Calabria sempre più lontana dalla ripartenza: le denunce dei sindacati

Calabria sempre più lontana dalla ripartenza: le denunce dei sindacati

elisabetta marciano

Calabria sempre più lontana dalla ripartenza: le denunce dei sindacati

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mercoledì 17 Marzo 2021 - 12:41

Serve un Patto per la Calabria di salvezza nazionale, perché il rischio maggiore è quello di consegnare definitamente la regione nelle mani della ‘ndrangheta."

Un’analisi puntuale quella fatta dai vari sindacati che stanno valutando al “microscopio” la situazione calabrese dal punto di vista economico e sanitario. Quella che ne esce fuori è una serie di denunce e paure per un futuro che i sindacati vedono incerto e preoccupante, in cui la ripartenza non solo sembra ancora lontana, ma addirittura assente.

Il punto della UIL

Gli errori di queste ultime settimane rischiano di relegare la Calabria nei bassifondi non solo delle classifiche sanitarie ma anche di quelle economiche per la ripresa – è il timore espresso dalla Uil che continua – la regione rischia di perdere il treno della ripartenza, di rimanere isolata dalla questione nazionale e meridionale. I dati sulla tenuta occupazionale e quelli sulla crescita economica ci rendono l’immagine di un territorio in forte
ritardo, guidato da amministratori che non riuscendo ad interpretare la complessità del momento, hanno smarrito la rotta e la Calabria per conseguenza è in balia delle onde. Purtroppo si naviga a vista e questo non è utile a risolvere le tante problematiche aperte sul territorio.

Un piano per la Calabria

La deludente gestione della riprogrammazione del Por 2014/2020, non condiviso con il partenariato economico e sociale, risulta generica e mancante di riferimenti precisi rispetto alla strategia europea di investimenti per il rilancio economico e sociale dell’eurozona. A questo, ancora, si aggiunge la ciliegina sulla torta di una proposta per il Recovery fund che non è altro se non un elenco di incompiute, un piano che palesa l’assoluta inadeguatezza della Regione Calabria nell’affrontare il delicato momento storico della regione – continuano e aggiungono – Siamo fortemente preoccupati perché la Calabria manca di una visione strategica, siamo fortemente preoccupati perché sta maturando un vulnus che può mettere, seriamente, a rischio l’aggancio di questa regione al treno della ripartenza. Chiediamo massima attenzione al Governo e al Ministro per il Sud, serve un Patto per la Calabria di salvezza nazionale, perché il rischio maggiore è quello di consegnare definitamente la regione nelle mani della ‘ndrangheta.” – concludono.

La denuncia SI. F. U. S CONF.A.L.I

Nel decreto sostegni, a ciascuno il suo, eccetto per i braccianti, agricoli, ignorati e dimenticati dal governo” – questa la ferma denuncia del sindacato che continua a rivendicare i bonus a riconferma delle giornate del 2020. Maurizio Grosso e Lino Masi puntano il dito sul fatto che “i sindacati confederali abbiano incontrato il Ministro all’Agricoltura, Patuanelli, senza avere avuto la sensibilità (durante il confronto) non solo di porre con
determinazione la questione che riguarda la necessità di un meccanismo che prevede la riconferma delle giornate lavorative dell’anno precedente (sul piano assistenziale e su quello previdenziale), ma anche quella di chiedere di sostenere con forza la necessità di un bonus atto a rimpinguare economicamente le giornate perdute involontariamente nel 2020 dai braccianti agricoli a causa dell’emergenza sanitaria. Per questi motivi –
annunciano all’unisono i due segretari nazionali, Maurizio Grosso e Lino Masi-, il SIFUS continua la lotta per rivendicare i diritti negati ai lavoratori agricoli ed attende ancora di essere convocato.”

Diritti per tutti

Abbiamo visto che il Governo ha predisposto aiuti e quindi risorse per la cassa integrazione, per le nuove indennità a favore dei lavoratori stagionali non agricoli, per i precari dello sport e dello spettacolo, per il rinnovo del reddito di emergenza e per il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, per gli enti locali e il trasporto pubblico, per la sanità e per i vaccini. Addirittura, ci sono 2 miliardi di euro per coprire la cancellazione di vecchie cartelle esattoriali. Ben venga tutto, ma non si trascurino però i lavoratori agricoli. Non è giusto! Non è corretto e non è bello! Ecco che allora siamo ancora più legittimati, noi del SIFUS CONFALI, a lottare per tutelarli e fare in modo che abbiano il sacrosanto diritto di poter godere anch’essi di queste risorse, come accadrà in Italia per altri lavoratori. Chiediamo una risposta chiara e vogliamo delle spiegazioni, non solo noi del SIFUS CONFALI, ma soprattutto le migliaia di lavoratori” – concludono.

E ancora FP CGIL, CISL FP, UILFPL

Apprendiamo che apprendiamo che il direttore del Dipartimento alla Salute, Francesco Bevere, ha fatto domanda di ferie e rassegnato le proprie dimissioni a far data 1° Aprile 2021. La prima riflessione: la sua presenza in Calabria non ha impresso alcuna significativa traccia di cambiamento o di svolta nella gestione del sistema che avrebbe dovuto rivoluzionare e non sono sufficienti, almeno per noi, le motivazioni di frattura con la politica che invece avrebbe dovuto supportarlo, attesa la sua tardiva e debole denuncia di mancata sinergia con la guida politica e la sua scarsa volontà di condivisione e confronto sulle azioni necessarie per imprimere un cambiamento al Dipartimento di cui era alla guida. Ben altro ci saremmo aspettati, pronti a supportare le sue eventuali proposte anche con azioni forti. Al netto del suo impegno per il completamento dell’istruttoria sulle indennità covid a
ristoro dell’impegno del personale sanitario, per la distribuzione delle risorse alle aziende sanitarie e ospedaliere, dopo le forti pressioni e il nostro incalzare, non riusciamo ad individuare azioni di svolta per dare ossigeno ad un SSR ormai in emergenza permanente.”

“Serve tutto”

Lo stesso Commissario Nazionale per l’emergenza in una intervista ha dichiarato di essere preoccupato per la Calabria e, coerentemente, ha inviato gli ispettori della Protezione Civile, ai quali dovremmo affidarci conservando però il nostro pessimismo e concordando con la battuta di un medico di base “le bocche da fuoco non mancano! Mancano le munizioni!” – continuano servono i vaccini, servono infermieri ed OSS. nei reparti, servono i medici.
Serve principalmente il confronto con chi da sempre sta in trincea per difendere quel poco di buona Sanità che ancora esiste in questa terra e noi siamo ancora in attesa di poterci confrontare con il Commissario su assunzioni, piano pandemico, linee guida relative agli atti aziendali, piano vaccinazioni, riorganizzazione territoriale e ospedaliera, posti letto, sanità privata e accreditamenti e tanto altro.”

L’appello

E invitiamo il Commissario Longo, che ha firmato il DCA 34 per la ripartizione delle risorse Covid al personale sanitario, a controllare che queste siano arrivate alle aziende e vengano distribuite secondo i criteri concordati, sottolineando che nelle altre regioni tale partita è stata conclusa molti mesi orsono e lo sollecitiamo, altresì, a confrontarci sulle ulteriori risorse finalizzate allo stesso scopo e stanziate in legge di bilancio.” – concludono.

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