Brogli alle Comunali di Reggio Calabria, la “migrazione” di Giustra e altri misteri

Brogli alle Comunali di Reggio Calabria, la “migrazione” di Giustra e altri misteri

mario meliado

Brogli alle Comunali di Reggio Calabria, la “migrazione” di Giustra e altri misteri

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mercoledì 03 Marzo 2021 - 15:05

Nel mirino della Procura reggina il metodo illegittimo per designare gli scrutatori indicando anche i seggi di destinazione, anziché procedere a nominarli per sorteggio

Nel mirino della Procura di Reggio Calabria, rispetto ai presunti brogli elettorali perpetrati in occasione delle Comunali del settembre dello scorso anno, ci sono alcuni “misteri”. Tra questi, la repentina “migrazione” di alcuni presidenti e scrutatori da una sezione elettorale a un’altra e la designazione illegittima degli scrutatori, avvenuta “nominativamente” da parte di soggetti totalmente non legittimati a operarla – così gli inquirenti – e, in aggiunta, indicandone pure i seggi di destinazione: «Dovevano essere nominati per sorteggio», fanno rilevare in Procura.

Mistero (non buffo) elettorale

Salta agli occhi, in particolare,come Carmelo Giustra fosse stato indicato a presiedere la sezione elettorale numero 172. Secondo gli inquirenti, proprio in quel seggio avrebbero dovuto “votare” fraudolentemente aventi diritto al voto nel frattempo defunti o che, in ogni caso, non si sarebbero mai mossi da casa per esprimere il proprio suffragio.

Una suggestiva immagine di Reggio Calabria

«La “macchina organizzativa” che faceva capo al consigliere Antonino Castorina ha dimostrato notevole capacità d’adattamento – evidenzia il procuratore capo Giovanni Bombardieri –. Infatti, in un primo momento Giustra avrebbe dovuto essere il presidente della sezione elettorale 172 e lì si sarebbero presentati vari soggetti che, in pratica, avrebbero dovuto votare “come se” si fosse trattato degli elettori che invece non si sarebbero recati alle urne, e Giustra avrebbe dovuto farli votare identificandoli “per conoscenza personale”. Poi però venne fuori che il presidente della sezione elettorale numero 172 era un’altra persona. Ecco che Simone D’Ascola, elemento dell’entourage di Castorina, qualificandosi come avvocato, andò a insistere affinché ugualmente fosse Carmelo Giustra a insediarsi alla 172 nel ruolo di presidente di seggio. Fallito pure questo tentativo, immediatamente si cambiò strategia – così il procuratore –. E una volta dirottato Giustra alla sezione elettorale 184, in tempi rapidissimi, direttamente il pomeriggio del sabato che precedeva i due giorni delle votazioni per il rinnovo del Consiglio comunale, le persone a questo incaricate procedettero a procurarsi una serie di copie di tessere elettorali da usare allo stesso scopo. Cambiò, però, anche il modo di mettere a segno i brogli elettorali. A questo punto, nessun impostore si sarebbe presentato in sostituzione dei reali aventi diritto al voto, ma al presidente Giustra sarebbe stato semplicemente fornito un elenco di nomi e di numeri di tessera elettorale corrispondenti: poi sarebbe stato lui stesso a dover esprimere un suffragio al posto di quegli elettori, come se si fossero regolarmente presentati alle urne. Gli sarebbe stato chiesto questo in relazione a una quarantina di voti falsi, ma Carmelo Giustra avrebbe poi fatto quanto richiestogli solo per 14 elettori: troppo pericoloso, è stata la sua spiegazione».

Ragnatela d’amicizie

…Ma tutto questo come avrebbe avuto luogo, in concreto?

Stando allo stesso comunicato diramato in seguito agli arresti di stamattina, intanto Castorina & C. avrebbero dimostrato ampia reattività rispetto alla mancata designazione di Carmelo Giustra alla presidenza del seggio elettorale desiderato – il numero 172, rispetto al quale stando alle risultanze investigative si sarebbe organizzato il voto di anziani non votanti, allettati e defunti –, finendo col «mettere in piedi un piano alternativo con il necessario coinvolgimento di soggetti fidati ed efficaci, ognuno per suo conto interprete di una o più mansioni assegnategli, secondo quello che è stato ricostruito come un meccanismo assai efficiente», si legge.

Ma sotto il profilo della “filosofia”, della trama retrostante, i presunti brogli elettorali sarebbero stati posti in essere «attraverso un’articolata tela di rapporti e amicizie di varia natura con i più disparati soggetti, talvolta sfruttando la loro indigenza, talaltra la loro dimensione postulante in ragione di eventuali e indefiniti futuri favori da elargire».
…E gli elettori (quelli vivi) a vario titolo espropriati del proprio insindacabile diritto di voto, e anche di votare o meno, erano compiacenti? In atto non è dato saperlo, ammette il procuratore Bombardieri.

Castorina, due “passi falsi”?

Castorina durante un incontro pubblico

Ad attirare l’attenzione dei magistrati, poi, i due presunti “passi falsi” che il consigliere Nino Castorina avrebbe compiuto rispetto alla Commissione elettorale comunale.

Intanto, perché nel 2018 si dimise da componente dell’organismo di Palazzo San Giorgio l’odierno presidente del Consiglio comunale, Enzo Marra. Castorina di fatto ne prese il posto, ma stando ai magistrati “se lo intestò”, senza aver diritto a fare parte della Commissione. Proprio per questa ragione risulta iscritto nel registro degli indagati l’oggi assessore comunale Demetrio Delfino: da (allora) presidente del Consiglio comunale, avrebbe avallato quest’indebito ingresso di Castorina tra i membri della Commissione elettorale dell’Ente.

E poi in quanto, assai più di recente, Castorina avrebbe preso le redini di fatto di quest’organismo comunale: secondo la Procura, non avrebbe potuto esserne il presidente, anche perché non risultava regolare già la sua mera presenza in seno alla Commissione.

Delegato?

…E ci sono ulteriori, ampi interrogativi sulla delega con cui il sindaco Giuseppe Falcomatà avrebbe di fatto permesso a Castorina di formalizzare la designazione di decine di nuovi scrutatori, a fronte di rinunce spesso soltanto tacite da parte degli scrutatori indicati dalla Corte d’appello di Reggio Calabria. La delega ci fu, e ce ne sono due riscontri importanti: la foto dell’atto firmato da Falcomatà sul cellulare della dirigente comunale Carmen Stracuzza, ma soprattutto la tempestiva revoca in autotutela della delega da parte dello stesso primo cittadino, che peraltro ha ammesso anche davanti agli inquirenti d’aver firmato quella delega (peraltro mai protocollata, a differenza della revoca). E la revoca ebbe luogo poche ore dopo la firma della delega a Castorina, «perché – puntualizza il procuratore capo reggino, Giovanni Bombardieri – uno stretto collaboratore di Falcomatà gli fece notare che aveva firmato un atto “impossibile”, in quanto le funzioni di nomina di scrutatori facendo le veci del sindaco non possono essere delegate a un consigliere comunale».

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