Calabria & imprese: il confindustriale Mazza è il neocommissario del Corap

Calabria & imprese: il confindustriale Mazza è il neocommissario del Corap

mario meliado

Calabria & imprese: il confindustriale Mazza è il neocommissario del Corap

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venerdì 12 Novembre 2021 - 18:00

Il fiscalista catanzarese esperto in crisi d'impresa proverà a risollevare le Aree di sviluppo industriale. Tanti gli abbagli del centrodestra sul Consorzio

Il neocommissario del Corap Enrico Mazza

REGGIO CALABRIA – Tanto tuonò che piovve… e poi dicono che i vertici della politica calabrese non ascoltano mai le parti sociali!
Il presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, fra i suoi primissimi atti (il suo esecutivo s’è riunito questa mattina a Germaneto per la prima volta), ha nominato il confindustriale catanzarese Enrico Mazza quale nuovo commissario del Corap.

Si tratta del Consorzio unico regionale che assomma le competenze delle 5 ex-Asi provinciali in materia di sviluppo delle aree industriali. E sia parte datoriale sia sindacati avevano già richiamato l’attenzione del neoGovernatore su una situazione intricata. E rispetto alla quale sbagli anche madornali non erano mancati, da parte della sua stessa coalizione.

Consorzio, centrodestra, abbagli

La sede del Corap, all’ex
Centro agroalimentare di Lamezia

Da un annetto in qua il centrodestra, per far smadonnare gli imprenditori reggini e calabresi, certo ce l’ha messa tutta.

Deve aver pensato Nino Spirlì, guardando alle aziende in ginocchio, e non solo per la pandemia: così non va, serve qualcuno che sia competente e “vicino”. Ed ecco che, nel marzo 2021, è arrivata la nomina a commissario straordinario del Corap di Renato Bellofiore.

Franco Recupero, Gianfranco Saccomanno
e Roy Biasi insieme a Renato Bellofiore

Cioè di un collega di partito della Lega – avvocato di professione –, già sindaco di Gioia Tauro. E poi indicato nel maggio di quest’anno, a soli due mesi dalla nomina alle redini del Corap, quale neoreferente del Carroccio nell’intera Tirrenica reggina.
Un territorio attenzionatissimo; non foss’altro perché terra di riferimento sia per lo stesso Spirlì sia per il subcommissario regionale leghista Roy Biasi, entrambi di Taurianova (il secondo, sindaco taurianovese in carica).

Bellofiore knock down

Senonché, dopo soli 5 mesi di mandato e a un “tiro di schioppo” dalle Regionali, quello che il commissario regionale della Lega Gianfranco Saccomanno (pianigiano anche lui, ma di Rosarno) definiva «brillante e giovane professionista, con una rilevante conoscenza amministrativa, ben conosciuto nel territorio» veniva sollevato dall’incarico. E dallo stesso soggetto politico che l’aveva precedentemente nominato; cioè Spirlì.
Motivo sottotesto: la troppo accentuata vicinanza di Bellofiore appunto a Saccomanno.

Arriva Calabrò

Tommaso Calabrò

Con delibera numero 411 del 25 agosto, la Giunta regionale – quella che, a Ente ormai sciolto per la dipartita di Jole Santelli, avrebbe dovuto svolgere compiti di mera ordinaria amministrazione – dispose infatti la «liquidazione coatta amministrativa» del Corap, «individuando il commissario liquidatore nella persona del dott. Tommaso Calabrò».
L’ex dirigente regionale alla Programmazione economica e poi al dipartimento Presidenza fu nominato sùbito dopo proprio da Nino Spirlì con decreto presidenziale numero 147 del primo settembre.
Alla faccia del «politico d’alto valore morale e di visione ampia e costruttiva»… Cinque mesi.

Last famous words

Solo l’8 luglio, Bellofiore aveva varato il nuovo Regolamento per la localizzazione delle attività produttive, la cessione e l’uso dei suoli e dei fabbricati nelle aree di competenza Corap. E il 17 giugno precedente, a cinque anni dalla creazione del Consorzio, la Giunta regionale aveva varato il nuovo Statuto del Corap. «Se qualcuno voleva far fallire l’Ente, oggi ha avuto una risposta forte», ebbe a dire in quell’occasione il Governatore facente funzioni.

Stava andando tutto bene? Eh, no…
Giusto a ridosso del varo del nuovo Statuto consortile, infatti, i sindacati erano scesi in piazza. dopo aver proclamato con aspre parole lo stato d’agitazione. I motivi erano tristemente i soliti: stipendi non pagati e situazione di gravissima incertezza (…e come si può notare, i rappresentanti dei lavoratori “ci avevano visto lungo”).

Centrodestra versus centrodestra

La cosa incredibile è che – oltre alla Lega come partito – la stessa coalizione di centrodestra si contraddiceva in maniera pesantissima, e in tempi rapidissimi…

L’ex consigliere regionale Mimmo Giannetta (FI)

Solo un paio di mesi prima, il forzista (non rieletto in Consiglio) Mimmo Giannetta, ex sindaco di Oppido Mamertina alla guida della Commissione regionale di Vigilanza, ebbe a dire: «Dopo anni di crisi e lo scempio della liquidazione (sic!) imposta dalla fallimentare legge dell’era Oliverio, finalmente il Consorzio regionale delle attività produttive sta ingranando la marcia giusta per guardare al futuro». E l’esponente di Forza Italia brindava al «nuovo percorso con cui s’intende ricostruire, mattone su mattone, una struttura che rischiava di crollare e di lasciare a terra solo fumo e macerie».
Sottotitolo: alleati che si parlano pochino

Le piroette non finiscono mai…

Il neoGovernatore calabrese Roberto Occhiuto

E Occhiuto?
Più volte, già in campagna elettorale, il neoGovernatore forzista aveva annunciato che la direzione giusta era l’ultima intrapresa: la liquidazione del Consorzio regionale per le Attività produttive. Con buona pace dei poco meno di cento dipendenti dell’Ente subregionale.

