Acr, Martorano prova a rasserenare l'ambiente: «Il progetto Messina continua»

Acr, Martorano prova a rasserenare l’ambiente: «Il progetto Messina continua»

Acr, Martorano prova a rasserenare l’ambiente: «Il progetto Messina continua»

sabato 12 Marzo 2011 - 15:22

Dopo l’arresto del vice-presidente nell’ambito dell’operazione “Reggio-sud” condotta dalla DDA reggina, questa mattina conferenza stampa “chiarificatrice” della società. Le quote di Principato e Falduto Zera verranno acquisite dal presidente e da Nuccio Ficara, con porte aperte al Città di Messina per un progetto comune. Sulle vertenze: al momento si rischia per 5 punti di penalizzazione

Conferenza stampa “atipica quella convocata oggi al “S.Filippo” da Bruno Martorano, principalmente finalizzata a chiarire che il “progetto Messina” continua, malgrado l’arresto del vice-presidente Vincenzo Principato, nell’ambito della operazione della DDA reggina denominata “Reggio Sud”, che ha coinvolto altre 32 persone, appartenenti alla cosca “Ficara-Latella” indagate per associazione di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni, estorsione, riciclaggio, porto e detenzione abusiva di armi, assistenza agli associati ed altri reati, con un sequestro di beni e quote societarie per un importo complessivo pari a 60 milioni di euro. «La notizia dell’arresto di Principato – esordisce il presidente Bruno Martorano, giunto all’appuntamento con i cronisti con più di un’ora di ritardo per problemi legati al traghettamento da Reggio Calabria – è stata un fulmine a ciel sereno. Principato, prima che vice presidente, è un mio amico e mi auguro con tutto il cuore che possa giustificare, nelle sedi opportune, quanto avvenuto. Ho appreso di questa dolorosa vicenda dai mezzi di informazione – prosegue il presidente giallorosso – ed ho voluto convocare questa conferenza stampa innanzitutto per dire chiaramente che il nostro progetto continua, anche se due dei quattro soci originari, ovvero Principato ed il genero Falduto Zera, per motivi diversi, hanno deciso per il loro recesso. Saremo io e Nuccio Ficara a continuare, accollandoci le quote ed il budget di Principato e Falduto Zera e vogliamo mantenere fermi i nostri due obiettivi principali: il risanamento del bilancio dell’Acr e la costruzione di un polo sportivo che possa dare un futuro sicuro e duraturo alla maggiore società calcistica messinese». Nessun passo indietro, quindi, da parte di Martorano, pur nella consapevolezza che la situazione è molto difficile. Accanto al massimo rappresentante del sodalizio peloritano, siede l’avv. Gentile, nuovo consulente legale della società, che lo ha accompagnato in questo sua visita messinese, oltre al responsabile dell’area tecnica Pasquale Leonardo ed all’addetto stampa Rosaria Brancato.

Martorano apre poi all’apporto di nuovi soci: «E’ chiaro che l’impegno dei soci superstiti sarà raddoppiato e sarebbe auspicabile l’avvento di altri imprenditori disponibili ad investire nel calcio a Messina». A specifica domanda, Martorano chiarisce che Nuccio Ficara non ha nessun rapporto di parentela con la cosca “Ficara-Latella” oggetto dell’indagine che ha portato all’arresto di Principato e, a proposito dei programmi della società, precisa che, malgrado il complessivo disinteresse delle amministrazioni locali, “abbiamo provveduto ad individuare un terreno, situato nella zona nord, sul quale potremo costruire il nostro centro sportivo aperto alla città, all’interno del quale svilupperemo numerose iniziative sociali, oltre a prevedere le strutture per gli allenamenti e per la crescita del nostro settore giovanile”.

La conferenza stampa tocca anche dei temi purtroppo ancora attuali, come, ad esempio, l’eredità lasciata dalle gestioni Di Mascio e Santarelli. «Non abbiamo ancora definito esattamente i debiti risalenti al periodo precedente l’acquisizione della società. Purtroppo, non avendo un bilancio, siamo stati costretti a vagliare tutte le richieste pervenute dai debitori dell’Acr, alcuni dei quali, secondo la documentazione in nostro possesso, sono stati già pagati, mentre altri, secondo noi, vantano dei crediti totalmente, o in gran parte, inventati. Ad esempio – rivela il massimo dirigente peloritano – c’è stata consegnata una fattura di cancelleria per € 20.000, dalla quale non si evince né la data di consegna e nemmeno la natura del materiale che sarebbe stato acquistato. Fermo restando che, quando siamo arrivati a Messina, non abbiamo trovato neppure una penna lasciata dai vecchi proprietari».

