Caroenergia, Confesercenti Reggio Calabria e la "strage silenziosa"

Caroenergia, Confesercenti Reggio Calabria e la “strage silenziosa”

Redazione

Caroenergia, Confesercenti Reggio Calabria e la “strage silenziosa”

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lunedì 17 Ottobre 2022 - 14:00

Il presidente Aloisio: migliaia d'imprese sane rischiano di chiudere i battenti per i rincari allucinanti e la pioggia d'intimazioni di pagamento di Hermes

REGGIO CALABRIA – Caroenergia, come andrà a finire? Quello diramato dal presidente di Confesercenti Reggio Calabria Claudio Aloisio, ancor più che un comunicato ai mezzi di comunicazione di massa, appare uno sfogo per una situazione ormai largamente insostenibile.

«Telefonate, messaggi, incontri. In questi ultimi giorni si susseguono frenetici i confronti con gli operatori economici reggini tutti dello stesso tenore, venati di angoscia, preoccupazione, paura: “mi è arrivata una bolletta di 12.000 euro, lo stesso periodo dello scorso anno ne pagavo 3.500. Dove prendo i soldi? Il mio fornitore non accetta rateazioni, o pago subito o mi staccheranno la luce”. “Mi è arrivata un’intimazione di pagamento a cinque giorni da agenzia entrate e riscossione che non ho potuto pagare. Mi hanno pignorato il conto. Adesso come potrò lavorare, pagare le bollette, i fornitori, i dipendenti?”. Sono solo due esempi di ciò che io e il gruppo dirigente di Confesercenti Reggio Calabria sentiamo giornalmente. Vere e proprie tragedie che accadono ora, sotto i nostri occhi, alle quali non possiamo neanche dare risposte risolutive».

«Migliaia d’aziende sane rischiano di chiudere»

Davvero difficile saper far fronte a tutto questo.
«Il caro bollette, le cartelle esattoriali, i rimborsi dei prestiti richiesti durante la pandemia, l’aumento delle materie prime e i cali di fatturato dovuti alla crisi e al minor potere d’acquisto, sono alla base di una strage silenziosa ma non per questo meno terribile – prosegue Aloisio -. Migliaia di aziende, non nei prossimi mesi ma nei prossimi giorni, rischiano di chiudere per sempre. Imprese sane, che lavorano, ma non sono più in grado di far fronte allo tsunami prodotto dal combinato disposto di questa serie infinita di eventi avversi.

Perplessità sulle intimazioni di pagamento di Hermes. «Legittime, ma la solidarietà non si può limitare alle parole»

E come se non bastasse a Reggio si aggiungono le intimazioni di pagamento della Hermes contenenti la minaccia di pignoramenti se non si procede al saldo del dovuto. Nulla quaestio sulla legittimità di tali richieste ma sicuramente ci lascia fortemente perplessi e contrariati l’inopportunità dei tempi e dei modi.

Senza voler ribadire che a fronte di costi altissimi vengono erogati servizi a dir poco scadenti, riteniamo non basti affermare pubblicamente di voler essere vicini alle imprese in questo difficilissimo momento senza dar seguito a comportamenti consequenziali, e non ci sembra proprio che questo lo sia».

Ecco allora che, stando ai vertici reggini di Confesercenti, siamo davanti a «una situazione drammatica, quindi, che pur con le dovute differenze riguarda tutti i settori economici dell’area metropolitana ormai allo stremo. Ecco perché abbiamo deciso, proseguendo la campagna d’ascolto iniziata con la riunione della settimana scorsa, di sentire gli imprenditori reggini incontrandoli sulla “strada” presso le loro attività.

Giovedì 20 prende il via il tour d’ascolto

Giovedì 20 ottobre, insieme ad alcuni dirigenti dell’associazione saremo nel centro storico, prima tappa di un tour che ci porterà in tutta la provincia, per entrare nei negozi e ascoltare. Prenderemo nota dei suggerimenti, delle problematiche, delle richieste di tutti coloro che con coraggio e abnegazione ogni mattina aprono la saracinesca continuando tra mille difficoltà a lavorare e dare lavoro essendo il motore pulsante del nostro territorio. Un motore da sempre precario e acciaccato, che da decenni avrebbe bisogno di una messa a punto per essere potenziato e reso competitivo, ma che ora rischia di fermarsi definitivamente per mancanza di carburante.

Solo una chiara strategia nazionale ed europea potrà invertire questa tendenza che ci sta portando dritti verso una catastrofe di proporzioni inimmaginabili ma dovrà essere concreta, incisiva e, soprattutto, immediata. Perché il tempo è veramente finito».

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