Il leader di Risorgimento Messinese crede che ancora non sia arrivato il momento di recriminare, nonostante la mossa di ieri del gruppo Cazzaniga

«Vorrei rassicurare i tifosi che stiamo facendo di tutto perché il calcio professionistico (e non solo) non venga cancellato dalla città.» Fabio D’Amore (nella foto) lancia dal suo blog (www.incomunemessina.it) un messaggio tranquillizzante alla città, mentre le notizie che si susseguono sono di tutt’altra natura.

«Sono ore di attesa per un evento che a questo punto non dipende più solo da noi – continua D’Amore -. L’amico Carmelo Santoro continua a prodigarsi senza sosta per trovare una soluzione positiva a questa vicenda, che adesso necessita di un colpo d’ala significativo per potere spiccare il volo».

Il medico si dice convinto che ancora non tutto sia perduto, e fa appello all’ottimismo della volontà per cercare «di porre un argine alla marea montante di recriminazioni».

«Non è ancora tempo di trovare i colpevoli – continua D’Amore – di una storia che ci auguriamo, da messinesi innamorati, possa comunque avere il lieto fine.»

E accusa: «Non diremo mai -siamo pessimisti- ed è suonato alquanto strano che in questi giorni a pronunciare queste parole sia stato proprio colui che avrebbe dovuto offrire agli investitori -stranieri- l’immagine di una città dinamica ed effervescente che crede, a dispetto dei dati oggettivi, nella rinascita. Non ci associamo, pertanto, al -de profundis- di chi ha sposato troppo distrattamente e con poca convinzione l’idea del nuovo Messina calcio e attendiamo gli sviluppi continuando a lavorare perché convinti che questa sia l’unica strada percorribile.»

Infine rinnova la fiducia nel gruppo Cazzaniga: «Ribadisco grande fiducia nel gruppo imprenditoriale contattato dall’avvocato Carmelo Santoro, che sta operando da soggetto economico che vuole investire nel pianeta calcio in maniera razionale. Siamo di fronte a imprenditori che non giocano d’azzardo e pianificano i progetti quantificando costi e benefici. Sta a noi offrire il meglio per convincerli che Messina non è solo -parole-.»