …

    CHIUSA GESSO(ME):Un’altra strage dimenticata!

    Sono passati 59 anni dal 25 aprile 1945 ma ancora vengono fuori stragi e misfatti compiuti dai nazifascisti durante l’agonia del regime mussoliniano.
    L’ultima “scoperta”riguarda l’assassinio a freddo di 5 carabinieri e un civile compiuta dai nazisti in ritirata il 15 agosto 1943 a Chiusa Gesso,frazione di Messina.
    Il fatto ancora oggi ha dell’incredibile sia per le modalità dell’esecuzione (l’Italia era a quel tempo alleata della Germania),sia per l’incredibile insabbiamento di tutta la vicenda,venuta fuori solo per l’iniziativa del Procuratore militare di Roma,Antonio Intelisano,che ha scoperto l’archivio segreto della Procura militare di Roma con 695 fascicoli di crimini nazifascisti commessi tra il 1943 e il 1945.Paradossale che il libro di Giampaolo Pansa sui “crimini”partigiani abbia tutta la grancassa dei mass-media mentre ancor oggi non si indaga sui crimini commessi dagli occupanti durante il disfacimento della dittatura .Ma siamo ormai abituati a quanto possano fare poca notizia
    gli eventi collegati alla Lotta di Liberazione rispetto ai “sensazionalismi” del Grande Fratello e del lifting del Presidente del Consiglio! Quanto esce dagli archivi della Procura Militare di Roma è oggetto di una indagine da parte di una commissione parlamentare che ha il compito di indagare su altre tre stragi naziste compiute in Sicilia (Castiglione,Paternò,Mascalucia)e sulle altre numerose compiute da Reggio Calabria in su,a dispetto di quanto affermano gli assessori del governo regionale di centrodestra secondo cui “non ha senso festeggiare il 25 aprile in Sicilia poiché l’isola è rimasta fuori dalle vicende della Lotta di Liberazione !”. Ma veniamo ai fatti di Chiusa Gesso(Me).Il maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Castanea delle Furie,Francesco Tranchina,scrisse nel dettaglio i fatti accaduti con una memoria datata 15 gennaio 1944.La relazione fu inviata al Comando della Tenenza esterna dei Carabinieri Reali di Messina e da qui al Comando generale dell’Arma dell’Italia liberata,Roma,Ufficio Situazione.Ma tutto restò lì fino al 1994,fino alle indagini sul caso Priebke. Nel dettaglio, i cinque militi erano stati distaccati in località Tarantonio di Gesso per evitare che i tedeschi in ritirata distruggessero ponti,vettovaglie e abitazioni civili.Presso la villa di Matteo D’Agostino,al km.31+200 della statale 113 in direzione di Villafranca,i militi notarono un gruppo di tedeschi che assalivano la villa difesa dal nipote del D’Agostino,Stefano Giacobbe,disabile mentale.Dopo averlo ucciso,senza esitazione i soldati tedeschi rivolsero le loro mitragliatrici contro i cinque carabinieri che intanto chiedevano spiegazioni del saccheggio.-“Cercavamo di bloccare i tedeschi che rubavano in quella casa”-affermò nel rapporto circostanziato del maresciallo Tranchina,Santo Graziano,carabiniere miracolosamente scampato alla mattanza.Ma per tutta risposta furono disarmati, portati a 40 metri,fucilati sommariamente,finiti con un colpo alla nuca.Dei loro corpi ebbe pietà il proprietario del vigneto,Giuseppe Mundo,che li seppellì e vi piantò sopra due alberi di fico perché quella strage non fosse dimenticata.Gli alberi sono ancora lì ma nessuno in 60 anni si è mosso per rendere conto di quel misfatto.Ecco i nomi dei carabinieri uccisi:Antonino Rizzo,Tindaro Ricco,Antonino Caccetta,Nicola Pino,Antonino Del Campo,cui va aggiunto il disabile Stefano Giacobbe.
    Nel 1994 il fascicolo di Chiusa Gesso arrivò alla Procura Militare di Palermo.Furono avviate finalmente le indagini ma non c’era più alcun testimone vivo.L’inchiesta è rimasta così contro ignoti e alla fine archiviata dal Gip della P.M.di Palermo. Enrico Buttitta,attuale P.M. di Palermo ha risposto poche settimane fa alla commissione parlamentare d’inchiesta assicurando la massima collaborazione anche in direzione dell’incredibile insabbiamento di tutta la vicenda.Si eseguiranno gli accertamenti sui resti di contrada Tarantonio?Saranno ascoltati altri possibili testimoni a Chiusa Gesso,a Messina? Perché ancora oggi si deve assistere impotenti al mancato accertamento di fatti criminosi,alla negazione delle vicende collegate ai saccheggi perpetrati da eserciti in fuga,a ingiustificati insabbiamenti vista la natura dei fatti.Chi oggi si ostina a ritenere la “ritirata”nazifascista del 1943-45 come normale campagna di guerra ricordi il profondo rifiuto della guerra da parte delle popolazioni italiane in quei momenti e il saccheggio perpetrato ai danni del nostro bel paese.Vale la pena accertare la verità su quegli italiani che si opposero al nazifascismo,militari e civili per regalare alle future generazioni una prospettiva di giustizia.
    Claudio Paterna

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