Bilanci, piani di riequilibrio, partecipate: il focus con la viceministro Castelli

Bilanci, piani di riequilibrio, partecipate: il focus con la viceministro Castelli

Redazione

Bilanci, piani di riequilibrio, partecipate: il focus con la viceministro Castelli

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sabato 30 Marzo 2019 - 10:05

La viceministro all’Economia ha risposto all’invito dell’ex vicesindaco e docente dell’Università di Messina per discutere di finanza locale con esperti e tecnici del settore

Un confronto tra i tecnici di molte importanti amministrazioni locali italiane, esponenti delle associazioni nazionali e regionali dei Comuni e il Governo sul delicato tema del riequilibrio finanziario degli Enti Locali. È stato questo il focus dell’incontro organizzato dall’ex vice sindaco e docente del Dipartimento di Economia dell’Università di Messina Guido Signorino.

In tanti hanno risposto al suo invito: per il Governo la Viceministra all’Economia, Laura Castelli; per l’ANCI Andrea Ferri (Dirigente Fondazione IFEL) e Giuseppe Falcomatà (Delegato per Mezzogiorno e Coesione Sociale e Sindaco di Reggio Calabra); per l’ANCI-Sicilia, l’Assessore Roberto D’Agostino (delegato dal Presidente Orlando); l’On. Riccardo Mastrangeli (Frosinone) e i dirigenti tecnici: Sergio Aurino (Napoli), Enzo Cuzzola (Reggio Calabria), Vincenzo Giannotti (Frosinone), Antonio Le Donne (Palermo), Eros Libetti (Provincia di Ascoli Piceno), Gianluigi Marotta (Avellino). Ha partecipato anche con un suo contributo il Prof. Carlo Vermiglio. Il Prof. Michele Limosani ha portato i saluti dell’Università e del Dipartimento.

Il convegno, articolato in due tempi, ha realizzato un prezioso incontro non istituzionale tra Enti Locali e Governo, che ha di fatto avviato il “tavolo informale continuativo” proposto dalla Viceministra Castelli. Il confronto ha riguardato due scadenze di elevata urgenza: i problemi aperti dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha annullato la possibilità di rateizzare in 30 anni i disavanzi “residui” dei piani di riequilibrio e la restituzione del “fondo di rotazione” e la riforma della disciplina del riequilibrio finanziario.

Riassumendo per punti gli argomenti toccati, si è valutata la necessità di adeguare alla durata dei piani di riequilibrio (4, 10 o 20 anni) l’assorbimento dei disavanzi e la restituzione del fondo. Si è discusso della fondatezza costituzionale degli interventi dello Stato a supporto del riequilibrio (il “fondo di rotazione”), alla luce degli “interventi straordinari” previsti al comma 5 dell’art. 119 della Costituzione. La giurisprudenza contabile ha osservato che l’incremento della durata dei piani riduce la disciplina degli enti in riequilibrio; questa osservazione non tiene conto della riduzione di risorse verso gli enti locali operata dai Governi negli ultimi anni.

Si è parlato dell’opportunità di tutelare i percorsi di riequilibrio introducendo previsioni di stabilità dei trasferimenti verso gli enti in riequilibrio. Un esempio in tale direzione è determinato dal taglio dell’IMU-TASI che ha di fatto determinato una sottrazione di risorse pianificate, minando la sostenibilità di piani già approvati. Si è proposto che i piani di riequilibrio possano essere periodicamente rivisti e integrati, rendendoli flessibili alle variazioni del contesto normativo ed economico. La dinamica del riequilibrio richiede anche elementi di flessibilità nella gestione dei bilanci; ad esempio, potrebbe adottarsi per gli enti in riequilibrio la già prevista modalità semplificata per la determinazione del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità.

È stato ancora suggerito di ispirare alla disciplina privatistica i rapporti degli enti indebitati coi propri creditori, ipotizzando l’istituzione di “assemblee dei creditori” che approvino a maggioranza il piano del Comune, rendendolo vincolante erga omnes. I rapporti con le società partecipate sono spesso fonte di disequilibrio finanziario; appare dunque necessario intervenire in maniera tempestiva per evitare l’insorgere di circoli viziosi che determinano in ultima istanza “indebitamento nascosto” degli enti locali. In tal senso appare opportuno definire, a cura degli enti locali, sistemi di rating economico-finanziario basati su opportuni indicatori e su automatismi di risposta gestionale. L’obiettivo è quello di restituire alle comunità locali la prospettiva di una crescita economica equilibrata, che garantisca la ripresa degli investimenti, i servizi ai cittadini e l’efficienza di gestione del sistema pubblico.

A questo ampio ventaglio di problematiche e proposte, la Viceministra ha risposto esprimendo l’intenzione di rendere permanente il confronto aperto realizzatosi a Messina, in particolare in vista sia delle iniziative da porre in essere entro il 30 aprile che della riforma del Titolo VIII del Testo Unico degli Enti locali. Ha poi esposto alcune proposte operative sui temi della riscossione, del turn-over del personale, della gestione del patrimonio e su quello dei rapporti finanziari tra Stato ed enti locali, parlando della necessità di giungere ad una “pace Stato-Comuni”, sul modello della “pace fiscale” tra Stato e cittadini.

Si potrebbe pensare al recupero dell’ipotesi di riforma del Catasto (disciplina fiscale del patrimonio) e a una codificazione delle ipotesi di transazioni tra enti locali e agenti della riscossione, che adattino ai soggetti pubblici il modello definito per le aziende in caso di concordato. La Viceministra Castelli ha anche lanciato un appello all’Università, affinchè avvii una nuova stagione per la formazione di specifiche competenze nel campo della ragioneria e dell’organizzazione e gestione dell’economia del settore pubblico.

In conclusione, si è aperto un tavolo di discussione che promette sviluppi importanti già nel periodo immediato.

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