Asp Ganzirri, Famà: “Salvezza meritata, abbiamo raggiunto l'obiettivo"

Asp Ganzirri, Famà: “Salvezza meritata, abbiamo raggiunto l’obiettivo”

Asp Ganzirri, Famà: “Salvezza meritata, abbiamo raggiunto l’obiettivo”

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giovedì 11 Aprile 2013 - 12:16

Il tecnico gialloblu, terminato il torneo che ha visto Impoco e compagne centrare la permanenza in Serie A, senza playout, racconta la stagione archiviata

In casa Ganzirri è ormai tempo di bilanci. Il successo colto in extremis sul Vittoria, nell’ultima giornata, ha regalato alla squadra rivierasca la salvezza diretta nel massimo campionato femminile senza dover ricorrere alla lotteria dei playout. Missione compiuta, dunque, seppure con qualche brivido di troppo per le gialloblù che dopo essere partite a razzo (quattro successi nei primi quattro turni) hanno chiuso al settimo posto, con 27 punti in 22 giornate, frutto di otto vittorie, tre pareggi e undici sconfitte, 52 gol fatti e 86 subiti.

Per il tecnico Nicola Famà è stata un’annata intensa, culminata tra la soddisfazione per l’obiettivo raggiunto e un pizzico di rammarico per le situazioni extrasportive che hanno alimentato tensioni, portandolo a fine novembre, ad allontanarsi dalla squadra, salvo poi farvi ritorno qualche settimana dopo, spinto soprattutto dall’affetto delle sue ragazze. “Salvezza doveva essere e salvezza è stata, ma abbiamo sofferto dopo essere stati quinti per gran parte del torneo. Purtroppo la svolta in negativo c’è stata con l’anticipo della diciottesima giornata: ci siamo ritrovati a giocare tre difficili trasferte consecutive, tutte perse, preceduta dall’inaspettata sconfitta casalinga subita contro il Palermo. In zona playout, però, non ci siamo mai stati, rischiando soltanto all’ultima giornata. Il mantenimento della categoria era il nostro obiettivo, anche se avremmo voluto arrivarci con maggiore serenità, ma occorre comunque sottolineare l’ottimo settimo posto a sole sette lunghezze dal quarto che, invece, sarebbe valso i play off”.

Quale il voto per la stagione appena conclusa? “Alla mia squadra assegnerei un 6.5; le ragazze sono decisamente cresciute rispetto alla passata stagione che ci aveva visto uscire sconfitti ai playout con il Pescara, per poi essere riammessi in estate al massimo campionato. Bisogna elogiare Tiziana Impoco (portiere) che contro il Vittoria, all’ultimo minuto ha siglato il gol della salvezza, ma anche molte altre vittorie sono arrivate nei minuti finali con marcatrici diverse, merito di un gruppo che non ha mai mollato, anche nei momenti difficili, e a cui vanno equamente divisi i meriti tra chi ha giocato di più e chi meno. E’ dunque inevitabile dedicare questo traguardo a tutte le ragazze”.

Spazio, quindi, all’album dei ricordi, per la gara più bella e quella più brutta tra le ventidue disputate. “La peggiore prestazione è stata decisamente contro il Martina, quando siamo stati travolti in casa per 0-5 da una formazione ampiamente inferiore alla nostra; lì abbiamo perso la possibilità di puntare ai playoff, compromettendo il nostro cammino. La prestazione più bella, il primo tempo contro il Locri, chiuso sul 3-0, non certo per il gioco espresso quanto per il modo in cui le ragazze hanno interpretato l’avvio del match, convinzione, determinazione, cuore, corsa e quella giusta cattiveria che gli ho sempre chiesto; a quel primo tempo aggiungerei i primi venti minuti giocati contro il Real Statte in casa nostra, penso che se non fosse stato per quel piccolo battibecco avuto fra compagne, le taratine avrebbero avuto vita difficile … inoltre, in quel momento andavamo a ‘mille’, l’innovata preparazione atletica ha immediatamente dato i suoi frutti, la fortuna ci ha un po’ aiutati, così siamo arrivati a quel match a punteggio pieno come loro”.

La vittoria al ritorno sul Locri, per 4-3, ha consentito alle gialloblù di riscattare il pesante ko dell’andata. Un secco 3-0 con strascichi. “In Calabria abbiamo vissuto certamente il momento più duro della nostra stagione. Eravamo giunti a quella gara con una situazione di classifica più che buona, ma la sconfitta, con le relative ed esagerate squalifiche ‘ingiustificate’, ha condizionato il prosieguo del torneo. Con l’organico al completo avremmo fatto certamente meglio in quella fase del campionato, si pensi che nelle ultime cinque giornate abbiamo raccolto appena tre punti, frutto di tre pareggi”.

Famà spiega poi cosa c’è stato alla base delle sue dimissioni, poi rientrate. “Ad un certo punto ho lasciato la panchina, ma sono tornato perché il gruppo desiderava completare con me questo cammino: oggi gli sono grato perché se non le avessi ascoltate, mi sarebbe mancata questa salvezza, giusto premio al lavoro del gruppo e, personalmente, giusta ricompensa ai 12 anni di sacrifici dati a questo club. Le ragioni della crisi tecnica risiedono all’interno della dirigenza, data la presenza di persone che pensano più ad apparire e a mettere ‘zizzania’, e che evidentemente non hanno a cuore il bene della squadra e delle ragazze. Loro mi sono rimaste vicine, hanno manifestato la volontà di proseguire con me, bocciando ogni alternativa. Le mie dimissioni sono state una provocazione che, però, mi hanno fatto meglio conoscere le persone che mi stavano attorno. Sono fra i soci fondatori di questa associazione e ho un ruolo nell’organigramma associativo, pertanto pretendo essere ascoltato”.

A salvezza raggiunta, quale futuro? “Ancora è presto per parlarne. L’associazione, non tanto la squadra, necessita a mio avviso, di riorganizzarsi, capire cosa significa fare un campionato nazionale e, soprattutto, comprendere su quali persone poter contare. La nostra è un’associazione e non una società, per cui le decisioni dovrebbero essere prese tutti insieme e non solo da una persona”.

Intanto, con tutto il gruppo, il tecnico messinese può godersi il mantenimento della Serie A e del palcoscenico nazionale, motivo d’orgoglio per l’intera città. “Era l’obiettivo che mi ero prefissato, il motivo per cui per tutta l’estate ho lavorato per rinforzare l’organico e lo staff, non certo senza l’aiuto del presidente, ma con tutto il rispetto per gli altri ‘presunti dirigenti’, chi è arrivato (atlete e collaboratori) lo hanno fatto perché sono stati da me personalmente coinvolti. La retrocessione dell’anno precedente aveva rappresentato un duro colpo ed era mia intenzione chiudere il cerchio con la permanenza sul campo in serie A”.

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