Acqua non potabile a San Pier Niceto, scoppia l'ennesima polemica

Acqua non potabile a San Pier Niceto, scoppia l’ennesima polemica

Giovanni Passalacqua

Acqua non potabile a San Pier Niceto, scoppia l’ennesima polemica

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martedì 23 Giugno 2015 - 14:11

La minoranza accusa il sindaco Calderone, sostenendo che nulla del genere fosse mai accaduto prima. La replica del primo cittadino: “Dal 2006 al 2011 mai un'ordinanza, nonostante l'acqua risultasse inquinata. Non è mai successo prima o è stato nascosto qualcosa ai sampietresi?”

Da circa una settimana le acque di San Pier Niceto non sono utilizzabili per il consumo umano. Le ultime analisi, effettuate il 10 giugno, hanno infatti riscontrato la presenza di batteri coliformi. Il sindaco, con un’ordinanza, ha immediatamente disposto la clorazione delle acque, comunicando alla cittadinanza l’obbligo di non consumare l’acqua dei rubinetti. Domani arriveranno le nuove analisi, che stabiliranno se l’intervento è stato risolutivo e se l’acqua tornerà dunque potabile.

L’episodio ha tuttavia scatenato l’ennesima polemica. Enrico Gangemi, ex amministratore, ora opinion leader dell’attuale minoranza consiliare, ha infatti accusato della vicenda l’amministrazione Calderone, ritenuta incapace tanto di garantire la bontà dell’acqua quanto una veloce risoluzione del problema. Gangemi ha anche chiesto le dimissioni del sindaco, sostenendo che nulla del genere fosse mai capitato prima.

A replicare alle parole di Gangemi è stato lo stesso sindaco, che già in precedenza si era ritrovato coinvolto in una polemica analoga. In quell’occasione, rispondendo a un’interrogazione dei consiglieri di minoranza, Calderone aveva mostrato i documenti dei controlli effettuati negli anni della precedente amministrazione Pitrone, in cui Gangemi era vicesindaco. E aveva fatto qualche raffronto.

Una prima evidenza emersa dalle carte è il fatto che il ritrovamento di batteri coliformi nelle acque pubbliche sampietresi non è una novità. Il problema si è presentato due volte nel 2007, 2008 e nel 2009, tre nel 2010 e ancora due nel 2011, anni in cui è stata in carica l’amministrazione Pitrone; la situazione non è cambiata negli ultimi 3 anni, con una frequenza di due casi annui. I motivi sono da ricercare nelle peculiarità del sistema idrico sampietrese. Anzitutto la fonte si trova sotto un terreno permeabile, che in alcuni periodi dell’anno filtra l’acqua piovana dalla superficie, e che viene utilizzato per il pascolo animale; è questa l’eventualità che causa l’inquinamento da batteri coliformi fecali, contenuti cioè nelle feci lasciate dagli animali al pascolo. C’è poi un secondo motivo: quando l’acqua che scende naturalmente dalle montagne non è sufficiente, si ricorre a una trivella; a causa dell’uso occasionale, tuttavia, nell’acqua stagnante possono formarsi colonie di batteri, i cui residui contaminano l’acqua portata in superficie dalla trivella. È questo il motivo attuale per cui le acque risultano inquinate.

C’è poi un’accusa che il sindaco Calderone muove agli ex amministratori. Sembra infatti che, in molti casi, questi ultimi non abbiano emesso alcuna ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua, nonostante i risultati delle analisi l’avessero definita non conforme ai parametri di legge. È accaduto ad agosto 2007, quando i valori alla sorgente Vena superavano di 53 volte i limiti consentiti; e il 18 settembre l’Usl di Messina comunicava che il problema continuava a persistere, a oltre un mese dalla prima comunicazione. È accaduto ancora a gennaio, maggio e settembre 2010; e sarebbe successo altre sette volte. “Dalla nostra ricerca” – spiega il sindaco – “non è emersa nessuna ordinanza che accompagnasse queste analisi. E i valori riscontrati erano molto più alti di quelli attuali. Se dunque si chiedono le mie dimissioni, come se io stesso avessi inquinato l’acqua, cosa avrebbero dovuto fare in quelle occasioni gli ex amministratori?”

Sembra dunque difficile che si possa arrivare a una soluzione definitiva per le acque pubbliche di San Pier Niceto. La prevenzione, attraverso un regolare e frequente controllo dei campioni, è l’unico metodo in grado di tutelare la cittadinanza.

Giovanni Passalacqua

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