Autonomia per gli enti delle città metropolitane. 9 associazioni affidano un documento a Crocetta

Autonomia per gli enti delle città metropolitane. 9 associazioni affidano un documento a Crocetta

Marco Ipsale

Autonomia per gli enti delle città metropolitane. 9 associazioni affidano un documento a Crocetta

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venerdì 06 Febbraio 2015 - 00:58

Chiedono l’insediamento immediato del Consiglio camerale ed una modifica al disegno di legge che preveda un numero limite minore di imprese per le città metropolitane. Il presidente di Confcommercio, Picciotto, si dice fiducioso e attacca il commissario De Francesco

Confimprese, Confesercenti, Confcommercio, Fapi, Confartigianato, Sada Casartigiani, Cna, Confagricoltura e Cia. Sono le nove associazioni di categoria che hanno firmato un documento congiunto da consegnare oggi al presidente della Regione, Rosario Crocetta, in occasione del suo arrivo a Messina.

L’obiettivo è quello di mantenere l’autonomia della Camera di Commercio nella città metropolitana di Messina, “scavalcando” il limite delle 80mila imprese che, proprio per le città metropolitane, potrebbe essere ridotto a 70mila o anche a 60mila. Le imprese iscritte in provincia di Messina sono circa 69mila. La possibilità di “affrancare” le città metropolitane da quel numero minimo è attualmente in discussione a livello regionale, tramite una modifica o un’integrazione del disegno di legge. In attesa dell’esito, le associazioni chiedono di sospendere qualsiasi procedura di accorpamento, sottolineando che il termine del prossimo 28 febbraio è una data limite ma non imperativa.

Nel testo, indirizzato oltre che a Crocetta anche all’assessore regionale alle Attività Produttive, Linda Vancheri, ed al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, si ripercorre tutta la storia recente dell’ente camerale sin dal 7 marzo 2012, quando fu pubblicato l’avviso di inizio delle procedure per la nomina del Consiglio camerale per il quinquiennio 2012-2017. Un anno dopo, il 24 aprile 2013, si arrivò solo alla nomina di un commissario ad acta, ancora oggi in carica.

“Il mancato completamento delle procedure di rinnovo del Consiglio Camerale e l’impossibilità dell’Ente di entrare nel pieno regime di funzionamento – si legge nel documento -, oltre a ledere i diritti e gli interessi di tutte le Associazioni partecipanti al procedimento amministrativo, sta producendo un rilevante danno anche per lo sviluppo del territorio in termini di perdita di chance per le imprese e di mancata partecipazione ad iniziative di rilevanza nazionale ed internazionale (come ad esempio Expo 2015); vi sono da parte dell’Assessorato alle Attività produttive degli obblighi di legge derivanti da un’ultima sentenza del Tar riguardo proprio alle procedure di insediamento del citato Consiglio Camerale”.

Le nove associazioni chiedono, infatti, di riattivare le procedure di rinnovo degli organi camerali, di accelerare l’iter di costituzione delle città metropolitane siciliane e di intervenire presso la Conferenza Unificata Stato Regioni per autorizzare l’accesso al fondo perequativo per gli enti camerali delle città metropolitane, abbassando il limite di imprese.

Si dice fiducioso, in tal senso, il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto: “Non permetteremo a nessuno di scippare la Camera di Commercio. La larga sottoscrizione del documento dimostra qual è l’interesse di quasi tutte le associazioni datoriali, semmai qualcuno ha fatto un passo indietro dimostrando di non volere unire ma dividere il nostro tavolo. Si sono, invece, astenuti dal firmare Confindustria e i rappresentanti del sindacato Cisl. I messinesi traggano le dovute conclusioni e sappiano quindi quali sono le posizioni, su chi è favorevole al mantenimento della Camera di Commercio a Messina o, invece, propende per l’accorpamento a Catania”.

Infine, l’attacco nei confronti del commissario De Francesco: “Sorprende – conclude Picciotto – che denunci a mezzo stampa la presenza di aziende fantasma (vedi articolo a parte), ma non comprendiamo perché le sue affermazioni trovino sponda in una parte politica che a questo punto vorrebbe che l’Ente camerale prendesse altre destinazioni. De Francesco, invece, dovrà assumersi la responsabilità di ciò che ha affermato e soprattutto dovrà spiegare agli organi competenti perché non ha denunziato prima presunte anomalie”.

2 commenti

  1. capisco i sindacalisti, con l’accorpamento avrebbero una “minna ” in meno dove allattare.

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  2. capisco i sindacalisti, con l’accorpamento avrebbero una “minna ” in meno dove allattare.

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