Al punto che, appena terminata l’odissea relativa all’ “infinita” attesa della sua proclamazione, Occhiuto aveva fatto sì che istantaneamente – sabato scorso, il 6 novembre – fosse emanato un avviso per la ricerca, tra i dirigenti regionali, del nuovo commissario liquidatore.
E adesso cos’ha fatto Roberto Occhiuto? Ha nominato… un esterno. Per la precisione un avvocato e fiscalista esperto di crisi d’impresa – il 53enne catanzarese Enrico Mazza – nei quadri dirigenziali di Unindustria Calabria.

La nuova Giunta regionale riunita per la prima volta
Oggi, esordio della giunta Occhiuto a Palazzo “Santelli”

L’amministratore delegato di Mia (Mondo impresa azienda), società specializzata nei servizi alle imprese, è stato peraltro individuato da Occhiuto dentro una terna di nomi di mano confindustriale; e questo, come primo atto assoluto della sua Giunta.

Questo perché, spiega oggi, «in campagna elettorale avevo promesso a Confindustria che avrei reso la loro confederazione protagonista del sistema imprenditoriale della Calabria e delle scelte che avrebbero riguardato lo sviluppo delle aree industriali.
E dunque, per dirla sempre col neoPresidente, «spazio al merito, alla competenza, e coinvolgimento reale delle associazioni di categoria e dei sindacati».

Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria

Ora il presidente dei confindustriali calabresi Aldo Ferrara può esultare, com’è normale che sia.

Rammentando inoltre, “con” lo stesso Occhiuto, come la questione del futuro delle aree industriali e dunque dell’Ente consortile fosse stata «portata alla sua attenzione in occasione dell’Assemblea di Unindustria Calabria il 30 ottobre scorso». Quella tenutasi al cospetto del presidente nazionale Carlo Bonomi.

Ed è chiaro che Mazza perseguirà una soluzione «in linea con gli obiettivi prefissati dalla Giunta Regionale e con la sua mission primaria, ossia favorire il sorgere di nuove iniziative imprenditoriali e di implementare e potenziare le attività esistenti».
Insomma, il contrario della liquidazione dell’Ente.

Il monito dei sindacati

Ma il neoPresidente ha menzionato pure i rappresentanti dei lavoratori… Già: pochi giorni fa anche loro s’erano fatti sentire. U

Il sindacato autonomo Sul solo un grappolo di ore fa, tramite il segretario regionale Aldo Libri, aveva chiesto perentoriamente di far avere in tempi europei i 6 stipendi arretrati e la “quattordicesima mensilità” ai 96 lavoratori del Consorzio.

A fine ottobre Fp-Cgil, Fp-Cisl, Ugl e Findici avevano invece messo in rilievo che erano ormai un paio le “liquidazioni” intentate nei confronti dell’Ente subregionale, il cui bilancio – nonostante i circa 90 milioni di euro di passivo che non avevano impedito scelte opinabili e onerose, come l’apertura di una sede …in Marocco – paradossalmente risultava ora in attivo.
«I bilanci adottati relativi agli anni 2018-2019-2020, sebbene in utile d’esercizio, non sono sufficienti a compensare l’enorme massa debitoria che grava sul Corap – scrivevano poi, chiarendo il tono provocatorio precedente -. Il Piano Industriale sottoposto alle verifiche dei dipartimenti regionali non è stato ritenuto “affidabile e sostenibile”», mentre i «numerosi atti di precetto dei “grossi” creditori bloccano di fatto i conti correnti bancari dell’Ente».

Ci s’è messo anche il Tar…

Ma gli atti del centrodestra in materia di Corap – nel frattempo oggetto d’autocontraddizione – erano già stati contraddetti pesantemente dal Tar della Calabria. Con effetto anche retroattivo, verrebbe da dire…

L’ex commissario Corap Renato Bellofiore

Infatti i magistrati amministrativi a fine ottobre, investiti della materia perché aveva fatto ricorso l’ex commissario Renato Bellofiore, poche ore prima di quest’ultima preoccupatissima sortita delle forze sindacali avevano stroncato la delibera con cui nell’agosto precedente la Giunta regionale aveva ri-disposto la liquidazione del Corap.

Nel 2019 (prima liquidazione) l’atto era impossibile, perché ad adottarlo era stato il Consiglio regionale, mentre la liquidazione è atto di Giunta.
Stavolta, la titolarità ad adottare il provvedimento ci sarebbe anche stata; ma evidentemente non in prorogatio. Periodo durante il quale – come già posto in rilievo – la Giunta regionale, fuori dall’ordinaria amministrazione, poteva adottare solo atti urgenti e improrogabili.
Di qui anche la reprimenda di Bellofiore, pronto a recriminare su una «messa in liquidazione inaspettata» e che adesso, almeno in sede cautelare, il Tar calabrese bocciava sonoramente.

Alla fine, con la nomina odierna, il centrodestra sembra aver dato ragione al Tar che bocciava il centrodestra, dopo aver dato torto ai magistrati amministrativi e – invece – ragione al centrodestra.
E chissà quante tappe ci riserva ancòra questo viaggio…

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