All'insegna della discontinuità. Perché l'Acr Messina non decolla?

All’insegna della discontinuità. Perché l’Acr Messina non decolla?

All’insegna della discontinuità. Perché l’Acr Messina non decolla?

mercoledì 20 Gennaio 2010 - 12:08

Cammino altalenante fin qui per la formazione allenata da Pietro Infantino, ancora distante dalle zona alte della graduatoria. Si cercano le risposte per capire cosa manca per fare il salto di qualità

La trasferta vittoriosa di Sapri aveva forse un pò illuso l’ambiente. Il cinismo mostrato e il primo gol segnato da Sarli parevano aver riconsegnato un Acr Messina pronto a decollare davvero, rilanciandosi in classifica nella corsa ai quartieri alti della graduatoria e dando il via ad un girone di ritorno da squadra di vertice. Ma sono bastati sette giorni per rispedire i peloritani sulla terra. La sconfitta di Modica ha purtroppo interrotto subito la rincorsa alla zona playoff. Un’occasione persa visti anche i risultati maturati sugli altri campi. Una brutto ko che non fa bene anche dal punto di vista del morale.

Qualcosa però, è evidente, ancora non va. Non è facile capire dove stanno i reali problemi di questo Messina, che una partita sembra rinascere e l’altra torna ad immergersi nelle sabbie mobili. L’organico è completo, decisamente competitivo in ogni reparto nonostante il 2010 sia iniziato con le assenze forzate di Dall’Oglio, Magliocco e Alizzi, calciatori che hanno comunque alle loro spalle -sostituti- dal valore mediamente uguale. Sarebbe ingeneroso rimproverare qualcosa alla società per le operazioni di mercato. Probabilmente è una questione di spirito. Di rabbia agonistica. Di umiltà nell’affrontare gli impegni e contemporaneamente nel capire che si gioca con la maglia del Messina indosso. Devono comprenderlo i più giovani, soprattutto i messinesi che hanno visto il San Filippo stracolmo. Devono tenerlo a mente i più esperti, coloro che dovrebbero dare l’esempio. Siamo il Messina, una squadra da onorare. Siamo il Messina, ma non per questo vinciamo le partite prima di scendere in campo.

Il terreno di gioco in cattive condizioni ha influito a Modica, tremendo per una squadra dall’elevato tasso tecnico. Ma non deve rappresentare un’alibi. C’è qualcosa che non va, ma sembra non vedersi. Quasi nascosto dietro una miccia. Pensi che l’Acr oggi è una squadra forte per questa serie D, ma in campo lo vedi solo a sprazzi. Una risposta potrebbe essere rappresentata dalla mancanza di -amalgama-, ma non proprio quella che Massimino si diceva disponibile a comprare qualche anno fa. Non parliamo dello spogliatoio, che non appare fratturato. Ma di equilibri in campo. La squadra, nella parentesi di Eugenio Labonia, aveva trovato una sua quadratura. Pochi cambi, addirittura nessuno a partita iniziata in alcune partite. Così, con il tecnico tornato adesso secondo di Infantino, i giallorossi erano riusciti ad inanellare una serie importante di risultati utili. Poi il ritorno di Infantino e l’arrivo di nuovi rinforzi: dal portiere Farò che ha preso il posto di Sasà D’Urso, imbattuto per diverse gare; Alizzi davanti alla difesa, Piccolo a centrocampo e Cosimo Sarli. Calciatori dall’indiscutibile valore tecnico ma che hanno inevitabilmente rimescolato l’ossatura della squadra. Cambiamenti che hanno influito, non sul piano tattico perché in campo la squadra è stata sempre schierata con lo stesso modulo. Ma forse sull’affiatamento e sulla compatezza di una formazione forse ancora in fase di modellamento verso un’identità definitiva.

Un punto interrogativo. Non vi è ovviamente una formula matematica che colleghi quanto detto al momento del Messina. Ma i risultati, quelli si, sono certi. E ci parlano di un rendimento altalenante. Da questo punto di vista un ruolo importante ce l’ha Pietro Infantino, che deve riuscire a motivare i suoi, compattare il gruppo, caricare la squadra e fargli capire che è necessario remare tutti verso lo stesso obiettivo: dal più giovane degli under al capitano Arturo Di Napoli. Proprio dal capocannoniere della squadra si attendono le risposte più significative. E’ stato acquistato per trasciare il suo amato Messina tra i professionisti. Ha dato fin qui il suo contributo in termini di marcature e adesso ha un partner d’attacco di categoria che con il gol ha dimostrato di avere assoluta confidenza. I due devono trovare il giusto feeling. Qualche battibecco di troppo al -Caitina- non è piaciuto ed è giunto inatteso proprio perché parliamo di due atleti dall’indiscutibile esperienza. Una coppia offensiva dalla quale dovranno arrivare le reti necessarie per vincere le partite ma anche una spinta per i compagni.

E’ vero che le partite cambiano per gli episodi, ma è innegabile anche che una squadra come il Messina deve reagire e non può permettersi un secondo tempo come quello di domenica. Speriamo sia stato solo un incidente di percorso e che queste -tesi- possano essere cestinate, sovrastate dalla risalita della squadra. Con il Castrovillari sarà l’occasione per riprendere il cammino interrotto. Non ci sarà il pubblico sugli spalti ma i tifosi che seguono ancora i colori giallorossi, e lo fanno al di là della categoria, attendono una risposta. I tre punti. (foto acrmessinasrl.it)

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