Sul capitolo relativo alle vertenze dei calciatori, che potrebbero portare a penalizzazioni in classifica, Martorano precisa che, al momento attuale, sono 5 le situazioni che potrebbero portare a ripercussioni sul cammino del Messina in campionato. «Di queste, due le abbiamo comunque pagate e confidiamo che la nostra buona volontà venga premiata dal Giudice Sportivo. Degli altri giudizi ancora pendenti, ve ne sono 4 per le quali, a noi, da documenti rilasciati dalla precedente proprietà, i calciatori risultano pagati. Ce n’è poi una – tiene a precisare il presidente del Messina – per la quale devo dire che sono rimasto sorpreso, in quanto riguarda una bandiera storica del calcio messinese, Arturo Di Napoli, che ha acceso una vertenza vantando emolumenti per 50.000 euro, quando noi siamo in possesso del suo contratto, che lo impegnava anche per la stagione 2010-2011, all’interno del quale era prevista una penale, in caso di cambio di casacca per sua scelta, di 100.000 euro a carico dell’attaccante. Ora, – afferma Martorano – noi non abbiamo chiesto 100.000 euro a Di Napoli, ma non mi aspettavo proprio che lui richiedesse delle somme, a nostro parere, non dovute».

Siete riusciti a quantificare i debiti lasciati “in dote” dalla gestione precedente?

«Come ho già detto prima, non siamo ancora ad un dato preciso. Ma, se all’inizio sembrava che l’ammontare complessivo fosse intorno al milione di euro, adesso possiamo affermare che i debiti accertati in modo abbastanza verosimile sono circa la metà. Ovviamente, prima di maggio, dobbiamo concludere questa fase, produrre il bilancio ed essere pronti nel caso in cui il governo del calcio nazionale decida per i ripescaggi. Io, comunque – sottolinea con una certa vena polemica Martorano – resto sempre sorpreso del fatto che una srl come il Messina, con un collegio dei revisori composto da 5 professionisti, non abbia mai depositato il bilancio. Malgrado tutto, sono sempre fiducioso che riusciremo a dipanare questa matassa».

La società è quindi disponibile all’entrata di nuovi soci, anche messinesi? E sono stati già avviati dei contatti? Il Città di Messina potrebbe essere un interlocutore? A queste domande poste dai cronisti, Martorano risponde, come al solito, in maniera piuttosto pacata: «Non abbiamo ancora avuto nessun aiuto da parte della città, o dalle amministrazioni locali, come testimoniano i circa 50.000 euro spesi da novembre ad oggi per le manutenzioni ordinarie di uno stadio enorme e sproporzionato per le nostre esigenze come il S.Filippo. Ho sempre detto, e lo ribadisco oggi, che la diffidenza nei nostri confronti da parte della stragrande maggioranza dei messinesi potrà essere superata solo con la realizzazione dei nostri progetti e con i fatti. Quindi, non mi preoccupo. Riguardo il Città di Messina – sottolinea Martorano -, sono convinto che non sia logico avere due squadre a Messina e, quindi, sarebbe un obiettivo da perseguire quello di unire le rispettive caratteristiche in una sola realtà. Noi abbiamo dalla nostra parte la storia e la tradizione della maggiore squadra cittadina, con lo zoccolo duro dei tifosi che ci segue per questo, mentre loro posseggono un ottimo settore giovanile, che è indispensabile per programmare seriamente il futuro. La conseguenza sarebbe quella di esplorare tutte le possibilità per varare un progetto comune, nell’interesse del calcio messinese. Da parte mia – precisa Martorano – nessuna preclusione ad avere un incontro. E’ chiaro che, io, comunque, vado avanti nel mio obiettivo di far rinascere il calcio a Messina, attraverso il risanamento del bilancio e la costruzione del centro sportivo. E sono determinatissimo a portare a termine questo disegno. Chiunque voglia affiancarmi in questa impresa, è ben accetto. Ma, ancora, nessuno si è fatto avanti concretamente».

Si conclude così, con uno sguardo su un futuro possibile ma ancora tutto da scrivere, una conferenza stampa concepita per tranquillizzare la piazza scossa dall’arresto del vice presidente Principato. Solo “giudicando i fatti”, parafrasando il presidente giallorosso, capiremo quale sarà il destino di quella che, comunque, rimane la massima espressione del calcio messinese e l’unico legame con un passato glorioso che appare sempre di più recente nel tempo, ma remotissimo nei fatti. (FOTO ISOLINO)

Davide Mangiapane

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