Ancora strascichi sull’approvazione del Piano strategico - Messina 2020

Ancora strascichi sull’approvazione del Piano strategico – Messina 2020

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Ancora strascichi sull’approvazione del Piano strategico – Messina 2020

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sabato 20 Aprile 2013 - 18:20

Il consigliere del Pd Saglimbeni risponde all’ex city manager del Comune Fragale. Reset punta il dito contro il Consiglio comunale e parla di scelta folle ed inquietante. Il Movimento civico dice la sua anche sul secondo Palazzo di giustizia

L’approvazione da parte del Consiglio comunale del Piano Strategico “targato” Scoglio continua a far discutere. Se l’ex assessore allo sviluppo economico ed ex city manager del Comune lo considera una medaglia da attaccarsi al petto e un risultato “personale” da sbandierare nella campagna elettorale, alla quale probabilmente parteciperà da candidato a sindaco, l’altro ex city manager, Emilio Fragale, ha usato parole dure nei confronti dei consiglieri comunali che hanno dato il via libera alla relativa delibera (vedi correlato). Tra i pochi consiglieri in aula (solo 18) c’era anche il consigliere comunale Paolo Saglimbeni , che ha deciso di rispondere a Fragale.

«Io – scrive in una nota – sono uno dei 18 Consiglieri Comunali che ha votato favorevolmente il Piano Strategico, strumento di programmazione politica considerato dall’Ue trainante per lo sviluppo del territorio e privilegiato ai fini dell’accesso alle agevolazioni comunitarie, passate e future, essenziali, con le risorse dei privati, per superare la gravissima crisi finanziaria in atto degli enti locali».

«L’amico Fragale -continua l’esponente del partito democratico – commette diversi errori di valutazione quando afferma che il Piano Strategico è il piano del centrodestra, che ha il demerito di averlo ritirato, quando, per beghe interne, si era capito che il Pdl l’avrebbe bocciato. E’ invece il Piano della città visto che alla sua stesura hanno partecipato tutti, proprio tutti : le forze politiche (il centrosinistra durante la sindacatura Genovese ha recuperato i fondi che poi hanno consentito al Commissario Sinatra di bandire la gara vinta da Nomisma), le altre istituzioni locali (dalla Provincia Regionale all’Autorità Portuale) le organizzazioni imprenditoriali (da Confindustria a Confcommercio) e sindacali(confederali inclusi), gli ordini professionali, l’Università, le scuole e tanti Centri Studi, l’associazionismo e via dicendo».

Secondo Saglimbeni, poi, «il Piano non è “permeato sul Ponte” ma al contrario prevede orientamenti validi con o senza Ponte. Basta dare un’occhiata non solo ai progetti bandiera, ma anche alla delibera del Consiglio Comunale sulle opere collegate, la maggior parte delle quali, funzionali al rilancio della città, a prescindere dalla realizzazione del Ponte. Eliminate alcune anomalie, quali i vincoli nell’area della Decon che impedivano la realizzazione della piattaforma logistica, il Piano andava approvato».

Il consigliere del Pd conclude scrivendo: «all’amico Fragale consiglio quindi di rivedere le sue posizioni che rischiano di indebolire il centrosinistra destinato ad amministrare la città in un momento delicatissimo. Necessitano unità e i contributi di tutti. Le primarie hanno portato una ventata di rinnovamento nella politica messinese, nei partiti, Pd incluso, e nei movimenti. Non disperdiamola con assist al centrodestra dopo i tanti danni causati alla città».

E sull’approvazione del Piano strategico interviene anche Reset che esprime un giudizio severo parlando dell’ «ennesima scelta di un Consiglio Comunale decimato ed irresponsabile che continua a caratterizzare anche gli ultimi giorni di una della “Sindacature” più buie della storia recente della Città.

«Il piano Strategico -“Messina 2020”- continuano i rappresentanti del Movimenti civico – rappresenta una volontà chiara di continuità rispetto alle scelte e le politiche di “non sviluppo” che hanno caratterizzato l’azione politica dei partiti, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti i messinesi. Scegliere, follemente, di approvare un piano che di strategico ha solo il fatto di continuare a non salvaguardare gli interessi di Messina appare incomprensibile ed, al contempo, inquietante.

Reset si dice anche pronto «ad un confronto con i consiglieri che il Piano lo hanno approvato».

Tingalia e gli altri esponenti del Movimento dicono la loro anche rispetto al secondo Palazzo di Giustizia e all’impasse nell’iter avviato dal Consiglio comunale (vedi correlato). «Se la scelta di non scegliere del Commissario è finalizzata a consegnare la decisione al prossimo Sindaco ed alla sua Giunta a questo punto, vista la questione piano strategico, tiriamo un sospiro di sollievo. Noi – scrivono ancora – la nostra posizione l’abbiamo chiarita mesi fa e continua ad essere la medesima. Dopo una gara espletata, un finanziamento pubblico a rischio di 18 milioni ed un costo annuo per le tasche dei cittadini pari a 1,5 milioni di euro, destinati per l’affitto dei locali che sarebbero allocati nel secondo palazzo di giustizia, crediamo che sarebbe assurdo azzerare la procedura». (DLT)

2 commenti

  1. ART.21 COSTITUZIONE, messinesi, suvvia, liberiamo il nostro incatenato pensiero e con esso il voto. Bisogna dare atto a R E S E T e al M O V I M E N T O 5 S T E L L E, di scrivere con semplicità e chiarezza i loro punti programmatici. RESET in particolare, per quello relativo all’URBANISTICA, utilizza la tecnica, molto efficace, delle parole chiavi. Ecco cosa s’impegna a fare Alessandro TINAGLIA sindaco: NUOVO PIANO REGOLATORE A VOLUME ZERO * RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE * NO ALL’UTILIZZO NUOVO SUOLO * RECUPERO EDILIZIO * VALORIZZAZIONE CULTURA LOCALE del PATRIMONIO PAESAGGISTICO e ARCHITETTONICO. Pagherei per uno strumento urbanistico con i requisiti di cui sopra, alzi la mano chi non è d’accordo.

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  2. MarcellaFioravanti 23 Aprile 2013 15:46

    Certo che trovarsi a fare delle scelte così delicate senza una guida forte è un grosso problema per la città. In questo periodo non si capisce mai dalle dichiarazioni dei politici se quello che dicono lo pensano per davvero o se recitano la loro parte nel contesto della campagna elettorale. Di certo Messina ha bisogno di un piano strategico fatto come si deve e mi auguro che il prossimo sindaco abbia questa priorità nel suo programma.

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