Carcere di Barcellona, detenuto ventenne s'impicca

Carcere di Barcellona, detenuto ventenne s’impicca

Marco Olivieri

Carcere di Barcellona, detenuto ventenne s’impicca

domenica 25 Maggio 2025 - 09:34

Secondo suicidio in due mesi nella struttura penitenziaria. Ma il tema carcere sconta gli errori e le pavidità della politica. Le proposte dell'associazione "Antigone"

BARCELLONA POZZO DI GOTTO – Si trovava in cella d’isolamento da poche ore e l’agente penitenziario lo ha trovato impiccato, con un lenzuolo, nella notte di sabato. Così è morto un ventenne tunisino, nel carcere “Vittorio Madia” di Barcellona Pozzo di Gotto, ed è il secondo suicidio in due mesi nella struttura penitenziaria. Il giovane aveva manifestato tendenze autolesionistiche.

“Antigone”: “In carcere un suicidio ogni quattro giorni”

Ma, oltre a piangere l’ennesimo suicidio a livello nazionale, va ricordato quanto rilevava nel mese di marzo l’associazione “Antigone”, mentre la politica continua a essere pavida e ad assecondare le pulsioni “forcaiole” dell’opinione pubblica. Pulsioni che non coincidono con il sacrosanto bisogno di sicurezza.

In realtà, un carcere disumano e “scuola di deliquenza” va non solo contro i principi costituzionali ma alimenta una società in preda all’insicurezza e alla violenza. Il tutto nonostante le statistiche ci dicano che l’Italia è un Paese molto più sicuro rispetto al passato, come ricorda lo scrittore ed ex magistrato Giancarlo De Cataldo su “la Repubblica”. “Nel 2023 (ultimo dato rilevato) sono stati commessi 334 omicidi: trent’anni prima erano quasi duemila”.

“Di questo passo si raggiungerà un numero di suicidi senza precedenti”

Ma torniamo al problema strutturale delle carceri italiane. Altro che emergenza. Ecco la nota di “Antigone” di due mesi fa: “Sono già 20 i suicidi avvenuti in carcere in questo inizio 2025, tra questi anche quello di una donna. Il più giovane a togliersi la vita aveva 24 anni (prima del suicidio dle ventenne a Barcellona, n.d.r.) ed era recluso a Regina Coeli, il più anziano 69 e si è ucciso due giorni fa a Verona, dove proprio oggi si è verificato un altro suicidio. Dopo il record negativo dello scorso anno, quando furono 89 le persone che si suicidarono in galera, anche quest’anno ci si continua ad uccidere al ritmo di una persona ogni quattro giorno. Dati impressionanti e drammatici che raccontano e fotografano, insieme ad altri, anche lo stato in cui si trova il sistema penitenziario italiano. 48 ad oggi i morti in carcere per motivi dersi dal suicidio, anche questo un numero senza precedenti: di questo passo alla fine dell’anno questi saranno ben oltre 200, un numero mai visto prima”.

E ancora: “In nome della sicurezza, le carceri italiane sono sempre più chiuse. Ma nonostante questo, o forse proprio per questo, diventano sempre più insicure, sia per chi ci è detenuto che per chi ci lavora.
Dal 2023 al 2024 la popolazione detenuta è cresciuta del 2,8%, ma nello stesso anno gli eventi critici sono cresciuti molto di più. Sempre di più si usano strumenti contenitivi, di natura fisica o farmacologica. Aumentano i provvedimenti di soggezione a regimi di sorveglianza particolare, anche nelle carceri
femminili. In più, l’attività lavorativa in carcere dovrebbe rappresentare uno strumento di emancipazione. Eppure, nonostante questo sulla carta rappresenti uno degli elementi principali del trattamento penitenziario, sono solo un terzo le persone detenute che svolgono un lavoro stando in carcere; erano 19153 al 30 giugno 2023 e un anno dopo 20240″.

