Il caso di un aspirante autista con la fedina penale "macchiata"
MESSINA – Ancora aperta la parentesi giudiziaria legata al caso degli aspiranti autisti che presentarono “carte false” alla selezione bandita dall’Azienda municipalizzata trasporti. Se qualcuno ha vinto ricorsi e causa, qualcun altro ha avuto la peggio.
Il ricorso
E’ il caso del lavoratore di 54 anni escluso dopo la verifica della documentazione sequestrata che, assistito dall’avvocato Santi Delia, si è rivolto al giudice del lavoro. Ma per due volte i giudici hanno invece dato ragione all’Atm, assistita dall’avvocato Giovanni Mannuccia.L’uomo aveva partecipato alla selezione di febbraio 2022 ma a luglio l’Atm gli aveva comunicato l’esclusione dalla graduatoria perché, secondo l’Azienda, aveva “nascosto” una condanna.
Le sentenze
Il Tribunale del Lavoro aveva dato ragione ad Atm ma a settembre scorso il 54enne aveva presentato reclamo, facendo leva sul fatto, tra le altre cose e in buona sostanza, che si trattava di una pena sospesa e che quella successiva intervenuta non era ancora stata pronunciata all’atto della selezione. Contro quel giudicato il legale ha fatto reclamo ma il Tribunale (presidente Romeo) ha accolto le ragioni dell’avvocato Mannuccia, facendo salvo il potere discrezionale dell’azienda di escludere un aspirante lavoratore che ha condanne penali. Dopo il ricorso, a dicembre il reclamo. Ma il giudice ancora una volta ha blindato l’esclusione, dando ragione alla municipalizzata. Il lavoratore quindi resta fuori.
