Il nuova Messina riparta anche dalle giovanili

Il nuova Messina riparta anche dalle giovanili

Il nuova Messina riparta anche dalle giovanili

lunedì 30 Marzo 2009 - 12:31

A Torre Annunziata esordio assoluto per il ’92 Santino Biondo, messinese di Giostra. Accanto ad una squadra competitiva bisognerà gettare le basi per un vivaio florido, per non ripetere gli errori del passato

Il Messina torna con un punto da Torre Annunziata. I giallorossi muovono la classifica rimanendo ad una lunghezza dal Trapani frenato su campo della Viribus Unitis e sabato hanno la possibilità di agganciare l’Hinterreggio, vittorioso in extremis in casa con l’Acicatena. Una domenica particolare quella di ieri: la prima con una nuova proprietà a guidare il club, quella che fa riferimento all’imprenditore romano Alfredo Di Lullo. E’ stata particolare per i tifosi, che in numero decisamente maggiore rispetto al resto del campionato hanno cercato di reperire notizie sull’andamento della gara, sperando in un successo. Ed è stata sicuramente una domenica speciale per Santino Biondo, giovane messinese, classe 1992, all’esordio in prima squadra ieri, in una sfida difficile, su un campo caldo. Nonostante ciò, il ragazzino del quartiere Giostra non ha demeritato. Ha saputo sfruttare la fiducia concessagli dal mister Gaetano Di Maria facendo vedere anche buoni movimenti e ottime giocate. E Biondo non è il primo ’92 ad aver esordito quest’anno. Prima di lui infatti il tecnico peloritano aveva lanciato nella mischia il difensore di Antillo Gianluca Sturiale, che ha indossato la maglia da titolare per la prima volta nella gara contro lo Sporting Neapolis, terminata sullo 0-0, tra l’altro trasmessa in diretta da Rai Sport satellite. Disimpegnandosi bene pur se adattato a sinistra, mentre il suo ruolo è centrale di difesa.

Un risultato da dividere ampiamente con chi questi adolescenti li ha scoperti e su di loro ha deciso di puntare, come ad esempio Christian Argurio, ex team manager e attuale responsabile del settore giovanile del Fc Messina. Argurio, insieme ad altri componenti dello staff e al tecnico Salvatore Principato (ex giovanissimi nazionali-nella foto), nonostante le tantissime difficoltà di questa stagione, ha deciso di rimboccarsi le maniche e lasciare da parte le delusioni puntando sul vivaio locale. “Non è stato facile – commenta lo stesso Argurio. Quando quest’estate il club non è stato iscritto in serie B, i calciatori hanno avuto la libertà di accasarsi altrove e così abbiamo perso anche tantissimi potenziali talenti, molti dei quali sono andati a Reggio, a Catania o a Barcellona. Abbiamo cominciato la stagione nel campionato juniores senza preparazione, perdendo nella prima uscita 6 a 0 contro il Rosarno. Pian piano ci siamo ripresi e adesso siamo settimi. Spesso non riusciamo neanche a completare la distinta, arriviamo a 13-14 elementi. Affidiamo alcuni ragazzi alla prima squadra e non avendo una formazione allievi alle spalle…”. Argurio a gennaio è riuscito a riportare in città alcuni dei ragazzi che avevano lasciato Messina, come Cucè, D’Angelo e Mavilia. Questi ultimi due, insieme a Sturiale e Biondo, vengono aggregati praticamente in pianta stabile alla prima squadra, anche se poi spesso giocano con la formazione juniores. “Abbiamo deciso di puntare sui messinesi – continua Argurio. E quindi adesso che i risultati arrivano la soddisfazione è doppia”

Non saranno ’92, ma sono tanti i ragazzi della nostra città sui quali La Rosa e di Maria hanno puntato per affrontare il campionato di serie D, molti dei quali provenienti dalle giovanili dell’Fc degli “anni d’oro” (se così possiamo chiamarli). I vari Cardia (’89), De Bellis (’90), Raffa (86’) e Tavilla (’90), ma anche lo stesso Ancione (’85), che dopo anni trascorsi a girare (Igea, Juve Stabia, Andria, Catanzaro) ha trovato il suo spazio al San Filippo.

Un lavoro fondamentale anche in ottica futura. Perché il nuovo ciclo dovrà partire anche dai più giovani, per non ripetere gli errori del passato. Quanti talenti cresciuti in riva allo Stretto sono stati fatti scappare senza essere valorizzati a dovere e tra l’altro senza guardarci un euro? Strutture consolidate in altre parte d’Italia, neanche troppo distanti, hanno fatto fortuna con le formazioni giovanili, riuscendo anche a garantirsi economicamente una parziale copertura delle partecipazioni ai campionati. Bisognerà creare, accanto ad una prima squadra competitiva, un settore giovanile altrettanto valido e selezionato da addetti ai lavori preparati, soprattutto che conoscono il territorio. Perché se si è riusciti a fare bene quest’anno, in condizioni tutt’altro che favorevoli, figuriamoci con una linea ben definita da percorrere.

Senza dimenticare l’aspetto sociale, tra diversi ragazzi che vengono “salvati” dalla strada dell’illegalità e dalle brutte compagnie e una valorizzazione della nostra terrà che passa anche delle nuove leve e dall’esaltazione delle loro potenzialità.

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