Le proposte urgenti di “Antigone”

Ecco, sempre nel mese di marzo, “le proposte urgenti” dell’associazione “Antigone”:

“Adottare misure legislative straordinarie di natura deflattiva per ridurre i numeri nelle carceri per adulti e in quelli minorili; è necessario che le carceri tornino nei numeri della legalità sia nel sistema degli adulti che nei minori. Non deve esserci un detenuto in più in carcere rispetto alla capienza regolamentare. In tal senso è giustificabile un provvedimento di clemenza e un allargamento significativo delle misure alternative o dei benefici premiali, a partire dalla liberazione anticipata.
● Approvare un nuovo regolamento che innovi la vita interna a partire dalle proposte avanzate dalla Commissione per l’innovazione del sistema penitenziario, presieduta dal professore Marco Ruotolo; misure che modernizzino il sistema carcerario, oggi ancora ancorato a modelli dell’era pre-digitale.
● Consentire ai detenuti di telefonare quotidianamente, quanto meno per tutti i detenuti di media sicurezza; in questo modo si eviterebbe l’isolamento dei detenuti nei momenti di disperazione. E’ una misura a costo praticamente zero.
● Dare immediata attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale sul diritto alla affettività e alla sessualità. Ciò è doveroso e favorirebbe un abbassamento delle tensioni”.

“Rispettare sempre le decisioni della magistratura di sorveglianza quando accoglie i reclami dei detenuti.
● Abolire l’isolamento disciplinare per i minori, quello diurno per i pluri-ergastolani e ridurre quello per gli adulti, sino alla sua progressiva dismissione. L’isolamento è pericoloso per la salute psico-fisica ed è sempre condizioni di rischio.
● Prevedere videocamere con conservazione della memoria in tutti gli spazi comuni del carcere, scale comprese.
● Prevedere un ritorno al sistema delle celle aperte per almeno otto ore al giorno e assicurare attività sociali e culturali in queste ore.
● Elaborare un piano straordinario di migliaia di assunzioni di operatori, in tutti i diversi ruoli dell’amministrazione, per dare man forte agli attuali operatori che soffrono di forte stress a causa di un lavoro che produce grande burnout. Il carcere va riempito di personale qualificato, non solo di giorno.
● Favorire progressioni di carriera per tutti quei direttori che si affannano ad assicurare un modello di pena rispettoso della legalità costituzionale e internazionale.
● Prevedere una informazione trasparente sui morti e sui suicidi in carcere, in modo che le notizie si sappiano per vie ufficiali.
● Investire risorse a disposizione dei Sert (Servizio per le tossicodipendenze) per politiche di riduzione del danno coraggiose e dei servizi di salute mentale per la presa in carico non residenziale di persone con problemi psichici.
● Facilitare la presenza di tutte le attività di volontariato, anche nelle ore pomeridiane.
● Non approvare l’introduzione del reato di rivolta penitenziaria che punisce la resistenza passiva a ordini non definiti legittimi, presente nel disegno di legge sicurezza. Reato che costituisce la ricetta perfetta per far definitivamente esplodere il nostro sistema penitenziario e seppellire in carcere migliaia di persone, selezionate ovviamente tra i più vulnerabili (minori, persone affette da problemi psichici, tossicodipendenti)”.
Inoltre, “Antigone” chiede:
● “alle Regioni di fare investimenti straordinari nella formazione professionale;
● alle Asl di andare a verificare con visite ispettive se le condizioni carcerarie siano o meno rispettose di standard minimi igienico sanitari;
● alle scuole del territorio di aprire nuove sezioni di liceo”.

L’articolo 27 della Costituzione

Ecco l’articolo 27 della nostra Carta costituzionale: “La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Da qui bisognerebbe ripartire.

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5 commenti

  1. Il rispetto dell’essere umano, anche se trattasi di delinquenti, è sacro. Trasformare le carceri in alberghi no. Antigone vuole quindi che i detenuti godano di benefici pari all’essere liberi cittadini. Assurdo, oltraggioso ed irrispettoso verso l’umanità.

