Nuovo stadio -S.Filippo- : qualcosa si muove?

Nuovo stadio -S.Filippo- : qualcosa si muove?

Redazione

Nuovo stadio -S.Filippo- : qualcosa si muove?

martedì 11 Dicembre 2007 - 15:35

Uno dei principali ostacoli sulla strada della rinascita del Messina è lo stadio -S.Filippo-. Noi di Tempostretto lo sosteniamo da sempre e lo abbiamo riaffermato con maggior convinzione all’indomani della seconda retrocessione consecutiva. La grande cattedrale nel deserto, o se volete -l’arena nella vallata fredda e ventosa di San Filippo-, è una palla al piede della società ed un grande deterrente per quei coraggiosi che intendono affrontare il salto all’indietro di categoria ed i rigori invernali. La sua realizzazione ha rappresentato un errore madornale sia per la posizione geografica che per qualità strutturale. E’ un impianto difficile da raggiungere perchè servito da un’unica strada di collegamento, dotato di un numero di parcheggi insufficiente ed in una zona battuta dal vento gelido perfino nei mesi estivi. Per cui negli anni si sono dovuti organizzare servizi di bus navetta, parcheggiare l’auto nella Zir oppure acquistare costosi ticket per il parcheggio attorno allo stadio. I più atletici possono sobbarcarsi a piedi l’interminabile salita che dalla strada statale conduce all’impianto sportivo. Ma con il freddo, la pioggia o il caldo afoso non è un’attività piacevole, per quanto si sia sorretti dal fisico e dall’età. In più si è pensato bene di realizzare uno stadio moderno senza copertura, perfino nella zona adibita a giornalisti e cameramen, cioè a coloro i quali alla partita vanno per lavoro più che per divertimento. Cosa accade quando al -S.Filippo- il maltempo si scatena lo abbiamo visto sabato contro il Ravenna. Ma anche una pioggerellina non è che sia piacevole da sopportare in pieno inverno. Un disagio che può rappresentare anche una chiave di lettura per capire il crollo degli spettatori. D’accordo non siamo più in serie A ed un calo delle presenze è fisiologico. Ma ci sembra francamente esagerato il numero dei dissidenti. Senza considerare che la TV satellitare, via cavo, pubblica, privata non trasmette più partite di serie B in diretta. La verità è che la gente è stufa di soffire per assistere ad una partita di calcio, di affrontare disagi enormi, di consultare per tutta la settimana il metereologo. Gli anziani ma anche i giovanissimi, i tifosi tiepidi e quelli che allo stadio vanno tanto per fare qualcosa di diverso preferiscono restare a casa. Ed è inutile che Gasparin lanci appelli e si auguri per la domenica successiva un maggior numero di spettatori. Non è solo una questione di rendimento della squadra. Il San Filippo, così com’è strutturato e con i servizi che offre, non è in grado di richiamare il grande pubblico. Ora finalmente qualcosa sembra muoversi. Ma sarà vero? Si parla di un ridimensionamento del S.Filippo grazie ad un investimento di 12 milioni di euro. In pratica, così com’è stato fatto con successo all’ex Delle Alpi di Torino ed al S.Elia di Cagliari, si tratta di rimpicciolire l’impianto, riducendo la capienza a 20.000 posti e realizzando una più economica copertura totale. Un progetto che, pur non eliminando i problemi logistici, azzererebbe quelli pratici. Quanto meno si potrebbe assistere alla partita in uno stadio coperto e che abbia finalmente la parvenza di un impianto sportivo. Piccolo, raccolto e caloroso com’era un tempo il Celeste e come lo sono la maggior parte degli stadi della provincia inglese. Accantonato il costosissimo progetto di copertura totale dell’attuale S.Filippo, questa ci sembra l’idea migliore fra quelle praticabili, visto che non si possono attendere altri 15 anni per costruire un nuovo impianto. Naturalmente i Franza non sono dei benefattori e per fare tutto questo chiedono di poter gestire i due principali stadi cittadini. Un progetto che hanno presentato a giugno e che il presidente giallorosso ha rispolverato dopo la vittoria con l’Avellino. Un affare che ai Franza sta molto a cuore tanto da spingere il massimo esponente della società a sostenere che il ritorno in serie A passa proprio per la gestione di Celeste e San Filippo. Certo in una città afflitta da centinaia di problemi più pressanti, senza sindaco, senza una classe politica all’altezza di questo nome forse la ristrutturzione del San Filippo non rappresenta una priorità. Ma se il riscatto sociale di città malridotte come Messina può nascere anche da una squadra di calcio ben venga il progetto dei Franza. Male che vada avremo recuperato quell’inutile arena che, nel suo tetro isolamento domina la città, sferzata dal vento e dalla pioggia quasi per 365 giorni l’anno.

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