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  2. si devono costruire nuove carceri per evitare i sovraffollamenti, aumentare il numero di agenti penitenziari . Promuovere il lavoro per i detenuti e promuovere l’istruzione e la rieducazione . Ripristinare la certezza della pena come misura di prevenzione . Perchè se hai la paura di avere molte probabilità di finire in galera, ci pensi bene prima di commettere un reato .

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  3. Il carcere non dovra’ essere mai una vacanza premio per chi delinque, ma dovra’ essere il luogo dove scontare la pena senza sconti ed in maniera durissima, per farti capire quanto sia bella la liberta’

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  4. Con tutto il rispetto per l’ associazione Antigone, ma quasi quasi con tutto quello che chiede non mi pare una giusta detenzione ma una :vacanza” reclusa……poi abolire la pena per la rivolta in carcere 😱ASSURDO…..FANNO SCOPPIARE INCENDI,DISTRUGGONO FERISCONO AGENTI E CHE SI FA???? NIENTE PERCHÉ LO FANNO PER MOTIVI DI SOFFERENZA?😤…..E LA SOFFERENZA CAUSATA AGLI ALTRI???? NON SONO IN CARCERE PERCHÉ SIAMO DISUMANI A RINCHIUDERLI, MA SONO IN CARCERE PER REATI GRAVI E SE LE CARCERI SONO AFFOLLATE È PERCHÉ SONO AUMENTATI I DELINQUENTI, GLI ASSASSINI…..SÌ A UNA GIUSTA E CORRETTA DETENZIONE ,NO A SCONTI E PREMI PER CHI UCCIDE,SÌ AL LAVORO PER TENERLI OCCUPATI E REINTEGRARLI SE SI SONO RESI RECUPERABILI ALTRIMENTI DENTRO ANZICHÉ FUORI A RICOMINCIARE A DELINQUERE…..DEVONO CAPIRE LA DIFFERENZA TRA L’ ESSERE LIBERI E GODERE DELLA PROPRIA VITA ED ESSERE RECLUSI PER NON AVER PERMESSO AD ALTRI DI ESSERE LIBERI A GODERE DELLA PROPRIA VITA…..PIUTTOSTO L’ ASSOCIAZIONE DOVREBBE BATTERSI PER LE CONDANNE ESAGERATE TALVOLTA PER REATI MINORI, O REATI CONTRO IL PATRIMONIO,A DISCAPITO DI REATI GRAVI COME VIOLENZE E OMICIDI CHE DANNO SCONTI E PREMI O CONDANNE LIEVI .IL “BUONISMO” PER CHI DELINQUE USANDO VIOLENZA O UCCIDENDO LO TROVO FUORI LUOGO FRANCAMENTE.

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  5. Pubblicizzare, molto, molto, molto di più, le condizioni carcerarie, sui giornali, nel cinema, a teatro, sui social, nelle scuole, in ogni contesto possibile, affinché sia da deterrente. Il carcere, prima di tutto, deve fare paura, terrore. Se sono intelligente e ho bisogno, meglio fare la fila a sant’Antonio per mangiare, piuttosto che andare a rubare. Pubblicizzare anche con vera pubblicità, cartellonistica inclusa. “Non essere idiota… non delinquere, altrimenti, la paghi molto cara!”. “Ti conviene rispettare la Legge, altrimenti, ti finisce male!”. E relative immagini. Ecc. Con un martellamento continuo. Questa è prevenzione. Poi dopo, se possibile, ben venga il recupero. Vi posso garantire, che chi ha subìto più furti, in casa, dell’auto, ecc. se ne sbatte del citato articolo 27… chi poi ha subìto un omicidio, per una persona cara, o uno stupro, giustamente, se ne sbatte ancora di più. Prima si deve tutelare Abele; dopo aver tutelato Abele, e solo dopo, ben venga la tutela di Caino. Dopo. Se i cittadini non si sentono tutelati… un fondo di verità c’è… non è solo “percezione”. Deve essere il popolo, a dire allo Stato: “Adesso però, non esagerare, ha pagato abbastanza”. Mi pare che si sia molto lontani da questo!

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